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14/02/2019 20:42:00

"Anziché case popolari, diamo un forno ai migranti”, l’autore del post patteggia

Il 12 febbraio davanti al Tribunale di La Spezia in composizione monocratica ed innanzi alla Giudice Elisa Scorza, si è svolta l’udienza per il post pubblicato su Facebook dall’ex candidato di Lega Nord, Davide Tempone, residente a Sarzana, che scrisse: «Certe persone andrebbero eliminate dalla graduatoria dal tenore di vita che hanno. E poi vogliono la casa popolare. Un forno gli darei», indagato per il reato di discriminazione, odio razziale ed apologia del genocidio. Un post che aveva fatto scattare la denuncia di Aleksandra Matikj (foto), Presidentessa del “Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione”. Si è saputo in aula che, tramite il proprio Legale Massimo Bertacchini, Tempone aveva chiesto il patteggiamento, ammettendo così le proprie colpe.

Un post che fece indagare anche Stefania Pucciarelli, Presidente della Commissione dei Diritti Umani in Senato, per aver messo su quel post “mi piace” ma che, prontamente, aveva dichiarato di non averlo letto del tutto, né compreso e quindi per questo assolta.
Il Pubblico Ministero aveva stabilito una sanzione in 500 euro allo Stato italiano ed un assegno di 400 euro come risarcimento al Comitato ma per un disguido tecnico, tale somma non era pervenuta a destinazione. Per questo motivo, l’udienza è stata rinviata al 15 marzo, alle ore 9.00.

Il Legale che affianca Matikj è Maurizio Raffaelli. Ricorda Aleksandra anche che: «In Liguria esiste già una precedente segnalazione alle Autorità giudiziarie del pensiero: «Per gli immigrati servono i forni», rilasciato per iscritto nel 2012 sul Social Network Facebook dall’ex Consigliere leghista di Albenga Mauro Aicardi, per questo fatto condannato ad otto mesi di reclusione perché sull’episodio la Procura di Savona aveva aperto un’inchiesta e il 25 gennaio 2013, dopo patteggiamento, la Corte d’Appello si era così pronunciata. Speriamo che anche alla Spezia la condanna definitiva possa essere esemplare affinché gli episodi del genere non succedano più. Vogliamo soltanto vivere serenamente - dichiara Aleksandra Matikj - ed essere rispettati, non chiediamo altro. Anche perché non è facile vivere circondati dall’odio e dalla cattiveria altrui: è spesso questo il motivo per cui veniamo isolati sui nostri posti di lavoro e nelle scuole e la Costituzione in Italia, dovrebbe garantire anche a noi una residenza civile e di accogliente benevolenza».

Il Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione è principalmente noto anche per aver aver denunciato il Sindaco di Alassio Enzo Canepa, condannato a 4mila euro di multa dal giudice Francesco Giannone per la cosiddetta 'ordinanza antimigranti' emanata dal primo cittadino e giudicata discriminatoria e per aver creato il primo caso in Italia di omofobia per una frase del Consigliere della Regione Liguria Giovanni De Paoli che disse: “Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno” ma anche per aver ottenuto le scuse da chi, sulla pagina del Governatore ligure di Destra Giovanni Toti scrisse: “Bestie straniere”, chiedendo davanti al Giudice venia e le più sentite scuse per non essere processato. Il Comitato della Matikj, come lei ha sempre precisato, difende tutte le Persone discriminate, a prescindere se Migranti oppure Italiani. Tanto è che una delle loro ultime iniziative è stata scrivere pubblicamente al Sindaco di Genova Marco Bucci per la ricollocazione di alcuni Genovesi, rimasti senza più un lavoro a causa del crollo del ponte Morandi.

 

 



Giudiziaria | 2024-04-19 09:11:00
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