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07/06/2018 06:00:00

Salemi. Emergenza rifiuti infinita, discariche chiuse, ma poi arriva il decreto

   Fino a metà mattinata di ieri allarme rosso sul fronte dei rifiuti. 

Creando un disservizio non provocato dal proprio operato, comprensibile l'irritazione del sindaco Domenico Venuti, che si vedeva costretto a prendere  la decisione odiosa di sospendere la raccolta per la giornata di sabato.

 

E' noto infatti che la raccolta differenziata ha raggiunto percentuali di tutto rispetto, facendo balzare la città di Salemi, ai primi posti della classifica dei comuni virtuosi nella provincia di Trapani.

 

Vedere vanificati, nel giro di pochi giorni, i positivi risultati ottenuti in poco meno di un anno, per cause indipendenti  dal proprio operato, non e' un rospo tanto facile da ingoiare.

 

Regnando lui, era facile scaricare tutto sulle spalle di Rosario Crocetta. Uno sport praticato un po' da tutti, maggioranza e opposizione, spesso a ragione, ma molto spesso anche come parafulmine per coprire altrui inadempienze sia regionali sia nazionali.

 

Ma da quando ormai, e sono sei mesi, le leve di comando, sono passate a Nello Musumeci, un politico di lungo corso, (presidente della provincia di Catania, deputato europeo, sottosegretario di un governo Berlusconi) ogni alibi non ha più ragione d'esistere. 

 

Il presidente di Val di Catania, come si ricorderà, ha vinto le ultime elezioni promettendo che la Sicilia "diventerà bellissima".

 

Un impegno non da poco, considerando che l'Isola bellissima lo e' di suo, che senza dubbio include l'eterno problema,  irrisolto fino ad oggi, della raccolta dei rifiuti solidi urbani.

 

Non e' certo un bel vedere, lo spettacolo indecoroso a cui sono costretti ad assistere cittadini residenti e turisti circolando per tantissime città isolane, a cominciare dal capoluogo di regione e della provincia. 

Si parla nuovamente di emergenza rifiuti. Una storia infinita e senza fine.

 

Un giorno ti comunicano che non si può utilizzare la discarica di Bonorrea, e il giorno dopo  quella di Siculiana.

 

Poi magari, dopo qualche mese, arriva  il divieto all'incontrario, come quando si mettono indietro le lancette dell'orologio per l'ora legale.  

 

Nei giorni scorsi e' stato il turno  di Siculiana.  

 

L'immondizia verrà trasferita a Lentini, viene detto. Facile a dirsi. Da Salemi oltre 600 chilometri, più di sei ore di viaggio. Impossibile! Costi e tempi stellari!

 

E allora, ti dicono che una piccola quota potrebbe trovare rifugio nell’impianto di Trapani.

Gia'. Una piccola quota. Ma non si precisa quanto.

 

Rimane la certezza che per tutta l’altra immondizia, prodotta da una sessantina di Comuni del Nisseno, del Trapanese, dell’Agrigentino e pure del Ragusano, fino a pochissimi giorni fa non c’era ancora una destinazione.

 

Caspita! Se non e' emergenza questa!

 

In questi casi scatta subito la sceneggiata del rimpallo delle responsabilità.

 

C'e' chi sostiene che l'emergenza  è scoppiato dopo il no del ministero alla proroga dell’ordinanza che permette di far lavorare le discariche oltre i limiti di legge.

 

Ma c'e chi sostiene il contrario.  Dalla Sicilia non ' partita alcuna proposta concreta e alternativa, e' il tempo ci sarebbe stato. Del resto, non occorre essere dotati di chissà quali doti divinatorie per prevedere in tempo l'esaurimento delle capacità delle discariche!

 

Come non occorre essere l'oracolo di Cuma per ipotizzare il permanere di

montagne di rifiuti lungo le strade delle nostre ridenti città.

 

La discarica di Siculiana, dei fratelli Catanzaro, da un settimana ha chiuso i battenti. La mancanza della proroga dell’ordinanza non gli permette di accogliere i rifiuti.

 

Trovare con urgenza una destinazione a circa 450 tonnellate al giorno prodotte nelle quattro province citate non e' cosa semplice.

Per il semplice fatto che la ricerca di un sito idoneo ad una discarica non e' un fatto ineluttabile. Come anche l'avvio della raccolta differenziata non e' disgrazia mandata dal cielo. Entrambe le cose presuppongono una volontà di programmazione.   

 

Esageriamo se diciamo che  fino a questo momento non ne vediamo una tangibile, nemmeno all'orizzonte?

 

Esageriamo se diciamo che di emergenza rifiuti sin Sicilia si discute da un ventennio circa?

 

Qualcuno,  più fiducioso o ingenuo ha parlato di un gioco a incastro che si è creato col no di Roma alla proroga dell’ordinanza.

 

A noi sembra piuttosto di un ennesimo gioco pirandelliano delle parti.

 

Prima della scadenza dell'ordinanza  gli impianti di biostabilizzazione che si trovano all’ingresso di ogni discarica e dai quali devono passare obbligatoriamente i rifiuti sostando per neutralizzare i principi inquinanti, erano utilizzati al massimo. E itempi erano ragionevolmente accettabili.  Ma ora, in regime ordinario, ci vogliono almeno tre settimane. Da qui il blocco.

Tutto prevedibile. Ma da noi tutto sembra accadere improvvisamente.

 

Il ministero contesta alla Regione i ritardi con cui sono stati  portati avanti gli impegni presi a dicembre.  

 

Che consistevano nella realizzazione, appunto,  di nuovi impianti di bio-stabilizzazione.

 

In assessorato non sapevano come fare quadrare i conti. 450 tonnellate fra i pochi impianti disponibili a distribuirli e' impossibile da farsi in poche ore.

 

Chi ne paga le conseguenze alla fine sono i sindaci che  debbono rendere conto e ragione ai cittadini che pagano le tasse e  le tariffe.

 

La tensione si surriscalda  e Domenico Venuti non sopporta di dovere annunciare alla città di sospendere la raccolta a partire da sabato.

Questa la situazione che sembra essere immutabile, fino a mezzogiorno.

Quando tutto sembra irreversibile, giunge, come la Provvidenza di manzoniana memoria,  una telefonata da parte del Prefetto.

Il decreto di Nello Musumeci e' stato firmato. Scampato pericolo, ancora una volta, sul filo di lana.

La Sicilia  per "diventare bellissima" può attendere.

 

Franco Ciro Lo Re