Quantcast
×
 
 
05/03/2018 15:40:00

Elezioni a Trapani, parla Giacomo Tranchida

...qualcuno dirà che sono di Valderice, che attualmente faccio il Presidente del Consiglio comunale a Erice, pertanto, non ho titolo a metter naso nelle cose della città capoluogo
...qualcun altro aggiungerà che se dopo Valderice e Erice ..non faccio ancora il Sindaco, non dormirei la notte nel non poter più ricoprire un ruolo di prestigio politico-istituzionale
...altri, da dopo le regionali, ancor più pesantemente stigmatizzeranno la mia ostinazione nell’aver prodotto ricorso al TAR (invocando ..semplicemente, l’applicazione anche in Sicilia della legge Severino) cui potrebbe seguire quella al CGA
-> fra costoro, ci sono “addetti ai lavori”, avversari politici noti e meno ...ma ci può stare.
...pochi altri sono nemici politici giurati (compreso qualche dirigente del PD) a cui la mia “libertà” culturale, non omologabile alla logica dei padrini & padroni (locale e non), non è andata mai a genio ...ebbene, mi dispiace solo dover continuare a deludere costoro

..e poi, ma innanzitutto, ci stanno moltissimi cittadini trapanesi, persone normali, gente comune, ambienti sociali e professionali diversi, tanti trapanesi oserei dire, senza supponenza ...e credo ben oltre quanti mi hanno tributato consenso e fiducia alle elezioni regionali, che sin dal giorno dopo le elezioni regionali mi dicono di dare una mano a Trapani, di scendere in campo e metterci la faccia.
Sarà forse ..solo curioso (oltre che gratificante, non lo nascondo) che oggi tanti cittadini trapanesi doc pensino a un “extra comunitario ..valdericino” alla guida della loro città? Può essere che i trapanesi si sentano delusi, amareggiati, forse anche offesi nell’orgoglio cittadino ...scoprendosi cittadini contribuenti non di Trapani capoluogo, ma di una città ormai quasi alla deriva, fanalino di coda - purtroppo - della provincia intera?!
Ecco, questa è la domanda che a mio avviso dovrebbero porsi le forze politiche e i loro dirigenti locali, al netto degli scontri (e relative ragioni/opinioni) anche aspri del passato, ancor più recentemente alimentati dalle vicende di cronaca giudiziaria note.
-> Rispetto a tanto e alla palpabile necessità di restituire Serenità e ridare Speranza ad una Comunità sempre più afflitta, è immaginabile che i “protagonisti” e le relative forze politiche mettano oggi da parte l’espressione rappresentativa e il simbolo di appartenenza, offrendo invece le loro idee, progettualità e contributi di esperienza a servizio del 1’ partito della città: Trapani! ...??

“Rispondo” a tutti, senza presunzione ma con il cuore in mano, così come ho cercato di fare in questi 3 mesi incontrando e invitando a riflettere diversi rappresentanti politici, delle associazioni e del civismo trapanese, rispondendo a imprenditori, commercianti, professionisti e cittadini comuni: occorre avere un grande coraggio, quello di affrontare una stagione (ormai matura) di cambia-menti e, pertanto, ripartire da un cantiere politico socio-culturale che s’intesti un progetto civico plurale di rinascita per la città di Trapani. Un progetto culturale, prima ancora che politico, che richiami le donne e gli uomini di buona volontà, prima ancora che nel delegare, nel mettersi in discussione mettendoci anche la faccia, senza girarsi indietro nel chiedere al compagno di viaggio da dove vieni ma, tirando su maniche di camicia, ponendosi l’obiettivo di condividere insieme la fatica del viaggio da intraprendersi per far ripartire Trapani.

Ps ..per gli addetti ai lavori, i curiosi e quanti smaliziati e giornalisti a caccia di notizie, vogliono chiedermi cosa farei davanti a tale auspicabile scenario, rispondo intanto di aver già promesso di dare una mano ..e continuo da cittadino “semplice” a farlo, insieme ad altri, anche in silenzio stampa: per far tornare a volare Trapani dall’aeroporto di Birgi, per far riaprire il teatro Tito Marrone, per migliorare i servizi di collegamento e trasporti, per i nuovi servizi ecologici e ambientali. Lo devo intanto ai trapanesi che mi hanno tributato grande fiducia ma anche a quanti cittadini e imprenditori incontro ogni giorno senza stare a chiedermi per chi hanno votato. Non mi rassegno di certo alla morte lenta del nostro territorio e/o all’asfissia delle nostre città, ancor meno alle logiche politiche romano-palermocentriche che sembra vogliano solo i voti dalla nostra gente noncuranti degli interessi vitali delle nostre comunità che, legittimamente, ne pretendono la difesa anche con propri rappresentanti.
In buona sostanza e senza stare a fare il “prezioso”, sinceramente non mi ritengo indispensabile, ne debbo ritagliarmi per forza di cose il ruolo di centravanti, ma se la plurale squadra che auspico mette in campo tutte le sue migliori energie, indossando però la sola maglietta del Trapani, potrei benissimo provare a rendermi utile. La panchina in ogni caso non mi spaventerebbe, l’importante è il gioco di squadra e dunque vincere il campionato per far tornare Trapani ..in serie A!

Giacomo Tranchida