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12/07/2020 06:00:00

Salemi. Il rogo di Mokarta per Leonardo Lombardo di Xaipe: una tragedia annunciata!

 Non accenna a placarsi l’indignazione per il recente rogo di Mokarta.

Leonardo Lombardo, direttore del Gruppo archeologico Xaire di Salemi, non riesce ancora a farsene una ragione.

Con una laurea su conservazione dei beni culturali ed ambientali, è uno che di queste cose se ne intende, avendo prestato la propria opera di volontariato anche sul campo, ma sempre rifuggendo da riflettori o polemiche, anche quando di motivi ne avrebbe avuti a iosa.

Da tanti anni e insieme ad altri volontari, tra cui Chiara Caradonna, Caterina Loiacono, Claudia Sinacori, Rosanna Sanfilippo, Antonina Crimi, Leonardo Timpone, Caterina Angelo, Maria Rosa Marigioglio, Mariella Spagnolo, Giovanna Gucciardi, Iacono Vita, Giovanna Saladino, Crocetta e Antonia Mezzapelle, Crocetta Loiacono, Rita Messina, Diana e Antonina Distefano, Vito Cuttone, Biagio Crimi, Rosa Ferrante, Barbara Palermo, Titti Angelo, Anna Angelo, Concetta Maiorana e Paola Bica, Anna Cutrona, Antonina Fontana, Crocetta Guida, Alessandro Sciacca, Maurizio Pedone , Gianluigi Aloisi e Gisella Rizzo si è speso con generosità e discrezione per la valorizzazione dei vari siti archeologici di cui è ricco il vasto territorio della cittadina arabo-normanna.

Oggi, Lombardo ha rotto ogni indugio. Segno che siamo arrivati ad un punto, oltrepassando il quale, non ci potrebbe essere più speranza.

Dottor Lombardo, conosciamo la sua riservatezza, cosa l’ha spinta oggi a parlare pubblicamente?

 

“Sono passati più di 3000 anni da quando gli Elimi incendiarono l’abitato di Mokarta, ponendo fine alla civiltà dei Sicani, antichi abitanti della Sicilia in epoca preistorica. A distanza di tempo, ancora oggi, la mano dell’uomo viene utilizzata per devastare un meraviglioso sito. Questa coincidenza mi ha impressionato”

 

Ma la riapertura del 2014 non avrebbe dovuto tutelare il sito?

 

“E’ vero. Il sito archeologico fu riaperto nel 2014, dopo anni di chiusura a causa delle coperture che ne impedivano la visione, per essere finalmente fruito dai visitatori. Il progetto prevedeva la valorizzazione dell’area archeologica con la realizzazione di una staccionata e la creazione dei sentieri per garantire la libera fruizione del sito. “

 

Mentre gli scavi continuavano?

 

“Certamente. Si sono portate avanti campagne di scavo archeologico per conoscere meglio la storia del sito ed approfondire la conoscenza del popolo che lo abitava.”

 

Un vecchio sogno che si avverava.

 

“Finalmente, dopo tanti anni, Salemi aveva un’area archeologica di elevato interesse storico-scientifico su cui puntare per innescare e far ripartire il turismo culturale in questa parte dell’entroterra siciliano. “

 

Che cosa l’ha infranto?

 

“Una giornata estiva di caldo torrido ha scacciato via d’un colpo la gioia alla quale è subentrata immediatamente l’amarezza, la delusione, la rabbia per un’altra occasione di sviluppo negata a questo territorio.”

 

Un piromane o cosa?

 

“L’area è stata avvolta dalle fiamme in soli 20 minuti ed inutili sono stati gli interventi di spegnimento operati dai Vigili del Fuoco e dai tanti abitanti del luogo accorsi immediatamente.

 

Solo il caldo e le fiamme?

 

“Ancora una volta l’immobilismo che regna sovrano in Sicilia ha avuto il sopravvento. Non si può più assistere attoniti e silenziosi al destino che subiscono ripetutamente e regolarmente ogni anno i nostri siti archeologici.

Non voglio esagerare, ma vorrei ricordare che nel 2016 è stato incendiato il Parco archeologico di Selinunte, nel 2018 quello di Siracusa, nel 2019 è toccato al Parco Archeologico di Agrigento, nel 2020 due incendi al Parco di Morgantina; a maggio di quest’anno è stato dato alle fiamme il Parco Archeologico di Capo Passero, stessa sorte è toccata al Parco Archeologico di Segesta, la Rocca di Cerere ad Enna . Oggi Mokarta.

