Quantcast
×
 
 
18/05/2020 04:05:00

L'obbligo di mascherina a Marsala, un pasticcio da Oscar

 Caro signor Sindaco di Marsala, anche medico, non credo abbia letto la mia lettera pubblicata su questo giornale in data 30 marzo, perché ho l’impressione che, a chi riveste ruoli istituzionali, dell’opinione del cittadino freghi ben poco e sempre meno.

Questa mia seconda lettera però non avrà i toni moderati della prima perché (lei è medico e me lo insegna) due mesi e mezzo di “isolamento sociale”, terrorismo mediatico dal sapore nazi-sanitario, e astinenza coatta da tutti quei comportamenti che fanno dell’uomo un “ESSERE UMANO”, hanno finito per produrre un accumulo di “ormone della rottura” con conseguente rotazione sull’asse delle ordinate di certe ghiandole. Se già nella prima mi riferivo a medici/eroi e politici/sciacalli, adesso che lei si fa fiero paladino della politica delle mascherine ad ogni costo non posso fare a meno di tirare in ballo una questione che i media del main stream stanno riverenzialmente e ossequiosamente evitando: la Chiarezza sulle caratteristiche di infettività e letalità di questo coronavirus, e soprattutto le caratteristiche tecniche delle mascherine che molti dei miei concittadini si ostinano a indossare persino quando sono soli alla guida della loro auto!

Capisco l’atto dovuto negli esercizi commerciali e in tutte le circostanze in cui non si può mantenere la distanza indicataci dai virologi, ma il tizio solitario che guarda il mare lontano da tutto e da tutti, e che all’odore del mare nostrum preferisce la puzza della plastica di una mascherina fatta in chissà quale anfratto cinese… mah! Secondo me in questi due mesi e mezzo i nostri giornalisti di spicco hanno intervistato troppi virologi e troppi pochi psicologi. E a proposito di psicologi… chi si sta chiedendo quanto inciderà il Lock Down sulla personalità dei bambini che in una certa fascia d’età hanno ASSOLUTAMENTE BISOGNO di frequentare fisicamente la scuola? Frequentare la scuola non per imparare che la parola “cuore” si scrive con la C, ma per confrontarsi con il mondo dei coetanei e con nuovi educatori che non siano i genitori. E’ una fase della crescita che non si può rimandare, non si cresce solo a prosciutto e merendine, bisogna stare attenti che il bambino non sostituisca il suo amichetto con il tablet. Beh certo il tablet ispira una certa sicurezza in un momento come questo: il tablet non starnutisce, non tossisce, non sputacchia quando parla, non ama e non si arrabbia… il tablet non è umano. Quanto costerà ai nostri figli aver giocato con un NON-UMANO? Ma nella classifica degli oggetti “rassicuranti” il primo posto lo vince di sicuro…rullo di tamburi… ladies and gentlemen… direttamente dalla Cina ecco a voi… la MASCHERINA! (scrosci di applausi, gente che si emoziona, qualcuno è sicuro di aver visto Sharon Stone piangere per l’emozione).

Io invece dico: appunto! Direttamente dalla Cina! Lo stesso paese da cui è arrivato il famelico coronavirus! Per quale motivo i miei concittadini sono così desiderosi di azzeccarsi in bocca un oggetto di plastica fabbricato di fretta e furia in fabbrichette cinesi di cui non sappiamo nulla? Come facciamo a sapere se i locali di quelle fabbriche sono stati bonificati da amianto, agenti cancerogeni e allergeni? Chi garantisce in Italia per la conformità delle mascherine cinesi alle regole europee? La vendita delle mascherine non dovrebbe includere la dotazione di una scheda di sicurezza in cui il produttore descrive dettagliatamente caratteristiche tecniche, rischi e modalità d’uso? Chi garantisce per questo? Il presidente del consiglio? Non mi risulta. Il capo della Protezione Civile? Non mi risulta.

Lei, signor Sindaco? Ci faccia sapere. E dell’effetto sull’economia locale chi ci sta pensando? A me risulta che non ci si stava pensando neanche prima della pandemia, figuriamoci adesso! Entrare in un bar e trovare un chirurgo mascherato che anziché servirti un’arancina sembra voglia toglierti le tonsille, non è quel che si direbbe un “toccasana” per l’economia. E visto che ci tiene a sottolineare che oltre che Sindaco è anche medico, ci spiega come ha risolto il rebus dei famosi 30000 meridionali che dalla Lombardia, dopo aver frequentato affollate aule universitarie, luoghi di lavoro raggiunti all’ora di punta in tram e autobus, aperitivi e discopub, mentre imperversava il diabolico SARS-Cov-2, si sono riversati al sud in uno scelLerato viaggio di 7 ore in treni affollati? Cosa c’è di peggio di un treno affollato da contagiati irresponsabili? Eppure sono passati due mesi e i numeri qui al sud sono sempre molto diversi da quelli di Lombardia, Piemonte, e solo alcune località di Emilia Romagna. Io sostengo che per sapere la verità è necessario effettuare dei campioni significativi di tamponi sul territorio; inutile ipotizzare, paventare e scongiurare, non siamo nel medioevo (malgrado qualcuno lo desidererebbe). Vogliamo i tamponi e la verità. La mascherina se la metta chi non ha il coraggio di mostrare la faccia.

Massimo Cardona