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27/12/2018 06:00:00

Top news 2018, le tragiche morti dei kiters allo Stagnone di Marsala

Il 2018 è stato un anno tragico per il mondo del kitesurf che ha ormai nella Laguna dello Stagnone di Marsala un luogo di riferimento a livello internazionale. In primavera si è svolta la tappa italiana del mondiale di Freestyle.

Sono tre i kiters che purtroppo hanno perso la vita nello specchio di mare utilizzato per la pratica di questo sport. A giugno è morto Federico Laudani di Tivoli. A Settembre ancora altre due disgrazie. Prima ha perso la vita un giovane polacco e appena sette giorni dopo un 45enne turista francese.

Il 30 giugno Federico Laudani, 31 anni, di Tivoli, è morto mentre praticava il kitesurf. E’ stato colto da un malore fatale, ed è annegato nelle acque basse della laguna. All’inizio si era sparsa la voce che Laudani fosse rimasto vittima di uno scontro con un altro kite, dato che lo specchio d'acqua è sempre affollato di sportivi, e che il suo corpo è stato trovato vicino l'isola Santa Maria, ma la circostanza è stata smentita dagli stessi kiter e dalle prime informazioni raccolte dal giovane polacco che lo ha soccorso. Chiamando altri amici, è riuscito a portarlo a riva e a chiamare i soccorsi. Nonostante l'arrivo dell'ambulanza medicalizzata, ogni tentativo di salvare la vita a Laudani è stato vano.

Il 12 settembre un uomo di origine polacca, un turista venuto con la famiglia in vacanza a Marsala.
E' stato soccorso da due altri kitesurfer. Caricato in barca, è stata allertata la Capitaneria di porto, che ha coordinato le operazioni e ha coinvolto il 118. Chiamati i soccorsi, si è constatato il decesso una volta che il corpo è stato trasportato all'imbarcadero per Mozia.
E' stata proprio la famiglia a dare l’allarme: la moglie dell'uomo e il figlio si aggiravano per la costa nord di Marsala chiedendo informazioni sul loro congiunto che non aveva fatto rientro dopo l'uscita con il kite.

A pochi giorni dalla morte del kiter polacco, il 19 settembre purtroppo ancora una vittima allo Stagnone di Marsala. A perdere la vita è stato un 45enne, di nazionalità francese. L’uomo era con un gruppo di amici, suoi connazionali, e si stava preparando per uscire con il kite, all'altezza del residence Santa Maria. Era già allacciato al kite, nelle operazioni preliminari, quando il gruppo è stato raggiunto da un'improvvisa folata di vento che ha fatto alzare in volo il kite al quale era attaccato l'uomo, trascinandolo per 400 metri lungo la terraferma. L'uomo ha sbattuto ripetutamente per terra, ed è morto subito per i colpi che ha ricevuto. Sono stati gli stessi operatori della scuola kite i primi a prestare soccorso, e a chiamare poi il 118 e le forze dell'ordine.

Queste tragedie hanno alimentato nuovi dubbi sulla sicurezza per la pratica del kitesurf allo Stagnone. Purtroppo  non c'è una vera regolamentazione su quell'area. Nelle giornate in cui il vento raggiunge i nodi ottimali la laguna si affolla di surfisti che scorrazzano, volteggiano, e sfiorano la collisione tra loro.

Insomma con questo 2018 tragico sono più che mai valide le mille domande sulla sicurezza della laguna, sulle regole ad una zona spesso affollata di kiters, sul disciplinare la pratica di questo sport in un'area che tra l'altro rientra nella riserva dello Stagnone, sulle attrezzature sanitarie e personale addestrato in casi di emergenza.  

 



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