Quantcast
×
 
 
13/10/2019 06:00:00

Sviluppo e opere pubbliche, la Sicilia rischia di perdere i fondi europei

Il Governo Musumeci entro la fine dell’anno dovrà spendere circa 400 milioni di euro in progetti pubblici altrimenti rischia di avere revocate le somme. La Commissione europea, infatti, ha bloccato i rimborsi alla Regione Sicilia di parte della spesa del Programma operativo Fesr 2014-2020 certificata a fine 2018.

L’anno scorso la Regione Siciliana era riuscita a raggiungere il target fissato dall’Unione europea grazie all’inserimento di progetti che ora si chiamano retrospettivi (ma qualcuno li definisce ancora coerenti e altri ancora progetti sponda) e questi progetti sono stati contestati dalla Commissione europea annunciando l’interruzione dei rimborsi della spesa 2018, in attesa dei chiarimenti richiesti, e con la prospettiva di sospendere completamente l’operatività dell’intero programma che vale 3,4 miliardi di euro.

E proprio su quei circa 400 milioni di euro che si rischia di dover restituire a Bruxelles, 83 sindaci siciliani hanno lanciato l’appello al dipartimento energia chiedendo di potere realizzare interventi sull’efficientamento energetico. Appello firmato da primi cittadini di comuni di piccole e grandi dimensioni.

Per ora sono in ballo 160 milioni di euro, di cui 156 milioni spesi per il raddoppio ferroviario tra Palermo e Carini. Secondo il Sole24Ore, la Regione siciliana ha già ritirato questo progetto nell’ambito della procedura per evitare la sospensione dei fondi e nel giro di qualche giorno partirà la risposta a Bruxelles.

Il punto è che nella certificazione di spesa per il 2018 la Regione deve sostituire questo che rientra tra i «grandi progetti» con uno o più progetti in grado di assorbire un volume di spesa analogo e che sia stato approntato con procedure compatibili con i criteri e i vincoli per l’utilizzo dei fondi strutturali europei. Secondo le fonti, le criticità riguardano soprattutto il rispetto delle normative europee in materia di appalti, oltre che di concorrenza e valutazione costi-benefici.

In questa vicenda sotto accusa sono finiti i dirigenti regionali, che comunque quasi tutti hanno ricevuto i premi. I dirigenti regionali siciliani sono stati, infatti, premiati con un bonus medio di seimila euro, di produzione con valutazioni da primi della classe.

Il bando è stato pubblicato nei mesi scorsi dal dipartimento Energia e prevedeva l’utilizzo di fondi europei per “l’adozione di nuove soluzioni tecnologiche per ridurre i consumi pubblici”. Una misura attesa, solo che la somma messa a disposizione era di 72 milioni di euro, che servono a finanziare solo 60 progetti di altrettanti Comuni.

Le richieste sono state fatte da 143 amministrazioni comunali. Dalla graduatoria restano fuori 83 Comuni, e per soddisfare queste altre richieste di finanziamento e scorrere la graduatoria servirebbero altri 110 milioni di euro. L'appello l’appello dei sindaci è quello per poter utilizzare le somme, scorrere la graduatoria e realizzare progetti già messi nero su bianco. La proposta dei sindaci arriva in favore della Regione che entro il 31 dicembre deve spendere 400 milioni di euro bloccati nei vari assessorati per problemi burocratici.