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06/09/2019 06:00:00

Trapani, la storia del signor Mazzara: solo, invalido e senza nessuna assistenza da mesi

Il signor Domenico Mazzara è un cittadino trapanese, è invalido civile, cardiopatico, epilettico, eppure dal 2 giugno deve a fare a meno sia della cura personale che per quella della propria casa.

Il Comune di Trapani ha, infatti, interrotto il servizio domiciliare di assistenza ai disabili e in mancanza di uno strumento finanziario che possa garantire i fondi per poterlo mantenere lo ha sospeso. Il servizio di assistenza domiciliare a disabili ed anziani riguarda più di un centinaio di cittadini trapanesi.

Con le tante difficoltà quotidiane, l’aiuto di qualche familiare o qualche conoscente, Mazzara ha continuato a lottare in questi mesi ma ora è esasperato e ha fatto quello che riteneva giusto: denunciare il tutto alle forze dell’ordine. Lo ha fatto il 28 agosto scorso alla stazione dei carabinieri di Trapani Borgo Annunziata. Qui ha denunciato per interruzione di pubblico servizio il sindaco Giacomo Tranchida, l’assessore ai Servizi Sociali Vincenzo Abbruscato e tutti i consiglieri comunali, tranne la consigliera Anna Garuccio, l’unica, a suo dire, che si sarebbe interessata alla vicenda.

Dal 2 giugno il servizio domiciliare mi è stato sospeso – scrive nella denuncia il signor Mazzara -. La consigliera Anna Garuccio mi ha comunicato che il servizio sarebbe stato sospeso fino ad ottobre 2019”.

Mazzara dice che da quel momento gli sarebbero spettate 10 ore settimanali di assistenza, mentre prima ne riceveva fino a 25 ore tra assistenti ed ausiliari. “Mi viene comunicato che le ore di assistenza che mi sarebbero dovute spettare – continua nella sua denuncia - non mi venivano più garantite perché supero il reddito di 1500 euro al mese a causa del cumulo che mi fa la legge 104 di cui usufruisco. Ho fatto presente che questa situazione non si era mai verificata prima negli anni precedenti”.

Abbiamo sentito il signor Mazzara che amareggiato ci dice: “Vivo da solo e con la disabilità che ho non so come fare per poter andare avanti. Ho chiesto più volte al sindaco Tranchida di riattivare il servizio, l’ho chiamato, ho inviato anche dei messaggi su whatsapp sia al primo cittadino che all’assessore Abbruscato, ma il primo non mi risponde. Lo ha fatto solo una volta per dirmi che l’assistenza non mi spetta più, perché con il mio reddito supererei la soglia limite. In realtà non è così perché l’indennità di accompagnamento non fa cumulo. L’assessore Abbruscato, invece, mi ha risposto una volta dicendomi che non potevo chiamarlo ogni giorno, perché fin quando non si sblocca tutta la vicenda a livello comunale non può fare nulla. Ho difficoltà per andare - continua Mazzara -  a prendere le medicine o per fare la spesa, devo pagare tutte le volte qualcuno che mi faccia questo servizio. Mi appello ancora una volta al sindaco Tranchida. Se lui vuole può ripristinare il servizio. Non posso aspettare fino ad ottobre. Per ora non posso muovermi e nemmeno fare le visite, quella cardiologica e le altre, di controllo, che dovrei fare per controllare la mia salute”.

La storia del signor Mazzara e come la sua quella di altri cittadini che vivono la stessa condizione di disabilità e solitudine non può dipendere ed essere ulteriormente aggravata da un fatto burocratico. Quando la burocrazia si antepone o diventa preminente rispetto alle necessità reali dei cittadini, allora viene meno la speranza in una società che dovrebbe basarsi sul principio di solidarietà.