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19/02/2018 16:21:00

Processo Rostagno: in appello assolto Vito Mazzara. Ergastolo confermato per Virga

 Clamorosa sentenza della Corte di Assise d'Appello di Palermo. E' stato assolto Vito Mazzara, colui che era ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio di Rostagno.

E' stato invece confermato l'ergastolo per Vincenzo Virga. "E' stata dura - dice l'avvocato Vito Galluffo, che difendeva Mazzara con il figlio Salvatore- ma abbiamo azzerato i risultati farlocchi dell'esame del Dna che in primo grado avevano inchiodato Mazzara". Non è lui pertanto il killer che ha uccisio Rostagno, secondo i giudici.

Sentenza ribaltata rispetto al primo grado: "Nella mia requisitoria -continua Galluffo - avevo chiesto ai giudici: rendete giustizia a Rostagno, assolvete Mazzara. Non era una provocazione la mia, perchè in realtà anche in queste indagini ci sono stati depistaggi e documenti spariti". 

L'accusa invece aveva chiesto la conferma degli ergastoli (ne abbiamo parlato qui) in primo grado. "L’omicidio di Mauro Rostagno - scrivevano i giudici - era volto a stroncare una voce libera e indipendente, che denunziava il malaffare, ed esortava i cittadini trapanesi a liberarsi della tirannia del potere mafioso, era un monito per chiunque volesse seguirne l’esempio o raccoglierne l’appello, soprattutto in un'area come quella del trapanese dove un ammaestramento del genere poteva impressionare molti”.

L'omicidio di Rostagno, pertanto, resta un mistero. Uno dei tanti, troppi, misteri della nostra terra. "Sentenza illogica - dice la sorella del sociologo-giornalista, Carla - sono delusa".

Decisiva la consulenza della difesa fatta dall'ex capo del Ris di Parma, il generale Luciano Garofalo, che ha illustrato alla corte d'assise d'appello di Palermo le sue conclusioni sull'esame del Dna che, secondo l'accusa, incastrerebbe il boss Vito Mazzara. "Il Dna usato per la comparazione – ha detto Garofalo - era in quantità minima e comunque misto, riconducibile cioè al profilo genetico di più individui". La perizia sul Dna, estratto da parti del fucile usato per l'agguato - l'arma si ruppe durante la sparatoria - fu decisiva in primo grado per la condanna di Mazzara.