Già da qualche mese pensavo e immaginavo uno scenario a dir poco catastrofico a causa delle mancate precipitazioni. Con il passare delle settimane e dei mesi lo stato di crisi si è via via aggravato e conosciamo al contempo le difficoltà di ottenere previsioni attendibili a medio-lungo termine, pertanto non resta che esaminare il presente e comprendere le gravi conseguenze per la nostra agricoltura.
Sicuramente la siccità, non minaccia solo le produzioni agricole (uva, cereali, foraggi, ecc.) ma comporta anche danni strutturali alle piantagioni arbustive e arboree.
Bisogna aggiungere che le conseguenze della scarsità delle precipitazioni e le alte temperature hanno effetti negativi sul sistema idrogeologico ( laghetti aziendali, dighe, falde, ecc.) nonchè sulla maggiore vulnerabilità dei pascoli, già di per se stessi scarsi.
Mi viene da pensare che le ripercussioni a lungo termine potranno danneggiare gli ecosistemi, portando alla morte della fauna selvatica e delle vegetazioni.
L'attuale anomalia climatica ha già provocato danni irreparabili a coloro i quali hanno proceduto ad effettuare il reimpianto vigneti con la messa a dimora di barbatelle innestate nonchè ai vigneti già potati che soffriranno di questa prolungata siccità.
Ritengo che siano valide le motivazioni per predisporre una relazione ( da parte degli uffici competenti ) da sottoporre alla valutazione della Giunta regionale per dichiarare lo stato di calamità e di emergenza per la vitivinicoltura, la zootecnia e le colture ortoflorofrutticole.
Questa lunga siccità sta facendo perdere le speranze al mondo agricolo che mai si era vista in precedenza.
Pur sapendo che le dichiarazioni di calamità naturale, è bene ricordarlo, scattano quando la produzione cala di almeno il 30% rispetto alla media dei tre anni precedenti, è bene dire che, se si vogliono aiutare le fasce più deboli dobbiamo sforzarci tutti e intervenire al più presto a 360°.
Luca Badalucco