Le manovre elettorali per le amministrative del 2020 a Marsala sono già in atto. Molte le riunioni che si sono susseguite nei mesi, qualche gruppo è ancora alla ricerca del metodo da applicare.
Poi c’è già chi ha scritto il programma, chi ha in rispolvero quello del 2015.
Andiamoci in ordine. Il sindaco Alberto Di Girolamo, non scioglierà la riserva a fine settembre ma a dicembre, come dono sotto l’albero o sotto la scala a chiocciola, come ha definito la scala elicoidale con 57 scalini per accedere alla torre campanaria dell’ex Concento del Carmine. Sottigliezze.
Intanto a riunirsi sono sempre gli stessi, perché il dato che emerge è proprio questo. Passano gli anni ma la struttura politica della città rimane in mano ai pochi che fanno politica non da un anno ma da decenni, che si trascinano da un banco all’altro del consiglio comunale con l’ambizione, adesso, per qualcuno di fare l’assessore.
Da mesi ciclicamente cercano di capire cosa fare e su quale candidato convergere, parliamo del gruppo in cui c’è Massimo Grillo, Nicola Fici, Giovanni Sinacori, Flavio Coppola, Paolo Ruggieri.
Cambia nulla rispetto al 2015, con la differenza che alcuni spingono su Nicola Fici, altri su Sinacori. L’indecisione ha preso il sopravvento e non c’è alcuna scelta forte e chiara, discutono del metodo. Quale e per fare cosa non si comprende. Se per un metodo ci vogliono mesi non osiamo immaginare per il programma, sempre che Grillo non rispolveri il suo del 2015. Errori non di forma ma di sostanza.
Quel programma venne bocciato perché la città ha bocciato il politico Grillo, cosa che avverrebbe nuovamente se decidesse di ricandidarsi, giocando, come fece alle scorse amministrative, su altri nomi per poi farsi avanti in prima persona.
Sinacori fa un passo avanti e tre indietro, manca quel pizzico di follia in più, vorrebbe le mani libere per la scelta della squadra assessoriale, cosa difficile da attuare: ognuno chiede un posto in rappresentanza. Ad appoggiare la candidatura di Sinacori è il suo collega di gruppo consiliare e amico Flavio Coppola, che accarezza la possibilità di entrare in giunta, del resto non si può fare i consiglieri per sempre.
C’è, poi, l’incognita Renzo Carini a cui in tanti hanno chiesto l’impegno diretto. Carini, tuttavia, giocherebbe per vincere non per partecipare, se l’asse dell’alleanza non sarà forte non propenderà per la candidatura, evitandosi così anche la guerra della cugina, ex sindaca, Giulia Adamo.
Riprende quota la candidatura di Andreana Patti, assessore della giunta trapanese guidata da Giacomo Tranchida.
Dentro questa nuova alleanza, del tutto trasversale, sistema che ha portato Tranchida a vincere, c’è Anna Maria Angileri, attuale assessore di Di Girolamo, ci sarebbe anche Salvatore Ombra, presidente Airgest, che però smentisce un suo interessamento alle candidature marsalesi. Si prospettano guai per l’attuale sindaco di Marsala che evidentemente non verrebbe appoggiato lealmente da tutti i suoi componenti, dentro e fuori la giunta.
La Patti è giovane, è una donna, è molto capace e lavora con piglio forte e determinato. Lo schema politico va oltre la città di Marsala: occupare la casella sindaco significherebbe poi occupare quella all’ARS. E’ tutto un movimento dove l’unico soggetto davvero nuovo è proprio la Patti, quello che ci sarebbe dietro appartiene ad una politica vecchia e poltronistica.
Il movimento Cinque Stelle si smarca dal Pd e da questa possibile alleanza, tranne che, come sia probabile, il partito oramai fantasma dei dem, senza nessun organigramma, decida di presentarsi senza simbolo.
Ad una alleanza di questo genere sta lavorando Daniele Nuccio: “Credo sia giunto il momento di avviare un dibattito quanto più aperto e trasparente possibile relativamente alla costruzione di un campo largo che veda forze civiche progressiste, Movimento 5 Stelle e, perché no, Partito Democratico, uniti nella costruzione di una proposta politica credibile anche per le prossime elezioni amministrative a Marsala nel 2020.
C'è chi preferisce le trattative segrete fra notabili e vecchie cariatidi della politica, chi resta immobile nell'attesa che qualcosa accada, la tattica. Noi preferiamo che questo dibattito veda coinvolte le migliori realtà della nostra Città, le eccellenze, le risorse più brillanti, gli studenti, le realtà associative, il mondo dell'impresa e quanti hanno a cuore le sorti della nostra comunità”.
Il vero elemento di discontinuità sta nell’attuale figura del sindaco, non gradito a Nuccio.
Diego Maggio è in campo, ha sciolto la riserva, lo ha dichiarato più volte: è candidato. Non teme eventuali avversari politici, ha dalla sua la chiarezza del metodo e delle idee e come realizzarle, mani libere per una giunta che ha definito “Squadra dei numeri uno”. I buoni propositi ci sono, bisogna capire con quale alleanza e compagine politica.
L’ago della bilancia, con i suoi mille voti da consigliere comunale, è Enzo Sturiano. Molti rumoreggiano, tanti non ne potranno fare a meno. Mille voti sono un potenziale dal quale partire e possono decretare la vittoria a primo turno.
Insomma, si gioca su più tavoli, ad incastro. Lo spettacolo è assicurato, al momento è la ripetizione di un quadro visto. La vecchia politica è tutta qui.