Quantcast
×
 
 
17/03/2020 07:00:00

Finito tutto, godiamoci la nostra Sicilia

di Rossana Titone -  Ce lo ripetiamo da giorni, per farci forza e perché siamo un popolo abituato sia ai sacrifici che alle strade non proprio in discesa: andrà tutto bene.


Passerà, usciremo da questa folle corsa verso la salvezza da Coronavirus, ci sarà da ricostruire, ci sarà da mettere su piccole comunità collassate da un punto di vista economico oltre che sanitario, ci sarà da far ripartire non solo il Paese ma il mondo intero.
La quarantena porterà con se una crisi economica con cui tutti, nessuno escluso, dovrà fare i conti.

L’impresa del turismo sarà una delle più colpite inutile nasconderlo, i bar, i ristoranti, i piccoli imprenditori che fanno girare l’economia di città intere dovranno rimettersi in piedi e ci vorrà l’aiuto di tutti.
Noi non sappiamo quando usciremo dalla quarantena, non sappiamo quanto ancora sarà lunga, sappiamo che ci aspetta una grande dimostrazione pratica e non a parole di affetto e di responsabilità verso i nostri territori.
Noi che siamo abituati a scappare appena abbiamo un fine settimana libero, un ponte più lungo, impariamo ad amare la nostra città e le città della nostra provincia.  La nostra Sicilia. Inizieremo da qui, ce lo dobbiamo.


Passeremo l’estate tra le nostre isole, i borghi, i nostri ristoranti e bar. Abbiamo una grande responsabilità, noi siamo loro. Loro sono noi. Una comunità si rialza grazie all’intervento di tutti.

Il tricolore messo sul davanzale di finestre e balconi, i flash mob e tutta la solidarietà mostrata in questi giorni non deve sciogliersi come la neve.
Ci sarà da sbracciarsi, ognuno nel suo campo e nel suo ruolo, con la propria capacità ma nessuno potrà voltarsi dall’altra parte e fare spallucce. Nessuno.

Anche questa è una lezione, una cosa che abbiamo imparato.
Siamo connessi, siamo una rete, internet ci ha accorciato le distanze, ci ha fatto raggiungere chi non potevamo in questo tempo assai amaro: le video chiamate sono state la nostra salvezza in giornate intense ma dilatate, a tratti disperate.


La vera rete sarà quella umana poi, mettiamo in circolo la nostra sana voglia di esserci partendo dalle nostre aziende, dai piccoli imprenditori in difficoltà, dalla nostra ristorazione…
E’ questo il Paese che dovremo raccontare, chissà magari ci saranno meno selfie e più solidarietà.