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09/01/2018 00:00:00

Giro di droga tra Trapani e Ragusa, 12 condanne confermate in appello

Dodici condanne sono state confermate e cinque diminuite nel processo davanti alla Corte d’Appello, nei confronti degli imputati implicati nell’operazione antidroga “Nikla”, eseguita il 15 gennaio 2013 che ha posto fine ad un giro di droga tra Palermo, Trapani e Ragusa. I giudici della quarta sezione hanno deciso anche un proscioglimento e cinque assoluzioni. Secondo l’accusa diversi spacciatori dalle province di Trapani e Ragusa, si sarebbero riforniti a Palermo, in particolare nei quartieri Zisa e Uditore, ma anche a Monreale e Partinico.

Il giro d’affari sarebbe stato di circa sessantamila euro a settimana. Confermate le pene più pesanti del Gup Giuliano Castiglia, emesse il 12 febbraio del 2015 ovvero nove anni a Benito Cordova, sei anni e otto mesi ad Andrea Di Maggio, detto lo «Zio», sei anni a Mohamed Hedi Bedoui. Per Fabio Comito, la condanna è stata ridotta da sei anni a cinque anni e dieci mesi.

Cinque anni e quattro mesi sono stati confermato per Nicola Dainotti e cinque anni per Carmelo Sfarruggia. Sconti più significativi sono stati concessi invece a Fabio Cordova (da quattro anni e quattro mesi a un anno e quattro mesi) e a Carolina Di Fatta (da tre a un anno). Giuseppe Cascino ha ottenuto una riduzione di due mesi (da tre anni a due anni e dieci mesi) e Palma Intravaia è invece passata da otto mesi a una pena di cinque mesi e dieci giorni. Prosciolto per prescrizione Giuseppe Di Cara, che era stato condannato in primo grado a due anni e due mesi.

Le altre conferme riguardano Mansour Mouez e Benedetto Mattina (due anni e otto mesi a testa), Matteo Testa (otto mesi), Fedele «Danilo» Russo (sei mesi), Anto – nino Pezzino (quattro mesi), De – borah Lodi (tre mesi) e Nunzia Pezzino (tre mesi anche per lei, ma in appello le è stata concessa la sospensione della pena).

Diventano invece definitive le assoluzioni di Krizia e Gabriele Cutrera, Pietro Milazzo, Gianni D’Anna ed Emanuele Spitalieri. Secondo la Procura, lo «zio» Andra Di Maggio, che non avrebbe mai toccato direttamente né l’hashish né la cocaina, sarebbe stato in grado di rifornire una vastissima rete di spacciatori, spesso disoccupati e tossicodipendenti, non solo nella zona della Zisa e dell’Uditore, ma anche a Monreale, Partinico e persino a Trapani e Ragusa.