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13/02/2019 06:00:00

Strage di Ustica, lo Stato non fa piena luce sulla verità e non vuole pagare le vittime

Lo Stato, non solo non è riuscito (o non ha voluto) fare piena luce sulla strage del Dc9 dell’Itavia inabissatosi al largo di Ustica la sera del 27 giugno 1980, ma in qualche caso non vuole neppure pagare i risarcimenti disposti dalla magistratura per i familiari delle vittime. E’ il caso della moglie e delle tre figlie di Carlo Parrinello, agricoltore, che quando morì aveva 44 anni. Adesso, stanchi di attendere, i familiari di Parrinello hanno notificato un atto di pignoramento presso terzi nei confronti dei ministeri dei Trasporti e della Difesa per 1.477.107 euro.

E’ questa, infatti, la somma (su un totale di 1.908.909 euro) che lo Stato non ha ancora loro versato nonostante tale risarcimento sia stato sentenziato dalla Corte d’appello civile di Palermo. I familiari di Carlo Parrinello, che percepiscono una indennità mensile di 1600 euro, hanno infatti finora incassato solo 431.794 euro. La sentenza della Corte di appello (la seconda che si è pronunciata sullo stesso caso per decidere le somme da risarcire) del 7 luglio 2017 ed è seguente alla decisione di primo grado del giudice Paola Protopisani, che affermò che la causa dell’abbattimento fu “un missile o una collisione in una scena militare”. L’Avvocatura dello Stato ha cercato di opporsi al risarcimento sostenendo che i familiari delle vittime percepiscono un’indennità di circa 1600 euro al mese.

Quindi, secondo l’Avvocatura, dovrebbero essere defalcate dal risarcimento tutte le somme future che i familiari percepiranno fino al compimento di 75 anni. I legali dei familiari di Parrinello, gli avvocati Vanessa e Fabrizio Fallica, sostengono però che la sentenza non parla assolutamente di questa detrazione futura e indica con precisione il risarcimento che lo Stato deve pagare. “E’ una situazione imbarazzante - dicono i due legali - Questa posizione dell’avvocatura serve solo ad aggravare ancor di più lo Stato di spese per le procedure esecutive”.

Nella sentenza d’appello che riguardava 42 familiari delle vittime, i giudici hanno condannato i ministeri a pagare ai legali 378.484 euro oltre al rimborso forfettario per spese generali, Cpa e Iva. Gli avvocati Fallica hanno notificato un atto di precetto ai due ministeri anche da parte degli otto familiari di altre tre vittime che devono avere, dopo la sentenza definitiva, circa due milioni di euro avendo ricevuto solo un pagamento parziale. Le altre due vittime marsalesi della “strage di Ustica” furono Francesca Parrinello e Vito Fontana. A ricordarle è anche una lapide che il 27 giugno 2016 fu posta a Capo Boeo ad iniziativa del locale presidio “Vito Pipitone” di “Libera”. Nel marzo 2017, la lapide fu danneggiata da ignoti. Il pezzo mancante fu, poi, recuperato da un familiare delle vittime.