A Marsala si torna a discutere del Piano carburanti, già la giunta guidata dall'allora sindaca Giulia Adamo volle mettere mani alla materia approvando il Piano Urbano di razionalizzazione e ristrutturazione della rete distribuzione carburanti.
Con l'attuazione di questo Piano si voleva normare l'utilizzo del territorio per la gestione degli impianti tenendo conto della sicurezza dei luoghi, della viabilità e anche dell'ambiente. Molti impianti, infatti, presenti in città non risultano compatibili con le indicazioni di legge regionale: si trovano vicino a scuole, o in quartieri particolarmente popolosi, in prossimità di edifici pubblici. In caso di incompatibilità, infatti, non ci sarebbe stato altro da fare che dismettere gli impianti, nell'ultimo consiglio comunale l'argomento diventa attuale.
Enzo Sturiano, presidente del consiglio, e anche altri consiglieri come Daniele Nuccio, hanno presentato mesi fa delle interrogazioni a riguardo: non hanno mai avuto risposta. Sturiano ricorda che un Piano carburanti fu approvato dalla giunta Adamo nel 2013, ma tutto è rimasto lettera morta per le note vicende che portarono poi alle dimissioni della sindaca e al commissariamento del Comune. Il Piano, però, adesso non può attendere, ci sono direttive del Ministero dello sviluppo economico e leggi nazionali che obbligano i Comuni ad adeguarsi ai Piani carburanti per questioni che riguardano la sicurezza pubblica. Sturiano ricorda al sindaco Alberto Di Girolamo che nella zona di Sappusi, vicino la rotatoria, c'era un rifornimento inattivo da due anni, da qualche settimana sempre nella stessa zona, di proprietà comunale, sono stati avviati i lavori per un altro rifornimento.
Si tratta, dice Sturiano, di nuovi lavori con il cambio di taniche e il posizionamento di distributori automatici, in una zona che è ad alto rischio di incidenti. Chi ne ha dato l'autorizzazione e perchè dal 2015 ad oggi in consiglio comunale non è mai arrivato il Piano carburanti?
Si evidenzia anche la presenza di un altro distributore in area demaniale, vicino al porto, è il rifornimento che insiste vicino i locali dell' Aci, a cui è stata ridata la concessione nonostante quell'area sia interessata all'ampliamento della carreggiata in prossimità dell'inizio dei lavori del porto pubblico. Il presidente del consiglio ha chiesto al sindaco di agire in autotutela, prima che il Comune possa subire un danno economico, e quindi di verificare se le concessioni siano state rilasciate con regolarità. Il danno, infatti, potrebbe palesarsi da un momento all'altro in ragione dell'avvio dei lavori del porto pubblico. Chi pagherà i danni all'imprenditore che ha avuto la concessione rinnovata e che avrà fatto anche degli investimenti?
Si tratta, in buona sostanza, di verificare la legittimità del rilascio delle due concessioni ai rifornimenti di via Falcone e di quello antistante i locali dell'Aci, sul lungomare. Il rischio è quello di pagare poi dei debiti fuori bilancio di parecchi milioni di euro.