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19/03/2020 12:44:00

"Noi mamme, la scuola, i figli, il coronavirus: abbiamo tempo solo per i troppi compiti"

 Cari genitori, docenti, dirigenti scolastici, provveditori, e mettiamoci pure i ministri.

La proroga del decreto è vicina.

Le scuole resteranno chiuse oltre (e ben oltre) il tanto atteso 3 Aprile.

Quindi ancora bambini e ragazzi a casa, studenti in balia della FAD.

Pesa pure chiamarla Formazione a Distanza, perché a distanza non si forma niente. Anzi: tutto perde forma con la distanza.
Il ruolo dell'insegnante merita un rispetto da parte di noi genitori che non può essere misurato né tantomeno equiparato a nessun altra figura formativa.
Io, genitore, in un normale regime, affido il mio bene più prezioso a delle persone di cui devo fidarmi per forza. Se non mi fidassi della scuola pubblica, porterei i miei figli altrove...e ignoranti non resterebbero.
Ma la scuola pubblica ha quel potere di garantire a tutti, ma proprio tutti, le stesse opportunità. È questo che ci piace, che come genitori ci fa sentire al sicuro: chi porta il proprio figlio a scuola sa che qualcosa, anche una sola, piccola piccola, il ragazzo la ricorderà. Se a casa non ci sono le opportunità, a scuola ci sono.
La FAD questa possibilità non solo non la da, ma la annienta: a casa, chi può va avanti, chi non può resta drammaticamente indietro.
Si danno direttive pensando di avere di fronte secchi che si era cominciato a riempire, e da lontano...con un tubo più lungo, si continuano a riempire. Abbiamo forse dimenticato che non c'è secchio né vaschetta, ma una fiamma sempre accesa che va solo tenuta viva?
E da lontano il fuoco non si alimenta.
C'è bisogno di presenza, vicinanza, cura, affetto, sorrisi, legnetto dopo legnetto.
Da lontano si azionano solo le bombe, e infatti qui si rischia di scoppiare.
Una madre e un padre non saranno mai insegnanti, neanche quelli che lo fanno per professione: una mamma che di mestiere fa la maestra, per il proprio figlio è sempre e solo la mamma.
La cucina di casa non sarà mai la classe.
I fratelli non saranno mai i compagni.
Il tavolo della cucina non sarà mai il banco.
Quindi perché le lezioni, i compiti devono essere lezioni e compiti?
Avremmo voluto godere di questo tempo per scoprire il gioco, la casa, la famiglia ma non ci è stato fino ad ora concesso.
Ad oggi l'unico impegno del "genitore da quarantena" è occuparsi dell'istruzione dei propri figli.
Tantissima stima per quei genitori che sono medici infermieri, salumiere, panettieri...che non sanno a chi affidare i propri figli.
Tanta stima, mia personale, per quei genitori che non hanno mai amato lo studio, che a 50 anni ancora riflettono prima di rispondere a "quanto fa 8x8", che non sanno la differenza tra predicato verbale e predicato nominale, che sconoscono le lingue straniere e perfino la propria lingua.
Altrettanta stima per quei genitori stranieri che la nostra generosa nazione ha accolto, garantiti dal fatto che ai loro figli ci avremmo pensato noi.
Stima infinita nei confronti degli insegnanti che amano profondamente e sinceramente il proprio lavoro, che non considerano un mestiere ma una missione: lo so che vi sentite impotenti e tristi, che i sorrisi dei vostri alunni vi mancano come l'aria.
Stima e poca invidia nei confronti dei dirigenti scolastici che devono tenere in piedi un sistema ancora tutto da definire.
La pandemia ci ha sorpresi come una grandinata estiva. Ci ha privati di ogni libertà.
Non toglieteci, come genitori, anche quella di gestire il "nostro" tempo come vogliamo.
Ma siamo tutti sotto lo stesso cielo e, se non smettiamo di correre in un tempo lento la pandemia non ci avrà insegnato niente.

Perdonate, laddove la troviate, l'arroganza e la sfacciataggine.

Vanessa, mamma.