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11/08/2019 06:00:00

Incendi in Sicilia, è caccia ai criminali che bruciano l'Isola

E’ stata una settimana di fuoco e fiamme quella che ha vissuto la Sicilia. Trapani, Valderice, San Vito Lo Capo, Scopello, Salemi e poi ancora Monreale e tante altre località della Sicilia. Fiamme che puntualmente tornano in estate e che nella maggior parte dei casi, sono quasi tutti dolosi. Lo hanno denunciato nei giorni scorsi i Sindaci, come quello di San Vito, Giuseppe Peraino, che parla di piromani in azione.

La conferma che quelli che hanno distrutto tanti ettari di bosco della nostra Isola sono i vigili del fuoco e intervenuti a Monreale.

«Nessuno osi sostenere che la Sicilia è andata a fuoco per il caldo, perché questo pomeriggio qualcuno ha dato fuoco in maniera criminale a un pezzo di Sicilia»,

Parlano vigili del fuoco intervenuti - Da venerdì dell’altra settimana, al primo giorno di scirocco estivo e con le temperature vicine ai 40 gradi sono scoppiati 55 incendi nel palermitano in dieci ore (dalle 22 di venerdì alle 8 di ieri).

150 incendi in 24 ore - Complessivamente in 24 ore oltre 150 gli incendi divampati in tutta la regione. Tutti con più focolai, tutti di origine dolosa, tutti a ridosso di centri abitati. «Aspettiamo gli ultimi riscontri, ma dai sopralluoghi dei tecnici la quasi totalità è di sicura origine dolosa — commenta Filippo Principato, dirigente della Forestale regionale — ed è molto probabile che la regia di questi incendi sia unica. Nel Palermitano tutti i roghi siano partiti nello stesso momento venerdì nel pomeriggio».

Piromani, ma anche forestali infedeli (32 vennero licenziati tre anni fa dall’allora governatore Rosario Crocetta) o uomini delle “famiglie” mafiose a caccia di terreni dove poter costruire: questi i possibili identikit degli incendiari cui la procura di Palermo sta cercando di dare nomi e cognomi. Il pm di turno ha già aperto un fascicolo, per ora esplorativo, sui 55 incendi scoppiati in una sola notte. Il magistrato attende le relazioni dei tecnici del corpo forestale, dei vigili del fuoco, di carabinieri e polizia per fare scattare la caccia ai responsabili.

«Negli incendi di Monreale e San Martino delle Scale sono stati trovati quattro punti di innesco del fuoco — sottolinea Principato — Lo stesso vale per il vasto incendio di Scopello, dove le fiamme sono partite da cinque punti diversi e hanno distrutto cento ettari di territorio». Il sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, chiede lo stato di calamità per le zone distrutte dal fuoco e pene severe per gli incendiari: «Siamo di fronte a mani criminali, bisogna prenderne atto e reagire con segnali forti. Non è possibile mettere a repentaglio vite umane e un patrimonio ambientale di grandissimo valore».

La dura presa di posizione di Musumeci contro i forestali - «Ho chiesto al dipartimento di Protezione civile di verificare quanti sono i Comuni dell'Isola che non si sono ancora dotati del Piano di previsione e prevenzione di Protezione civile. Al tempo stesso occorre verificare, nel più breve tempo possibile, le criticità di alcune aree urbanizzate esposte a vari rischi, soprattutto a quello degli incendi, e predisporre le necessarie misure di attenuazione. Spesso il problema è dietro l'angolo ma ce ne accorgiamo solo quando il danno è fatto», è la sollecitazione del presidente della Regione, Nello Musumeci. In una Sicilia che brucia, nel senso letterale del termine, tanto da far pensare a una precisa strategia e non solo a singoli piromani, il presidente Musumeci, invita tutti i soggetti responsabili sul territorio a tenere alta la guardia, perché la prevenzione è l'unica strategia vincente per salvare vite umane, salvaguardare l'ambiente, preservare le attività economiche. «L’80,il 90 per cento dei forestali — ha detto il governatore — è fatto da persone perbene: forse avrebbero bisogno solo di essere più controllati. C’è però una sparuta e pericolosissima minoranza di lavativi, irresponabili che pensano di continuare a vivere a tempo indeterminato da parassiti». Parole che fanno saltare sulla sedia i sindacati.

I Forestali non ci stanno - I 22mila uomini della forestale, dopo essere stati mandato a combattere gli incendi che hanno devastato la Sicilia da Palermo e Trapani a Siracusa non accetta affatto l’accusa di essere responsabile dei roghi di questi giorni, accusa ricevuta anche dal presidente della Regione Nello Musumeci: «Il governatore — attacca il segretario generale della Cgil siciliana, Alfio Mannino — finge di non vedere la regia della criminalità organizzata dietro gli incendi. Se la prenda con i mafiosi e con chi specula sulla gestione del territorio invece di accusare ingiustamente i foresta-li».

