Cari amici lettori,
oggi più che mai ci troviamo di fronte ad un opportunità, segnata da un enorme dispendio di vite umane, che ci impone (non a caso) di restare fermi a meditare sulla nostra quotidianità al fine di tutelare noi stessi e, soprattutto, il nostro futuro.
Il cambiamento impostoci da un emergenza sanitaria mondiale non può restare solo un ricordo di una reclusione forzata dentro le nostre mura domestiche. Non possiamo farci sfuggire l’occasione di salvaguardare ciò che la routine quotidiana, soprattutto negli ultimi decenni, continua ininterrottamente a restringere e distruggere.
L’avvento del consumismo e la sfrenata ipocrisia della società contemporanea non può mettere al bando innumerevoli valori e/o principi costituendi le fondamenta della nostra amata terra e dell’istituzione famigliare.
Il cambiamento della condizione umana imposto dalla moderna società industrializzata a gettato le basi per uno sviluppo, oggi, non più sostenibile delle nostre vite. La realizzazione degli interessi personali, e di quelli partitici, tesi alla ricerca di un benessere collettivo (ancora lontano) non possono trovar fondamento in istituzioni storiche, alcune delle quali costituzionalmente tutelate, se di esse non se ne riconoscono i principi fondamentali.
La diffusione di idee, tendenze e problematiche a livello mondiale ha imposto a quasi tutta la collettività un cambiamento che, nonostante, abbia contribuito ad offrire delle eccezionali opportunità ha mutato il nostro vivere comune. Le scelte di politica sociale ed economica compiute nell’ultimo ventennio ed il sempre più frequente ricorso all’indipendenza ad ogni costo hanno reso avida la nostra società e, di conseguenza, inciso negativamente in alcuni ambienti sociali (famiglia, scuola e lavoro su tutti) devastati da scelte non sempre dimostratesi fondate.
Ebbene, noi e le nostre generazioni future non possiamo permetterci il “lusso” di continuare a sopravvivere in un ambiente ormai privo di dignità. Non possiamo fare a meno di essa.
La quarantena ci ha dimostrato che possiamo restare a casa senza aver necessità di trovare o avere luoghi aperti al consumismo a vantaggio di alcuni eletti e nell’assoluta mancanza di rispetto della filiera dei lavoratori interessati, molti dei quali sottomessi, sfruttati e privati della loro dignità e libertà.
La quarantena, altresì, ci ha messo anche nella condizione di percepire la differenza tra il vivere e il sopravvivere quotidiano. La costante vicinanza al proprio consorte, compagno, figli ci hanno nuovamente restituito i principi cardini della famiglia.
La possibilità, dataci in concessione temporanea dal Covid 19, di poter tornare a dialogare nell’ambiente delle nostre affettività, finalmente liberi da impegni imposti, ha certamente scosso le nostre anime al punto tale da riscoprire e riscoprirci persone nuove e con un futuro migliore.
Ci è stato chiesto di restare a casa e di mantenere le distanze per poi tornare al più presto a riabbracciarci. Questa opportunità ci impone un cambiamento che non possiamo posticipare.
Le scelte socio-economiche passate (non solo ovviamente del nostro paese) hanno già impedito a migliaia di persone non solo di potersi riabbracciarsi ma, fatto ancor più grave, di continuare a vivere con la dovuta intensità.
La rivisitazione obbligatoria delle politiche lavorative, socio-economiche ed ambientali e, ancor prima, il cambiamento individuale di ciascuno di noi, volto a dare priorità all’ascolto e al rispetto della dignità umana e quello su cui dobbiamo immediatamente concentrarci.
Un abbraccio…
Mario Fabrizio Mannone