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15/01/2019 15:10:00

Dissequestrata la nave Aquarius. Ma dalla Procura smentiscono

 E' giallo intorno alla nave Aquarius, sequestrata prima dalla procura di Trapani e poi da quella di Catania in due inchieste un po' claudicanti, che di fatto hanno solo portato all'incremento del clima di ostilità verso i migranti, e, in pratica, hanno impedito alla nave di salvare chissà quante vite. Oggi era stata data notizia del dissequestro della nave, ma la Procura di Catania smentisce, o meglio, fa una spiegazione di quello che accade. 

L'imbarcazione, posta sotto sequestro dalla magistratura italiana che indaga per smaltimento illecito di rifiuti, secondo il senatore Luigi Manconi è stata dissequestrata. Ma la circostanza è stata negata dalla procura di Catania, con un'argomentazione che suona paradossale: l'Aquarius non può essere stata dissequestrata perché non è mai stata sequestrata, in quanto non era ormeggiata in Italia, bensì a Marsiglia, e il decreto del Gip non è mai stato né eseguito, né impugnato.

Di sicuro c'è che il Tribunale del Riesame ha accolto integralmente il ricorso del principale indagato, l’agente marittimo accusato di aver smaltito illegalmente rifiuti pericolosi provenienti in prevalenza dalla nave. Secondo l'accusa dei pm di Catania, «l’accordo criminoso concluso tra gli appartenenti alle Ong e l’agenzia marittima di Francesco Gianino consentiva da un lato alle stesse Ong di realizzare notevoli risparmi di spesa per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, dall’altro allo stesso Gianino di offrire un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali grazie al quale triplicava il suo giro d’affari passato dai 45 mila euro del 2014 ai 140 mila euro del 2016». Al contrario i giudici chiamati a esaminare il ricorso, e che a giorni depositeranno le motivazioni, non avrebbero rilevato tutti questi presupposti, cassando perciò i provvedimenti emessi dalla procura, che aveva disposto sia il sequestro della nave Aquarius, sia quello dei conti dell’agenzia marittima siciliana.

Di sicuro c'è che il Tribunale del Riesame ha accolto integralmente il ricorso del principale indagato, l’agente marittimo accusato di aver smaltito illegalmente rifiuti pericolosi provenienti in prevalenza dalla nave. Secondo l'accusa dei pm di Catania, «l’accordo criminoso concluso tra gli appartenenti alle Ong e l’agenzia marittima di Francesco Gianino consentiva da un lato alle stesse Ong di realizzare notevoli risparmi di spesa per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, dall’altro allo stesso Gianino di offrire un servizio di smaltimento a prezzi concorrenziali grazie al quale triplicava il suo giro d’affari passato dai 45 mila euro del 2014 ai 140 mila euro del 2016». Al contrario i giudici chiamati a esaminare il ricorso, e che a giorni depositeranno le motivazioni, non avrebbero rilevato tutti questi presupposti, cassando perciò i provvedimenti emessi dalla procura, che aveva disposto sia il sequestro della nave Aquarius, sia quello dei conti dell’agenzia marittima siciliana.