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17/12/2019 14:53:00

Massimo Bellina: "Per Marsala ci vuole un Sindaco ... senza programma"

 Mi è capitato di rileggere una mia riflessione da voi gentilmente pubblicata qualche tempo fa, che aveva per oggetto due stati d’animo molto frequenti qui da noi: l’assuefazione e la rassegnazione.

Scorrendo il testo alla luce di quanto oggi accade, mi sono reso conto di come queste due condizioni possano essere molto dannose per il contesto sociale in cui viviamo poiché sopprimono un altro ben più utile status emotivo che è quello dell’indignazione.

Di questo mi sono persuaso. L’indignazione in qualche modo misura il grado di sopportazione di ogni individuo in relazione a quanto di negativo gli accade intorno ed è di estrema importanza poiché in grado di generare una reazione e quindi in teoria una spinta per cambiare le cose in meglio.

Constatare che nella comunità in cui viviamo ci si indigni sempre meno non è certo un indice di civiltà e ognuno di noi dovrebbe fare in modo di indignarsi di più. Un esempio. Da qualche giorno qualcuno, un concittadino privo del più elementare senso civico, ha scaricato il suo ormai obsoleto water sul marciapiede di una delle strade più trafficate del centro; ebbene, quel water è rimasto lì per giorni nella totale indifferenza dei passanti che lo guardavano così come si ammira un’installazione di arte moderna che un anonimo artista ha donato alla Città e che lì sta esposta affinchè ognuno ne possa cogliere il significato o possa interpretarla a modo suo. Non è certo un bene che questo accada e non è positivo che cose di questo genere non suscitino un impeto di indignazione tale da determinare un’immediata reazione che porti da un lato ad una sacrosanta, pesante, sanzione per l’autore del gesto e dall’altro alla messa in atto di presidi che possano evitare il ripetersi della cosa. Ma questo è solo un esempio e forse anche il meno eclatante di quello che ci è dato da sopportare ogni santo giorno.

L’indignazione tuttavia non scaturisce solo dai miseri gesti di gente senza coscienza civica ma anche dalla constatazione di come politica ed istituzioni siano state incapaci di creare quel minimo di benessere che determina l’evoluzione della società in cui viviamo e mi riferisco ovviamente al caso Marsala. L’anno che verrà ci condurrà a nuove elezioni. Quelle per noi più importanti perché produrranno la nuova guida della Città per i prossimi cinque anni. La politica dopo un prolungato letargo si risveglia e anche se sottotraccia comincia a spargere i fermenti di una dialettica che condurrà all’individuazione dei candidati a questa missione di grande responsabilità e pertanto compaiono i primi nomi tra conferme e smentite. In poche parole si perpetua il solito, incolore rituale delle promesse e del famigerato “programma” che ogni probabile candidato comincia a sbandierare nella speranza di potere conquistare consensi. Esattamente a partire da questo punto dovrebbe prendere forma una sorta di generale indignazione ancora in nuce ma in grado di crescere nel tempo man mano che i “programmi” verranno sviscerati e resi pubblici. Al proposito vi propongo un flash back, un salto indietro con la memoria, alla ricerca dei programmi perduti di ognuno dei Sindaci che hanno amministrato Marsala nella sua storia recente. Ebbene consultateli se potete e verificherete che nulla di quanto programmato è stato poi realizzato. In molti casi non per incapacità o malafede ma semplicemente perché il programma fa parte in realtà di una strategia di marketing finalizzata all’acquisizione del consenso. In una Società in continua evoluzione come la nostra ogni sorta di programma rischia di essere vecchio, superato e pertanto inadeguato e privo di senso. Allora in conclusione ogni meritevole candidato dovrebbe presentarsi al cospetto dei suoi potenziali elettori con la sua storia personale, con la sua moralità, le sue eventuali capacità manageriali, la sua faccia pulita. Quello che può e deve fare lo sappiamo già. Da un lato c’è l’ordinaria amministrazione che scandisce la qualità della vita di tutti noi, dall’altro la pianificazione nell’ambito di quelle poche aree di intervento in grado di fare da volano per lo sviluppo futuro di Marsala ed il suo vasto entroterra. Lo sanno tutti che tra queste il turismo e quindi la promozione del territorio con le sue eccellenze sono cruciali per la crescita così come lo sono le strutture a supporto, Porto ed Aeroporto.

Credetemi, non abbiamo bisogno di inutili, irrealizzabili promesse, di parole vane messe nero su bianco. Il candidato senza programma, che mi promette solo di impegnarsi a cogliere tutte le opportunità per farci stare meglio, è il mio candidato. Il” programma” del resto lo leggiamo ogni giorno negli occhi della gente comune, nelle parole dei giovani che vogliono emergere con le loro idee e pretendono di poterle realizzare senza troppa burocrazia, lo leggiamo sul vostro indispensabile rotocalco on line che è lo specchio delle necessità, dei bisogni ed anche delle aspettative della nostra Città. L’obiettivo oltre alla crescita economica è l’implementazione della vivibilità per tutti. Questo deve essere il solo programma di tutti candidati che non hanno bisogno di pubblicare altri “libri dei sogni”.

Allora, anche se può sembrare una provocazione, prepariamoci a dovere e facciamo la scelta giusta per noi e i nostri figli. W il Sindaco senza programma, viva la sincerità.

 

 

Massimo Bellina