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24/12/2017 06:00:00

Il ritorno di "Stalker": il film di questa settimana è "Mother". Lo amerete, o lo odierete

 La promessa è debito.

Si era chiuso “Stalker”, poco più di sei mesi fa, con l’intenzione di garantirsi una lunga pausa in nome e per conto di un ulteriore miglioramento dell’idea iniziale; improvvisarsi guide visionarie, prendere per mano un pubblico quanto più eterogeneo possibile e portarlo in una ‘zona franca’ dove il cinema diventa fantasia, sensibilità e discoperta dell’arte.

Ora che in questi mesi si è lavorato a tessere una fitta tela di raccordi con cinefili, bloggettari e pazzi traduttori di cinema ‘sommerso’, siamo pronti per la nuova scommessa. Pronti a portarvi lì dove, magari, non siete mai stati o non immaginavate mai di poter essere; a vedere storie – alcune note, nel panorama internazionale del cinema contemporaneo, ed altre totalmente sconosciute, di ‘nicchia’ come si usa sgarbatamente dire – che possano raccontarvi la vita, arruffandola, innamorandola, terrorizzandola anche!

Eccesso, mistero, passione… ci sembrava che meglio non potevamo battezzare la ‘cosa’ se non con l’ultimo lavoro di Darren Aronofsky.

Buona visione, e al prossimo film…

Dicono del film

 

Mostruoso, malato e fastidioso fino all’ossessione, una piramide di mille paure che mostra quanto non vorremmo vedere mai.

(Supadany)

 

È un film che divide aspramente pubblico e critica, e forse conviene partire da questo dato… ogni reazione è legittima, l’importante è dire la propria senza farsi influenzare dal giudizio altrui. Aronofsky costruisce un film volutamente simbolico-allegorico, un incubo surreale che sfocia nell’horror, un film politico che aggiorna alla situazione attuale gli enigmi di film come “Rosemary’s baby” di Polanski o “L’angelo sterminatore” di Bunuel, citati in maniera abbastanza scoperta. Sulla carta il film ha tutto per funzionare e il crescendo della prima ora di proiezione regge abbastanza bene, accumulando sorprese e colpi di scena con una sceneggiatura abbastanza interessante, dove i personaggi hanno delle motivazioni e non sono esclusivamente funzioni allegoriche di un discorso predefinito. Poi il regista non riesce a fermarsi in tempo, e il troppo storpia: il film sceglie la strada dell’eccesso, di un grand-guignol spesso abbastanza compiaciuto. (Steno79)

 

Mothermother! – è musa ispiratrice ed emblema e frutto di una trasfigurazione lirica funerea e incendiaria.

(M Valdemar)

 

Il film in streaming:  openload.co/f/ZOAsD37rTGw

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