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25/03/2019 17:58:00

Marsala, il delitto di Nicoletta. il testo completo dell'omelia del Vescovo Mogavero

 1. “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me” (Gv 14,1). Questa parola del Signore Gesù a poche ore dall’inizio della sua passione la sento risuonare, forte e insistente insieme, in me; e io, pastore di questa Chiesa, la offro a quanti siete qui riuniti per affetto, amicizia, solidarietà umana verso Nicoletta e verso i suoi familiari. E questo invito lo riceviamo e lo accogliamo con docilità e disponibilità. Ma nello stesso tempo non possiamo fare a meno di rivolgerci al Maestro perché ci aiuti a capire, anche se sappiamo già che sarà assai arduo comprendere quanto è accaduto, perché il tutto supera le nostre capacità razionali e anzi ripugna decisamente al nostro spirito e fa ribellare tremendamente la nostra sensibilità. Signore Gesù, come si fa a non essere turbati di fronte a tanta ferocia disumana? Come si fa a non essere turbati di fronte a un massacro assolutamente immotivato, quali che possano essere stati gli impulsi che hanno scatenato una violenza fredda e inaudita? Come si fa a non essere turbati di fronte all’assassinio di una persona sola e indifesa, vittima di un disegno perverso, orchestrato sotto l’influsso del diavolo, ispiratore di tutto il male che nasce nel cuore umano, traviato dal peccato? Ma la tua parola è chiara e determinata e noi la facciamo prevalere sui nostri sentimenti: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”. E noi crediamo in te e ci fidiamo di te; ma tu sostieni e aumenta la nostra fede con la forza e la luce della parola che abbiamo ascoltato.

2. Il libro della Sapienza ci offre una prima consolante assicurazione: il giusto strappato prematuramente alla vita “si troverà in un luogo di riposo”. La terra, in qualche modo, era diventata ostile a questa creatura di Dio perché era circondata da peccatori ed è parso bene a Dio, che l’amava, preservarla portandola con sé, “perché la malvagità non alterasse la sua intelligenza o l'inganno non seducesse la sua anima”, Questa parola è sicuramente vera, ma come giunge essa al cuore di chi piange e non si rassegna di fronte a una morte, sopravvenuta come un ladro che si porta via tutto, lasciando solo devastazione e vuoto? Non è facile da assimilare; è simile a una medicina, amarissima al palato, ma da mandare giù perché rimedio efficace e salvifico. Vedere devastato l’amore verso la propria creatura, per far posto alla predilezione di Dio verso di essa, è assai crocifiggente. E molti non capiscono, come ha osservato l’autore del libro della Sapienza, e urlano a Dio la loro indignazione, perché – pensano – se Dio esiste ed è buono non deve permettere certe mostruosità. Ma a quanti sono costernati e non sanno darsi una ragione Dio risponde che comprende il dolore di chi piange una persona cara, uccisa da mano crudele e da mente sconvolta da passione folle; tuttavia, chi è morto è associato a Cristo morto e risorto e introdotto con lui nel regno della beatitudine e della pace, dove Dio “asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate" (Ap 21,4).

3. Anche questa parola è certa ed è stata proclamata a questa nostra assemblea orante. Ed è l’annuncio della risurrezione, ultima parola della storia di ciascuno e di tutti; realtà luminosa che toglie alla morte la pretesa di essere la pietra tombale della vita. Le tenebre di mezzogiorno si concludono alle tre con il grido di Gesù: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Un’invocazione che, magari con parole diverse, possiamo immaginare quella notte nella mente e nel cuore di Nicoletta negli ultimi terribili istanti di vita, prima di essere accolta nell’abbraccio del Padre misericordioso. E il lungo silenzio che ne seguì preparò, come il silenzio del sepolcro del Cristo, la luce dell’annuncio pasquale: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”. E questa è la sfida che ci pone la nostra fede, nel vedere e accompagnare con affetto le spoglie mortali di Nicoletta: noi crediamo che essa vive in Dio e che in questo momento è unita alla nostra assemblea eucaristica e si unisce alla nostra preghiera.

4. illuminati e confortati dalla parola che è via di verità e di vita, raccomandiamo alla misericordia di Dio l’anima della nostra sorella Nicoletta affinché, purificata dalla violenza della morte, possa godere la visione beata della santa Trinità. E affidiamo alla Santa Madre di Dio, nella solennità dell’annunciazione, i familiari angosciati e ancora increduli, affinché con la sua materna intercessione dia pace e conforto al loro immenso dolore, nel ricordo del grande amore che hanno donato alla loro carissima Nicoletta.