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15/08/2018 06:00:00

Il musical "Il mio canto libero". Viaggio nella società, le mode e i costumi degli anni 70

L'associazione Arco domenica sera ha allietato la città di Marsala con un musical al Convento del Carmine. Dal 1968 agli anni '70 un percorso in musica e parole, ricordando il caso Moro. Il mistero che ha aleggiato per molti anni su quell'uccisione.

Da Lucio Battisti a De Gregori fino a Vecchioni, i grandi della musica italiana, non poteva mancare Baglioni. Aneddoti locali e qualche vecchio personaggio marsalese hanno trovato spazio nel racconto di Giacomo Frazzitta. L'anima portante del gruppo. Circa 250 gli spettatori, che hanno cantato e si sono emozionati, a voler tornare adolescenti ci si prova sempre.

Il mio canto libero portato in scena ha voluto fare un tuffo nel passato, chi per qualche ragione non è legato a una delle canzoni cantate?
Il riferimento al rapimento e poi all'uccisione di Aldo Moro, che quest'anno ha compiuto 40 anni dalla sua scomparsa, ha fatto drizzare le orecchie al pubblico più attento.

Peccato che a Moro sono stati dedicati pochi minuti, le contraddizioni di quel rapimento, le celate verità meritavano un approfondimento a parte. Insomma, Moro è Moro non si può liquidare con due parole.
Grande affiatamento tra i componenti dell'associazione, grande entusiasmo tra il pubblico. Gli anni 70 sono stati indicativi per la rivoluzione  femminista, in verità si è trattata della seconda ondata che l'Italia ha acchiappato dall'America.

Un viaggio in note che grazie al catalizzatore di attenzione, Frazzitta, ha ripercorso delle tappe fondamentali che hanno dettato lo sviluppo della società italiana. Tra i componenti della band anche Aldo Bertolino che con la sua tromba riesce sempre a regalare delle belle emozioni.
In quel periodo molti i gruppi musicali che nacquero tra cui i Cugini di campagna, l'accenno alle loro canzoni ha fatto smosso i ricordi delle signore più grandi. Raccontare cosa siano stati gli anni 70 non è cosa semplice, non lo è mai quando si tratta di raccontare la società del tempo, le tappe storiche.

Ci si prova a farlo in musica, con quella del tempo. E' stato un decennio di libertà, di trasgressione, di lotte politiche. Il clima modaiolo di quegli anni imponeva tanti colori con gigantesche stampe, molti fiori, lunghe collane, jeans a zampa. Il 1976 è anche l'anno in cui muore Carosello e arrivano i cartoni animati giapponesi, i ragazzi della compagnia Arco ne hanno cantato qualcuna, come non ricordare Ufo Robot o i Barbapapà?

Hanno fatto capolino anche le canzoni di Roberto Vecchioni, i suoi testi sono poesia. Fotografia del tempo, come di adesso.
Il professore non ha mai sbagliato un testo, ha emozionato e gridato agli allarmi sociali.
Samarcanda, che nonostante la melodia non ha nulla di allegro, racconta di un tempo ineluttabile ancorato alla morte. Un tormentone che oscura un dramma, perchè dietro ogni canzone c'è un'anima che si racconta. Domenica sera l'associazione Arco ha aperto quelle porte.