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25/07/2019 06:00:00

Trapani, mafia e politica: Ruggirello in carcere attende la fine delle indagini

Si abbi avviano alla conclusione le indagini legate all'operazione antimafia "Scrigno", quella che, lo scorso 5 Marzo, portò ad arresti eccellenti a Trapani e in provincia. Tra le persone finite in carcere il nome più eclatante è quello di Paolo Ruggirello, ex deputato regionale e re delle preferenze in tutta la provincia, arrestato con l'accusa di associazione mafiosa, poi tramutata in concorso esterno. L'alleggerimento della posizione di Ruggirello non gli è valsa la libertà. L'ex deputato è in carcere a Caltanissetta, e a nulla è valso il tentativo del suo legale, Vito Galluffo, di fare ricorso in Cassazione per l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare.

In carcere rimane anche Franco Orlando, al quale Tp24 aveva già dedicato, prima dell'arresto, un'approfondita inchiesta (la potete leggere cliccando qui). Anche Orlando è assistito legalmente da Galluffo. 

Qualche giorno fa è stato dissequestrato il bar della moglie di Franco Orlando. Ne parliamo in un articolo che potete leggere cliccando qui. 

Fuori, invece, Filippo Tosto (l'avvocato è Nino Sugamele). Era stato arrestato a Torino, poi la custodia cautelare è stata trasformata in un divieto di dimora in Sicilia, poi anche quest'ultima misura è stata annullata.

Nei mesi scorsi sono stati scarcerati. Leonardo Russo, Ivana Inferrera, Domenico La Russa, l'ex consigliere comunale di Erice, Giovanni Maltese, i marsalesi Diego e Salvatore Angileri, padre e figlio, mentre ai domiciliari era finito Antonino Buzzitta, nei giorni scorsi è stato scarcerato l'imprenditore Ninni D'Aguanno.

Rimangono in carcere i fratelli Franco e Pietro Virga (figli dell'ergastolano Vincenzo), di Franco Orlando, dell'ex deputato regionale Paolo Ruggirello. Sostanzialmente non sono cambiato le misure cautelari emesse nei loro confronti dal gip del Tribunale di Palermo Morosini. L'operazione “Scrigno” fece luce sul mandamento mafioso di Trapani, Paceco e Marsala e fece scoprire una Cosca mafiosa anche nella vicina Favignana, con a capo un ex ergastolano, Vito D'Angelo (anche lui in carcere). Duecento gli uomini dell'Arma impegnati ad eseguire i 25 arresti nel corso del blitz venne eseguito un sequestro di beni per 10 milioni di euro. L'ordine di arresto fu firmato dal gip del Tribunale di Palermo, giudice Morosini, la richiesta dai pm della Dda di Palermo, il procuratore aggiunto Paolo Guido ed i pm De Leo e Camilleri.L'indagine dei carabinieri riguardava l'attività dentro il mandamento mafioso di Trapani. L'inchiesta ha affrontato gli affari politico elettorali di Cosa Nostra. Il rapporto dei carabinieri alla Procura antimafia risale al maggio 2018, in quell'occasione furono 55 le persone denunciate dall'Arma alla Procura antimafia. (*LASPA*)



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