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16/01/2018 06:00:00

Sicilia, elezioni, il rebus ricorsi sulle Regionali. Rifiuti: Pierobon verso l'assessorato

 Che guazzabuglio queste elezioni regionali dello scorso 5 novembre in Sicilia. 
I ricorsi presentati pare possano cambiare le geografia politica dell'ARS.

Nel trapanese, da Giacomo Tranchida a Giacomo Scala e, in ultimo, anche Paolo Ruggirello, c'è molto fermento.
Tranchida e Ruggirello non sono stati eletti dentro le fila del PD, Giacomo Scala è rimasto a casa nonostante i suoi 5500 voti, lista troppo debole quella di Sicilia Futura.

Non si arrendono i tre politici che chiedono in buona sostanza il rispetto della legge. La richiesta è che il TAR annulli l'elezione dei deputati eletti nella provincia di Trapani, ad esclusione di Baldo Gucciardi che ha presentato la regolare e necessaria documentazione richiesta, come norma Severino richiede.

Unica data di udienza per Tranchida e Ruggirello, il 23 febbraio il Tribunale Amministrativo Regionale si esprimerà sulla natura del ricorso.
Altra data per Scala, dovrà attendere il 22 marzo per la pronuncia del TAR.

Per i legali ( Dario Safina e Vincenzo Maltese per Tranchida; Safina e Alessandra Augugliaro per Ruggirello; Fabio Sammartano per Scala) c'è stata una errata applicazione della legge Severino, ovvero la sua violazione. Chi avrebbe violato la legge? Sono i deputati eletti della provincia di Trapani: per l'UDC Eleonora Lo Curto; per il movimento Cinque Stelle Sergio Tancredi e Valentina Palmeri; per Forza Italia Stefano Pellegrino.

I candidati avrebbero dovuto presentare, lo dice la legge, una dichiarazione con la quale attestavano di non trovarsi in una delle condizioni indicate dalla stessa normativa che regola l'incandidabilità.

La mancata presentazione di questa dichiarazione prevede l'esclusione dalla lista. I quattro deputati ( Lo Curto, Palmeri, Tancredi, Pellegrino) pare non abbiano presentato tale dichiarazione ma una attestazione su modulistica antecendente e non valida, perchè non aggiornata.
Se il TAR si pronuncerà, esaminati i ricorsi, favorevolmente sia Ruggirello che Tranchida diventerebbero deputati, stessa sorte toccherebbe a Giacomo Scala.

Ricorsi a parte, continua l'emergenza rifiuti in Sicilia.
Nello Musumeci, presidente della Regione, insieme a Leoluca Orlando, si è recato presso la discarica di Bellolampo. Il Governatore si dice intenzionato a chiedere i poteri speciali, vista la situazione di drammaticità e il grave ritardo dell' isola rispetto al resto dell'Europa.
Bisogna puntare sulla differenziata soprattutto nelle città metropolitane, lo dice Musumeci, e in tal senso si sono avviate le interlocuzioni con i sindaci di Palermo, di Catania e di Messina. Non è possibile conferire in discarica tantissime tonnellate di indifferenziata, il sistema è al collasso. C'è il parere favorele, dell'assessorato regionale al Territorio e Ambiente, per l'ampliamento della scarica.

Intanto, pare potrebbe essere nominato assessore all'Energia, dopo le dimissioni di Vincenzo Figuccia, assessorato che viene guidato ad interim dallo stesso Musumeci, il veneto Alberto Pierobon.
Lunga esperienza nel campo dei rifiuti e curriculum di tutto rispetto, proposta lanciata dall'UDC. Pierobon ha già gestito situazioni emergenziali come quella della Campania.

il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha incontrato a Palazzo d’Orleans una rappresentanza di sindaci del Palermitano. Tutti chiamati al capezzale di una congiuntura che si trascina da anni. A far scattare l’allarme è stata questa volta l’impossibilità degli stessi Comuni di poter continuare a conferire i rifiuti nella discarica di Bellolampo, vista l’imminente saturazione e pertanto la possibilità di scaricare l’immondizia solamente per i comuni di Palermo e Ustica. «Siamo tutti in trincea - ha detto Musumeci - e per questo motivo dobbiamo lavorare in sintonia, altrimenti sarebbe la sconfitta della politica. Non voglio assolutamente scaricare la responsabilità sui Comuni, ma abbiamo ereditato una situazione pesante, figlia di un ritardo ventennale. I rifiuti non sono né di destra, né di sinistra e pertanto la battaglia va vinta tutti insieme, consapevoli, comunque, che per superare questa fase, di emergenza nell’emergenza, ci vogliono dai due ai tre anni. Dobbiamo recuperare una carenza strutturale, affinché al termine del mio mandato questa Regione possa essere normale e assicurare standard di efficienza al pari del resto d’Italia».


Il presidente della Regione ha illustrato ai sindaci il programma per far fronte all’emergenza che l’amministrazione metterà in campo nel breve-medio periodo, a cominciare dalla ricognizione - già avviata - di discariche nel Palermitano, evitando così il trasferimento dei rifiuti in Sicilia orientale, con conseguente diminuzione dei costi. Musumeci ha ricordato anche che giovedì prossimo incontrerà il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al quale chiederà poteri straordinari per accelerare l’eventuale realizzazione della settima vasca della discarica di Bellolampo. La parola d’ordine della Regione è riorganizzare il ciclo dei rifiuti, che dovrà aprirsi e chiudersi nell’ambito dello stesso territorio provinciale, senza più «viaggi della speranza», affidando la gestione non alle Srr, ma alle vere assemblee dei sindaci: le Città metropolitane e i Liberi consorzi di Comuni.
I sindaci, nei loro interventi, hanno sottolineato che con l'impossibilità di potere continuare a utilizzare Bellolampo i costi di trasporto dei rifiuti nella Sicilia occidentale sono schizzati alle stelle, con ricadute negative per i cittadini che vedranno, a partire da quest’anno, l’aumento della Tari. Altro problema quello dei numerosi pignoramenti che i Comuni stanno subendo, a seguito di procedure esecutive, da parte degli ex Ato in liquidazione.


«Ci stiamo attrezzando - ha concluso Musumeci - con misure ordinarie e, confidiamo, anche straordinarie per poter essere normali al massimo entro tre anni. In questo disegno, il ruolo della Regione sarà esclusivamente quello di programmazione e regolazione, la gestione dovrà essere affidata ai territori, come prevede la legge». Alla riunione hanno preso parte anche il dirigente generale del Dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti, Salvo Cocina, e il consulente della Regione nella tematica ambientale, Aurelio Angelini.