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07/06/2019 14:00:00

Formazione, l'ARS approva la legge sul diritto allo studio

Dopo quelle sui procedimenti amministrativi e sulla pesca, il governo Musumeci porta a casa anche la legge sul diritto allo studio. E così sono tre in un paio di settimane le riforme approvate dopo mesi di melina all'Ars. Non a caso il presidente si dice «estremamente soddisfatto» e ottimista sul fatto che ciò sia la spia di un clima di ritrovata collaborazione in Parlamento.

Musumeci e l'assessore Roberto Lagalla hanno illustrato il testo così: «Finalmente ci sarà la costituzione della Consulta regionale per il diritto allo studio, dell'Anagrafe scolastica regionale degli studenti, e poi interventi per il trasporto scolastico, borse di studio, potenziamento linguistico, prestito d'onore per studenti universitari meritevoli, servizi scolastici per alunni diversamente abili o con disturbi specifici dell'apprendimento, valorizzazione delle scuole nelle isole minori, aree montane o metropolitane soggette a degrado sociale e prolungamento del tempo scuola».

Per Lagalla «la nuova legge permetterà di contrastare i dati preoccupanti e penalizzanti sulla dispersione scolastica e intervenire positivamente sul livello generale delle competenze».

La norma è stata approvata con 37 voti a favore e 18 astenuti (tutto il gruppo dei grillini, rimasto critico). E ciò denota anche la collaborazione offerta dal Pd. Non a caso Luca Sammartino sottolinea che il testo appena approvato, proprio su input del Partito Democratico, prevede «l'incrementiamo del fondo per il trasporto pubblico del 30%. Per gli studenti in gravi condizioni di disagio socio-economico prevediamo la gratuità del trasporto pubblico. Per gli universitari invece è prevista la gratuità del trasporto pubblico locale nelle sedi dei propri atenei. Gli studenti saranno finalmente al centro delle politiche universitarie perché avranno un ruolo di maggioranza all'interno dei Cda degli Ersu». Il prestito d'onore è invece una misura destinata agli universitari che non riescono a sostenere le spese: potranno chiedere credito agli Ersu.

«Una legge praticamente inutile che non cambia di una virgola i problemi della scuola e degli studenti» dicono i deputati M5S Di Caro, Di Paola, Schillaci e Trizzino. Per Claudio Fava si tratta invece di una norma positiva: «Un primo importante passo. La Sicilia ha così colmato un vuoto. Anche se dovremo vigilare sul fatto che per alcune misure previste servano risorse adeguate».

Intanto potrebbe sbloccarsi anche l'impasse delle ex Province. Ieri gli assessori Bernadette Grasso (Enti Locali) e Gaetano Armao (Economia) hanno incontrato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil rassicurandoli. Il salvataggio delle ex Province siciliane passa da un emendamento al decreto Crescita che il Parlamento nazionale dovrà approvare necessariamente entro il 29 giugno prossimo. «L'emendamento - hanno detto Michele Pagliaro e Gaetano Agliozzo della Cgil, Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera della Cisl, Claudio Barone ed Enzo Tango della Uil - recepisce i punti chiave dell'accordo Stato-Regione e, una volta approvato, salverebbe le nove province siciliane dal dissesto altrimenti inevitabile. Prendiamo atto di questo ulteriore passo in avanti e dell'impegno che il governo regionale ha assunto per portare avanti una battaglia di fondamentale importanza». L'emendamento potrebbe far piovere in Sicilia 140 milioni. 



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