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01/02/2019 06:00:00

Immigrazione. Salvini se la prende con i disperati. Ma aumentano gli sbarchi fantasma

Sono stati sbarcati al porto di Catania i 47 profughi che da giorni erano come in ostaggio in mare al largo delle coste siciliane a bordo della Sea Watch. Si è risolta così, dopo diversi giorni di proteste e tira e molla, la crisi sul fronte umanitario aperta ancora una volta dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini.


Una politica, quella sull’immigrazione, di Salvini che tende a confondere molte cose.
Perchè mentre Salvini si concentra sui profughi “disperati” che arrivano stipati a centinaia in barconi aumentano in Italia, e soprattutto in Sicilia, i cosiddetti “sbarchi fantasma”. Quegli arrivi sulle coste italiane non rintracciati dalle autorità, e che avvengono con mezzi più piccoli e potenti.
Salvini fa passare il messaggio che chi viene salvato in mare a bordo di carrette quasi affondate, e chi percorre il tragitto con gommoni super potenti, siano la stessa cosa. Non è così, però. E lo dicono gli ultimi due anni di inchieste giudiziarie che hanno scoperto cosa c’è dietro le tratte fantasma.


E’ bene fare le distinzioni. I profughi che arrivano dalla Libia percorrono un tratto di mare, spesso controllato da imbarcazioni internazionali, con barconi carichi di migranti. Decine, centinaia, stipati in imbarcazioni fatiscenti, che molte volte naufragano provocando centinaia di morti. I “passeggeri” arrivano dall’Africa Subsahariana, stanno giorni in mare dopo aver subito in Libia violenze e abusi. Pagano dai 500 agli 800 euro per imbarcarsi.

Altra cosa sono i viaggi fantasma. Altra modalità, altre rotte. In Sicilia, ad esempio, arrivano soprattutto in provincia di Trapani e nell’Agrigentino. Piccole imbarcazioni, gommoni, con motori potenti, che trasportano non più di 15, 20 persone. La maggior parte dei passeggeri è di nazionalità tunisina. Ogni viaggio costa anche 3 mila euro. Le organizzazioni criminali che gestiscono questo traffico sono senza scrupoli, e come hanno dimostrato alcune inchieste hanno portato a bordo anche personaggi vicini al terrorismo islamico.
Ecco, la differenza sostanziale sta nel fatto che chi parte con i barconi spera che i mezzi di soccorso italiani o internazionali li recuperino prima che affondi la barca. Spera di arrivare vivo sulla terraferma, di essere identificato, e poter esercitare i diritti garantiti dagli Stati europei. Chi viaggia con i gommoni invece non vuole essere rintracciato, vuole restare, appunto, un fantasma.

I numeri degli “sbarchi fantasma”. Sono stati 341 gli sbarchi fantasma in Italia nel 2018. 5999 migranti arrivati attraverso altre rotte, quelle percorse con piccole imbarcazioni, gommoni con potenti motori, diverse dalle carrette del mare in cui i trafficanti stipano centinaia di profughi.
Sono altri tipi di viaggi, con altra “clientela”. E spesso non vengono rintracciati. Gommoni potenti che trasportano 10, o al massimo 20 persone alla volta. Approdano sulle coste siciliane, pugliesi, calabresi. In luoghi non controllati e fuori dalle rotte convenzionali.

 

E’ soprattutto la Sicilia la meta più ambita da chi effettua questi viaggi. Si parte dalla Tunisia, per sfuggire ai controlli libici, si va in gommone verso Pantelleria, Lampedusa, ma anche le coste di Marsala, Mazara e dell’Agrigentino. Nell’ultimo anno si sono contati 226 sbarchi fantasma in Sicilia, secondo i dati del Ministero dell’Interno. Ci sono i migranti che vengono identificati al momento dello sbarco, e quelli che vengono rintracciati giorni dopo lo sbarco. In Sicilia sono arrivati nel 2018 1229 stranieri. Quelli identificati dopo lo sbarco sono stati 2.157. Le altre rotte sono quelle che dalla Turchia e dalla Grecia percorrono lo Ionio per approdare in Puglia e Calabria. Sono 27 gli sbarchi fantasma avvenuti in Puglia, con 659 migranti identificati subito e 292 dopo lo sbarco. In Calabria sono arrivati in totale 914 stranieri, mentre gli sbarchi fantasma accertati sono stati 20. Altra rotta è quella che dall’Algeria porta direttamente alla Sardegna. Altra isola, altri sbarchi fantasma. Sono stati 68 nel 2018, mentre i migranti accertati sono stati 753.


Degli sbarchi fantasma ha parlato anche il presidente della Corte d'Appello di Palermo, Matteo Frasca, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. “Aumentano in maniera vertiginosa” ha detto il giudice “come effetto del mutamento delle politiche migratorie generali e del conseguente allontanamento delle imbarcazioni delle Ong dalle acque internazionali teatro del traffico di esseri umani”. Frasca ha aggiunto che “oltre alle impervie traversate con i migranti ammassati a centinaia in condizioni disumane su barconi fatiscenti, vengono realizzati sempre più spesso altri sbarchi, specie dalle coste tunisine a quelle siciliane. Questo con mezzi più sicuri e veloci”.


Negli ultimi mesi diverse inchieste hanno svelato l’esistenza di organizzazioni criminali che effettuavano le tratte Tunisia-Sicilia.
Trasportavano sigarette, hashish e persone. Organizzazioni che avevano cellule operative in Sicilia e in Tunisia. Spesso persone integrate nelle città siciliane. Come ha dimostrato l’ultima inchiesta, “Barbanera”, che ha fatto luce su diversi sbarchi fantasma che sono avvenuti nella provincia di Trapani. Da Marsala e Mazara il gruppo criminale aveva messo su un giro di transfer ben organizzato. Ciò che è emerso, di preoccupante, è che in questi viaggi venivano trasportati anche personaggi vicini alla Jihad.