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10/02/2019 18:00:00

Nave Aquarius, il tribunale del riesame di Catania smentisce le accuse di Zuccaro

Il tribunale del Riesame di Catania smonta l'inchiesta con la quale quattro mesi fa il procuratore Carmelo Zuccaro ha disposto il sequestro ( per altro mai eseguito perchè la nave era già ferma nel porto di Marsiglia) della Aquarius, utilizzata da Medici senza frontiere e Sos Mediterranèe per le missioni di soccorso nel Mediterraneo. Un'inchiesta con la quale la Procura di Catania accusò i rappresentanti delle Ong di traffico e smaltimento illecito di rifiuti disponendo anche il sequestro di diversi conti correnti, tra cui quelli dei titolari dell'agenzia marittima che, di volta in volta, si occupava dello scarico e dello smaltimenti dei rifiuti prodotti dalle navi di soccorso.

Accusa che, secondo i giudici del tribunale del Riesame, è totalmente infondata. Accogliendo il ricorso dei difensori e disponendo il dissequestro dei conti dell'agente marittimo indagato, Francesco Gianino, i giudici - riporta Repubblica -  smontano dunque l'assioma posto a fondamento dell'inchiesta secondo cui gli abiti dei migranti, le coperte e i materiali utilizzati sulle navi per il loro primo soccorso sarebbero stati "contaminati" da presunte malattie, dunque pericolosi per la salute pubblica, e da smaltire come rifiuti ospedalieri. Scrivono i giudici: " Dalle relazioni sanitarie si evince che l'unica malattia infettiva riscontrata dalle autorità marittime era la scabbia, patologia in relazione alla quale il problema dei liquidi biologici non poteva porsi". E però "gli indumenti a rischio di contaminazione da agenti patogeni e gli scarti alimentari non potevano essere raccolti in modo indifferenziato". Un illecito questo sanzionato con una contravvenzione.

Medici Senza Frontiere si dice "soddisfatta per la decisione del Tribunale del Riesame, che di fatto smonta l'impianto accusatorio proposto dalla Procura di Catania, ritenendo insussistente il reato di traffico illecito di rifiuti sulla nave Aquarius". "Ancora una volta accuse sproporzionate e infondate contro le navi umanitarie si rivelano per quello che sono: ostinati tentativi di fermare l'azione di soccorso in mare a tutti costi. Senza alcuna considerazione per le conseguenze di questa campagna di criminalizzazione sulla vita delle persone, oggi abbandonate a loro stesse in un Mediterraneo svuotato di navi di soccorso, con il rischio di naufragare senza testimoni o di essere riportate forzatamente nel circolo della detenzione in Libia".