«Musumeci — rilancia il segretario della Uila Nino Marino — fa un’analisi da dilettante, e non da uomo delle istituzioni». «Chi dice che ad appiccare gli incendi sono i forestali— dice invece il segretario della Fai-Cisl, Pierluigi Manca — è ignorante o in malafede, dato che le cronache giudiziarie raccontano una verità diametralmente opposta».

I numeri dei Forestali in Sicilia, stando al censimento aggiornato alla fine dell’anno scorso, ci sono in tutto 22.226 addetti al servizio forestale: 1.331 sono assunti a tempo indeterminato, mentre gli al-tri lavorano a chiamata, con 5.301precari attivi 151 giorni all’anno,9.588 impegnati 101 volte e 6.006 in campo in 78 casi ogni 12 mesi. Di questi sono 6.800 quelli che hanno la qualifica di operatore dell’antincendio: alla chiamata di quest’anno, però, hanno risposto in cinquemila, circa 600 in meno rispetto alle reali esigenze della Sicilia. Per i precari, del resto, ogni anno bisogna attender a chiamata: in primavera i contrattisti vengono chiamati e possono optare fra antincendio e manutenzione, con contratti che nel secondo caso possono anche essere attivati a singhiozzo. Impossibile però essere ammesso nelle graduatorie per chi non ne fa già parte: gli elenchi sono congelati dal 1996, e ad eccezione delle possibilità di passare da una fa-scia alla superiore e del pensiona-mento non ci sono più cambiamenti. Così, di fatto, il contingente si limita a ridursi: quest’anno gli uomini realmente in servizio sono circa 500 in meno rispetto al censimento dell’anno scorso.

La proposta di Legambiente -  Legambiente ha avanzato alla Regione Siciliana sette proposte contro la piaga degli incendi in Sicilia. "Innanzitutto chiediamo all’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente di rivedere subito l’organigramma del Corpo Forestale regionale", afferma l’associazione, "chiediamo allo Stato di potenziare i reparti dei Carabinieri Forestali in Sicilia" e all’Assemblea Regionale Siciliana "di varare urgenti norme sanzionatorie per impedire ogni utilizzazione economica delle aree percorse da incendi". Inoltre chiede all’assessore regionale al Territorio "di emanare un atto di indirizzo e disporre delle ispezioni a tappeto affinchè i catasti comunali delle aree percorse dal fuoco vengano redatti in modo tempestivo".

Secondo Legambiente ancora "occorre redigere, ogni anno il rapporto regionale sui dati degli incendi, ripristinando la pubblicazione sul sito web del Corpo Forestale Regionale" e "rivedere la distribuzione dei presidi territoriali antincendio per garantire la tutela di Aree Naturali Protette e Siti Natura 2000, da alcuni anni particolarmente aggrediti dagli incendi dolosi". Infine "è necessaria l’emanazione di Linee guida per gli interventi a tutela delle formazioni vegetali naturali e per l’intervento nelle aree non demaniali, valorizzando quella particolare previsione delle legge regionale che tutela tutto il patrimonio vegetazionale e non solo i boschi".

"Speriamo che almeno alcune di queste proposte - dice Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia - vengano accolte e su queste si possa, finalmente, lavorare per cercare di smuovere dall’immobilismo una Regione inadempiente per fermare lo scempio e la distruzione provocati dagli incendi che ogni anno si ripetono in Sicilia. Infatti, ancora oggi, la Regione non ha firmato l'accordo con i Vigili del fuoco per gli straordinari e per avere, quindi, più squadre antincendio. In genere la firma veniva apposta a giugno, comunque sempre tardi. Questo dimostra ancora una volta le inadempienze e le responsabilità della Regione. Infine, chiediamo pene più severe per i delinquenti che appiccano il fuoco e annunciamo che ci costituiremo parte civile in tutti i processi, nel caso in cui venisse arrestato in flagranza di reato un piromane".

La risposta dell'assessore Cordaro a Legambiente - Dalla Regione è arrivata una bocciatura totale. "I suggerimenti del presidente regionale di Legambiente, Gianfranco Zanna, in tema di lotta agli incendi, sono da una parte privi di fondamento e, dall’altra, già superati", afferma l'assessore Toto Cordaro. "Zanna - aggiunge Cordaro - dimentica che la Regione non ha potestà legislativa sulle norme sanzionatorie o interdittive e dimentica pure che i dati sulle superfici percorse dal fuoco, nel 2018, sono già stati illustrati in una conferenza stampa e riportati dai vari mass-media".