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22/05/2020 10:18:00

Coronavirus, gli avvocati del trapanese chiedono la ripresa della normale attività giudiziaria

 Con un comunicato congiunto i presidenti dei Consigli dell’Ordine degli avvocati di Palermo, Agrigento, Marsala, Sciacca, Termini Imerese e Trapani, ricadenti nel Distretto di Corte d’Appello di Palermo, chiedono la ripresa dell’attività giudiziaria che appare “ad oggi assolutamente ineludibile, mediante l’adozione di idonee linee guida organizzative unitarie che tenga conto del ruolo primario, indefettibile e non limitabile della funzione giudiziaria”. La nota è stata inviata al ministro della Giustizia, al presidente del Consiglio nazionale forense, al coordinatore dell’organismo congressuale, al presidente della Corte di Appello di Palermo, ai presidenti dei Tribunali del Distretto di Palermo”.

“Premesso che – dicono i firmatari - a partire dal 18 maggio 2020, è stata consentita la ripresa delle attività commerciali, di ristorazione, di vendita al dettaglio ed è già stata programmata la riapertura delle attività dello spettacolo. Alla ripartenza delle attività di carattere economico e commerciale fa, però, da contraltare la situazione, gravemente insoddisfacente, della amministrazione della giustizia nel distretto, caratterizzata da provvedimenti eterogenei ma comunque accomunati da una sensibile restrizione dell’accesso alla domanda di giurisdizione”. Ed ancora: “ Deve tristemente prendersi atto che i numeri della situazione epidemiologica sono stati ritenuti, da un lato, idonei alla ripartenza economica, ma dall’altro - inspiegabilmente – non tali da consentire una ripresa delle normali attività giudiziarie, e ciò a dispetto del valore primario della tutela dei diritti dei cittadini e della rilevanza costituzionale degli interessi in gioco”.

Nonostante le interlocuzioni costanti ed attualmente in corso con i vertici degli Uffici giudiziari, che hanno sempre manifestato la più ampia disponibilità ad ascoltare le esigenze dell’Avvocatura,” la giustizia nel distretto di Palermo dopo il 12 maggio – salve rare eccezioni – non ha registrato una effettiva ripresa, sia con riferimento allo svolgimento delle udienze, che con riferimento all’accesso alle cancellerie, agli Uffici Unep, agli Uffici dei Giudici di Pace, la cui attività è del tutto paralizzata in considerazione della assenza di servizi telematici”.

Per le toghe “appare inspiegabile come mai da una parte si parli di ripartenza e dall’altra rimangano ferme le disposizioni ministeriali che, ancora oggi, limitano fortemente la presenza fisica dei Cancellieri nei Palazzi di Giustizia. Sarebbe stato auspicabile, se non doveroso, provvedere alla tempestiva adozione, a livello ministeriale, di misure tecniche e organizzative tali da consentire la ripresa delle attività giurisdizionali anche nella attuale situazione, ma ancora una volta si è assistito ad un inammissibile abbandono del sistema giudiziario, a spese dei cittadini e dell’intera classe forense”