Quantcast
×
 
 
14/12/2020 11:11:00

Il vaccino per il Coronavirus, in Italia 202 milioni di dosi divisi per sei aziende

Ad undici mesi dall'inizio della pandemia da Coronavirus il vaccino è pronto. E il piano vaccini in Italia prevede l'acqusito di 202 milioni di dosi per la copertura della popolazione e per fare delle scorte. E' questo in sintesi quello che il ministro Roberto Speranza ha comunicato nell'incontro con le Regioni per fare il punto sulla situazione vaccini. 

Per quanto riguarda la Sicilia, sono 33 i punti che serviranno ad accogliere i vaccini anti covid. Lo ha confermato l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che ha parecipato alla riunione Stato-Regioni con il ministro. In Sicilia saranno 111 mila le persone che verranno vaccinate per prima, si tratta di anziani e personale sanitario.

Con il mese di gennaio inizieranno le prime vaccinazioni in Italia e si spera siano contemporanee anche nel resto d’Europa. Il ministro tracciando quello che sarà il piano vaccini dice che si partirà tra gennaio e marzo con una prima tranche di 10milioni di dosi anche se l’Italia ha già richiesto 202.573.000 di dosi.

Le prime due aziende produttrici dei vaccini che si prevede abbiano per prime l’autorizzazione e che potranno fornire l’Italia, secondo quanto riferito dal ministro sono Pfizer e Moderna e rispettivamente nel primo trimestre del 2021 daranno all’Italia 8 milioni e 749mila dosi la prima e 1 milione e 346mila la seconda.

Ma in totale l’Italia ha stretto accordi anche con altre aziende farmaceutiche per arrivare a quella soglia di oltre 200 milioni che servirà alla copertura per la popolazione e a conservare le scorte. Ecco nel dettaglio come saranno distribuiti i vaccini in base alle aziende: Pzifer-BionTech (26,92milioni di dosi); Astra Zeneca (40,38milioni); Johnson&Johnson(53,84 milioni); Sanofi (40,38milioni); CureVac (30,285milioni) e Moderna (10,768milioni).

Il virologo Burioni - È “paragonabile allo sbarco dell’uomo sulla Luna” la produzione del vaccino anti coronavirus in tempi così rapidi, soli 11 mesi. Si tratta di “un giorno che ricorderemo nella storia": a dirlo è il virologo Roberto Burioni a “Che tempo che fa”.

Nel corso della sua “lezione” nel salotto di Fabio Fazio, Burioni ha ricordato: "Il 10 gennaio è stato isolato e caratterizzato il virus che ha provocato la pandemia. Undici mesi dopo, l’11 dicembre, sul NEJM, la rivista più prestigiosa del mondo, è uscito l’articolo che descrive il vaccino sicuro ed efficace”.

"La protezione arriva dopo 2-3 settimane - ha dichiarato l’esperto -, gli effetti potrebbero essere rapidissimi. Dell’efficacia conosciamo i numeri dettagliati, andrà dal 90 al 98%. E’ di importanza cruciale l’efficacia altissima negli anziani. Non ci sono stati effetti collaterali gravi, si sono verificati effetti non gravi che sono passati da soli”.

In merito alla mortalità, ha aggiunto Burioni, “all’interno dello studio sono morte 6 persone: 4 erano nel gruppo dei non vaccinati, 2 nel gruppo dei vaccinati e sono morte per motivi che nulla hanno a che vedere con il vaccino".

"Non sappiamo - ha continuato il professore - se il vaccino possa interrompere la trasmissione del virus, non sappiamo quanto durerà la protezione. Non sappiamo neanche se il vaccino sia efficace e sicuro da chi è stato escluso dal primo studio: minori di 16 anni, donne incinte, soggetti immunodepressi, allergici gravi".

Infine, un appello ai colleghi: "Unitevi a me nel chiedere con forza che non ci sia assolutamente nessun ritardo nella vaccinazione. Ogni giorno di ritardo significherebbe centinaia di morti, migliaia di ammalati, un paese in ginocchio in una crisi senza precedenti. Purtroppo nel nostro paese i ritardi sono molto frequenti, questa volta il ritardo non è tollerabile. Bisogna vaccinare il maggior numero di persone nel più breve tempo possibile. Non è più una speranza, il vaccino c’è".