Quantcast
×
 
 
23/11/2018 06:00:00

Pd, per la segreteria Faraone contro Piccione. A Trapani Gucciardi lancia Lombardino

 Giochi chiari dentro il Partito Democratico siciliano, le candidature per la segreteria regionale ci sono e sono due.
Da una parte Davide Faraone, senatore dem, braccio destro di Matteo Renzi, precursore di un rinnovamento della politica, che apre ai moderati, europeista e riformista.


Dall'altra parte c'è Teresa Piccione, legata a Giuseppe Lupo, capogruppo all'Ars, l'area nazionale è quella dell'ex Ministro Dario Franceschi e adesso di Nicola Zingaretti.
La Piccione scende in campo contro i renziani, nonostante dica ci siano molti di quell'area che abbiano scelto la sua figura. Una donna, di 62 anni, già deputata regionale e prima dei non eletti al Senato alle elezioni del 4 marzo.
Una resa dei conti senza precedenti, così l'ha intesa l'AreaDem che fa capo a Lupo, tanto da volere necessariamente fare uno scontro tra diverse anime, l'una ad esclusione dell'altra.
E' questa la sintesi, senza tanti giri di parole. In provincia di Trapani le cose non sono messe in maniera diversa. C'è stato un primo segnale di continuità con la ricandidatura alla segreteria provinciale del segretario Marco Campagna, stoppata dopo qualche giorno per non avere trovato la convergenza sui vari territori. A tessere la tela di nuove alleanze è Baldo Gucciardi, che nell'incontro palermitano con Davide Faraone ha spinto per la sua corsa a segretario regionale garantendo l'appoggio sul territorio trapanese, appoggio che non c'è mai stato. Gucciardi con un colpo a sorpresa ha deciso di schierare in campo Giuseppe Lombardino per la segreteria provinciale mettendo insieme così le anime che fanno capo a Mino Spezia, ex sindaco di Valderice, e dei tranchidiani. L'accordo prevede poi la convergenza su Teresa Piccione per la segreteria regionale.


Lo stesso deputato del Pd ai nostri microfoni ha detto chiaramente che non ha condiviso il percorso di Faraone, ha ribadito che con Teresa Piccione non sarà certamente facile convincere le persone ad andare a votare: non si sono più ascoltati i cittadini.
Ma la domanda che Gucciardi fa fatica ad inghiottire è sempre la stessa: dove sono stati gli eletti dalle ultime regionali ad ora? Il partito, dice, ha avuto un periodo di crisi senza precedenti. Ma il partito, verrebbe da dire, chi è? E' sempre il solito discorso, la politica non si può fare sotto campagna elettorale e Gucciardi è il deputato che ha preso voti sia a sinistra, la sua area, sia nel centro destra salvo poi lasciare tutto l'elettorato e i territori senza alcuna presenza. Errori questi che si pagano lungo il percorso politico.
Dire adesso, sfilandosi da ogni responsabilità, che il dibattito doveva essere sui temi e non sulle persone sembra un film visto, le solite frasi dette a casaccio. La responsabilità è proprio di chi ha fatto e disfatto ciò che voleva e senza curarsi di alcuno.
Di fatto c'è la rottura insanabile tra Gucciardi e Faraone, il senatore palermitano
lascia intendere di non avere più niente a che fare con quest'area che non si capisce bene dove voglia andare.
Cambieranno gli equilibri in provincia? Di certo c'è che Faraone dovrà costruire una nuova rete di contatti e di persone sui cui potere contare nel territorio trapanese, ci sarà bisogno di linfa nuova e non logorroica, attaccata alla spartizione delle poltrone e ai posti in lista. In molti da Trapani a Marsala sono pronti a dare il loro impegno a fronte di un riconoscimento in posizioni chiavi. Altro che politica al servizio del cittadino e della collettività.
E intanto Faraone lancia il ticket con Antonio Rubino, suo vice, aprendo all'area dei Partigiani dem. Gli fa da eco il segretario uscente, Fausto Raciti, in piena sintonia politica adesso con Faraone, dopo che sono volati gli stracci. Il Pd potrebbe dire di cambiare tutto per non cambiare niente. Stoppa, Raciti, ad una eventuale apertura ad ambienti di Forza Italia, speriamo che la coerenza voglia anche non ricercarli ai gazebo quei voti.
Intanto, sarà difficilissimo portare la gente a votare per le primarie del 16 dicembre, così difficile che si rischia un flop senza precedenti e che porterà ad una ulteriore sconfitta alle europee del maggio 2019.