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01/10/2018 13:38:00

E' stato arrestato Vito Marino, autore della strage Cottarelli. Si nascondeva a Vita

19,25 - Ecco nel player accanto questo articolo il video dell'arresto del latitante Vito Marino.

Una trentina di poliziotti lo ha ammanettato all’alba all’interno di un ovile di proprietà del pastore pregiudicato Gaspare Simone. È finita così la latitanza di Vito Marino, sorpreso dagli agenti, mentre dormiva. L’uomo, che deve scontare una condanna all’ergastolo per triplice omicidio, non aveva armi né cellulari.

“Riteniamo che abbia trascorso buona parte della latitanza (cominciata nel luglio del 2016) nel trapanese, territorio dove ha potuto contare sui necessari appoggi”, ha detto Fabrizio Mustaro, capo della Mobile di Trapani nel corso della conferenza stampa che ha illustrato il blitz.

Le indagini che hanno portato alla cattura di Marino, condotte da Sco e dalle squadre mobili di Palermo e Trapani, sono state coordinate dal capo della Dda di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido. Il latitante è figlio del defunto boss di Paceco, Girolamo, detto Mommu u nanu, assassinato nelle campagne del trapanese alla fine degli anni Ottanta. Per individuarlo, senza destare sospetto, i poliziotti, oltre a mimetizzarsi, hanno impiegato sofisticate apparecchiature tecnologiche. “Lui è stato molto cauto e attento. Noi di più”, ha detto il capo della Mobile di Trapani.

16,40 - "L'abbiamo preso mentre dormiva, sul divano, in un ovile nelle campagne di Vita. In trenta abbiamo fatto irruzione, non ha opposto resistenza". E' questo il racconto che fa il capo della Squadra Mobile di Trapani, Fabrizio Mustaro, in merito all'arresto avvenuto questa mattina di Vito Marino, latitante dopo la condanna che ha subito per la strage della famiglia Cottarelli a Brescia. Una vicenda giudiziaria complicata, per la quale il cugino di Vito, Salvatore, attende a Gennaio l'ennesimo giudizio.

"E' stata un'operazione complessa - continua Mustaro - che è durata un anno, e che abbiamo portato avanti grazie all'apporto della polizia scientifica". Vito Marino è un nome pesante nella mafia trapanese, e infatti nelle campagne tra Paceco, Trapani e il Belice godeva di tantissima protezione. "Con lui abbiamo arrestato il proprietario dell'ovile dove era nascosto, Simone Gaspare, un pastore pluripregiudicato".

L'ordine di arresto per Marino veniva direttamente dalla Procura generale di Milano, dopo la condanna all'ergastolo. Il pastore che lo ha ospitato ora rischia fino a cinque anni per il reato di "procurata inosservanza di pensa".

Vito Marino già una volta si rese latitante, nel 2011, e fu trovato nelle campagne di Fulgatore. Latitante fu anche in quell'anno il cugino Salvatore, che aveva trovato riparo niente di meno che in Spagna, a Tenerife.

13,00 - Dopo due anni di latitanza è stato arrestato Vito Marino, 52 anni. Marino è stato catturato dalla polizia di Trapani, si nascondeva in un ovile nelle campagne di Vita, paesino della provincia di Trapani. 

Marino è  è stato condannato in via definitiva per aver ucciso il 28 agosto del 2006 nella loro villetta a Brescia l’intera famiglia Cottarelli, padre, madre e figlio diciassettenne.

Nel 2017 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo per Vito Marino per la strage e contestualmente la Suprema Corte ha annullato la condanna all'ergastolo per il cugino di Vito Marino, Salvatore, anche lui accusato di aver partecipato alla strage Cottarelli, rinviando gli atti in Corte d'appello dove di fatto la vicenda è approdata per la quarta volta, dopo i tre processi di secondo grado precedenti di cui uno celebrato a Brescia e due a Milano.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma oggi pomeriggio in questura a Trapani, alla presenza del direttore dello Sco e degli investigatori.

 La polizia sta valutando la posizione dei due proprietari della struttura, che però al momento non sono stati ancora rintracciati. Marino è il figlio di Girolamo Marino, detto `Mommo ´u nano’, considerato un elemento di spicco di cosa nostra trapanese e ucciso da Matteo Messina Denaro nel 1986 durante la guerra di mafia di quegli anni.