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16/10/2019 06:00:00

"Mare Monstrum": dopo l'uscita di scena di Morace, parti civili e difese davanti al gup

Oggi a Palermo riprende il processo “Mare Monstrum”. All’ultima udienza Vittorio Morace, patron di Liberty Lines è uscito dal processo per gravi motivi di salute.

Per l’ex patron del Trapani Calcio ed armatore della Liberty Lines (ex Ustica Lines), il GUP del tribunale di Palermo, Claudia Rosini, ha accolto la richiesta dei legali di Morace ed ha contestualmente disposto una perizia medica per verificare se le condizioni di salute di Morace gli impediscono di poter partecipare al processo.

Per gli altri indagati, invece, per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio il procedimento prosegue regolarmente.

Dopo la tesi accusatoria del pubblico ministero, oggi 16 ottobre esporranno davanti al GUP le parti civili e i legali dei collegi difensivi. Il rinvio a giudizio è stato chiesto per: Ettore Morace, figlio di Vittorio e presidente della Liberty Lines; Rosario Crocetta, ex presidente della Regione Siciliana; Simona Vicari, senatrice ed ex sottosegretaria; Marianna Caronia, deputata regionale; Girolamo Fazio, ex sindaco di Trapani ed ex deputato regionale; Salvatrice Severino, ex dirigente del dipartimento trasporti della Regione; Giuseppe Montalto ex segretario particolare dell’assessore regionale Pistorio, e altri cinque funzionari regionali.

L’accusa punta a dimostrare il duraturo nel tempo patto di corruzione tra Ettore Morace e la dirigente regionale Severino che avrebbe fatto guadagnare alla società di navigazione alcuni milioni di euro non dovuti dalla Regione, almeno 10 sostiene la Procura, ricevendone in cambio regalie e, soprattutto l’assunzione della figlia alla Liberty Lines.

Fazio è accusato di aver esercitato la sua influenza e le sue pressioni, minacciando la dirigente regionale che sostituì la Severino che annullò alcuni bandi di assegnazione di rotte alla Liberty Lines.

L’operazione Mare Monstrum del 19 maggio 2017, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Trapani fece emergere una lunga serie di episodi di corruzione.

Le indagini evidenziarono come Morace, all’epoca dei fatti presidente pro tempore della società di navigazione “Ustica Lines s.p.a.”, avesse stretto un patto con Salvatrice Severino, dirigente dell’Assessorato ai Trasporti della Regione Siciliana. L’accordo in questione avrebbe portato la dirigente a predisporre e confezionare bandi di gara aventi ad oggetto l’affidamento quinquennale del servizio di collegamento marittimo di pubblico interesse con mezzi veloci tra la Sicilia e le isole minori, secondo modalità collimanti con gli interessi della compagnia di navigazione.

Morace avrebbe ricambiato con assunzioni, vacanze, regali, appartamenti. Al sequestro si è arrivati anche grazie ai diari tenuti dal marito della Severino. Per la dirigente regionale dell'assessorato ai trasporti Salvina Severino, come dicevamo, regali, un appartamento in affitto a Trapani, la figlia assunta, gite in barca. Il tutto per favorire la compagnia di navigazione dei Morace per costruire per lui bandi su misura per collegare la Sicilia alle isole minori e per ottenere rimborsi per costi di collegamenti mai effettuati. Il guadagno garantito ai Morace, per la Procura, supera i 10 milioni di euro.

Come si diceva prima il processo è stato chiesto anche per Rosario Crocetta, per lui l’accusa è di corruzione, e per Mimmo Fazio, che venne arrestato nel corso dell’operazione del 2017, mentre era candidato sindaco di Trapani. L’indagine “Mare Monstrum” venne definita il "romanzo della corruzione”, dall’allora procuratore aggiunto di Palermo, Dino Petralia.

A Fazio, già sotto processo per corruzione a Trapani, i pm palermitani contestano il reato di minacce a pubblico ufficiale, vittima la dirigente Piazza.

Minacce avvenute durante  una riunione a Palermo nel corso della quale la Piazza notificava la sua decisione di annullare i bandi di gara che sarebbero stati preconfezionati per favorire la Liberty Lines: “La pagherete cara, è questione di tempo ma la pagherete cara”, avrebbe detto Fazio alla donna.

Un Rolex e un orologio Bulgari, valore rispettivo 6 mila e 7 mila euro, per la senatrice Sinona Vicari sarebbe stato il prezzo della corruzione per fare ottenere vantaggi fiscali alla Liberty Lines attraverso una norma votata dal Parlamento nazionale.

Tra i politici coinvolti anche la deputata Marianna Caronia per aver assecondato la richiesta dei Morace di non nominare consulente della commissione parlamentare dell’Ars in materia di collegamenti marittimi il comandante Giuseppe Prestigiacomo (costituitosi come parte offesa nel procedimento).

 



Giudiziaria | 2024-04-19 09:11:00
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