Caso Saguto, il difensore di Cappellano Seminara: "Nessuno scambio di favori"
Non siamo di fronte a uno scambio di favori. L’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, amministratore giudiziario con un’esperienza trentennale, non nasce nel febbraio 2010, quando Silvana Saguto diventa presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Cappellano Seminara era l’amministratore giudiziario piu’ competente di tutta la Sicilia ed era dotato e supportato da una struttura ben organizzata. Le nomine degli amministratori giudiziari sono collegiali. Non vi e’ stata nessuna trattativa privata”.
Così le parole di Sergio Monaco, avvocato che difende Gaetano Cappellano Seminara, uno degli imputati del processo che si celebra nell’aula bunker del carcere di Caltanissetta, sul cosiddetto “Sistema Saguto” - come riportato dal FattoNisseno -, durante la sua arringa al processo sulla gestione illecita dei beni confiscati alla mafia, con al centro Silvana Saguto, ex presidente della Sezione misure di prevenzione di Palermo.
“Nel 2010, l’ingegnere Lorenzo Caramma, marito della Saguto, non e’ un disoccupato preso per strada a cui dare una sistemazione. E’ stato consulente del tribunale e perito soprattutto in incidenti stradali. Aveva una competenza specifica ed era un osso duro. Il fatto che la moglie fosse un magistrato, non era ritenuto un elemento ostativo. Questa situazione veniva invece ritenuta come un elemento di garanzia, di serieta’ e attendibilita’ .
Era il 2004, ha proseguito il legale, “quando Cappellano Seminara inizio’ a dare degli incarichi a Caramma per aver operato con dedizione e spirito di sacrificio. Quando inizia ad utilizzarlo come consulente o coadiutore, nessuno protesta, nessuno si e’ stupito. Alcuni testi hanno riferito che ha svolto il suo lavoro con dedizione. Era stabilmente inserito nella struttura di Cappellano Seminara. Nel febbraio 2010, quando Saguto diventa presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, cosa avrebbe dovuto fare Cappellano Seminara? Doveva mandarlo? Sarebbe stata una grave discriminazione.
Non vi era alcun motivo per discriminare Caramma e non c’era motivo che Cappellano Seminara venisse estraniato dal Tribunale delle misure di prevenzione del Tribunale di Palermo perche’ non c’era un divieto normativo”. L’avvocato Monaco ha poi sollevato la questione delle parcelle presentate da Caramma per ben due volte: “Si tratta di alcune discrasie che si sono verificate per poca attenzione da parte di Caramma o della struttura che faceva capo a Cappellano Seminara. Questa sarebbe una dazione indebita”. Poi un passaggio dedicato alle parti civili: “L’aggravio delle spese, che ha indotto molte parti civili a lamentarsi, e’ un elemento insito di un’amministrazione giudiziaria. Per svolgere questa attivita’, e’ necessario che l’amministratore giudiziario si avvalga di collaboratori, tecnici, consulenti e questo fa lievitare le spese dell’amministrazione giudiziaria.
L’amministratore giudiziario, non puo’ essere amato proprio per questo motivo”. Le parti civili “hanno svolto i loro interventi proprio sui risultati di gestione perche’ gli episodi rispetto ai quali la condotta di Cappellano Seminara avrebbe provocato un danno, sono fuori da questa decisione: occorre dolo o colpa grave. Quella dell’amministratore giudiziario e’ un’attivita’ complessa e solo chi ha passione e non mire economiche, puo’ svolgerla. L’amministratore giudiziario si presenta nelle aziende, e’ mandato dall’autorita’ giudiziaria e amministra con un suo criterio aziende che sono sempre diverse. Alla fine della sua amministrazione deve procedere ad un rendiconto di gestione, attraverso il quale viene esaminata l’attivita’ svolta dall’amministratore giudiziario. Un documento contabile che una volta approvato, attesta che il tribunale riconosce all’amministratore di aver gestito in maniera corretta”.
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