 

Un destino cinico o in Sicilia qualcosa non funziona?

 

“Vengono spesi centinaia di milioni di euro per recuperare e valorizzare il nostro patrimonio storico-artistico ed archeologico e regolarmente dopo anni di lavori, con opere realizzate a volte anche in maniera egregia queste, rimangono “normalmente” abbandonate, trascurate e di conseguenza vandalizzate.

 

Cosa suggerisce di fare?

 

“Non si può più rimanere impassibili e sopportare ancora “le non scelte della politica” in ambito di gestione dei BB.CC.AA. in Sicilia.

 

Si era parlato di far diserbare i siti archeologici dai nostri forestali.

 

“Li ha visti? Dove sono?”

 

Qualcuno aveva proposto di affidare i siti archeologici “minori” per garantirne almeno la manutenzione ordinaria

 

“Se ne era parlato. Solo parole. Cosa si è fatto di concreto? Nulla! La verità è che in Sicilia si va avanti soltanto per proclami elettorali, senza avere minimamente in mente l’idea di come risolvere i tanti problemi che giornalmente attanagliano la nostra martoriata isola. “

 

Basterebbe avvalersi del buon senso ?

 

“Le faccio un esempio. I contadini sanno bene che per far rendere di più il proprio appezzamento di terreno lo debbono coltivato almeno tre volte l’anno al fine di non far crescere erbacce che poi si trasformano in sterpaglie. Perché questo metodo non può essere applicato nella gestione delle aree archeologiche? “

 

La valorizzazione del bene culturale coniugata alla tutela e alla manutenzione del bene stesso? Sembrerebbe l’Uovo di Colombo.

 

“Proprio così. Bisogna puntare sulla “buona” gestione e lavorare instancabilmente per prevedere una corretta programmazione al fine di evitare disastri come quello di Mokarta” .

 

Tutto cio a quanto pare non avviene. Che fine ha fatto ‘Nina’, la fanciulla riportata alla luce durante una campagna di scavi?

 

“A condurre quella campagna fu il prof. Fabrizio Nicoletti nel lontano 1994, il giorno in cui si portò alla luce la fanciulla chiamata “Nina” fu un giorno che segnò una svolta. Ebbene, ancora oggi, a distanza di 26 anni dalla scoperta, giace all’interno dei magazzini e non si sa bene per quale motivo!”

 

Alla luce di questi risultati, c’è da disperare?

 

“Che dire? Forse sarebbe stato meglio non aver iniziato mai gli scavi, questo, sicuramente, avrebbe evitato lo scempio di oggi, ma non avremmo mai avuto notizie di come si viveva in un villaggio sicano della fine dell’età del bronzo. Mokarta ha fornito innumerevoli informazioni mancanti circa gli usi ed i costumi delle società preistoriche della Sicilia. Un sito del genere, conservato talmente bene da consentire di ammirare sia l’area del villaggio che la vicina necropoli caratterizzata da tombe a ‘grotticella’ scavate nella roccia, non può e non merita di essere abbandonato. “

 

Il gruppo Xaire nell’immediato cosa intende fare per Mokarta?

 

“Nel mese di ottobre si svolgeranno, sotto l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica le XVII giornate Nazionali di Archeologia Ritrovata. Di concerto con i Gruppi Archeologici della Sicilia, abbiamo fatto inserire nel programma un’escursione a Mokarta nel pomeriggio di venerdì 9 ottobre 2020. Sarà un’occasione per valorizzare e fare conoscere il sito salemitano. L’iniziativa si svolgerà in Sicilia il 9 – 10 e 11 ottobre 2020 ed è organizzata dal Gruppo Archeologico di Selinunte in collaborazione con la Direzione Regionale dei Gruppi Archeologici e con il supporto del Parco Archeologico di Selinunte.”

 

Nel frattempo aspettiamo le decisioni della Politica?

 

“Sicuramente. Ma nel frattempo noi poveri mortali ci affidiamo alle grazie di Efesto, Dio del Fuoco, affinché salvaguardi e protegga i siti archeologici Siciliani.”


 

Franco Ciro Lo Re