Il Coronavirus continua a correre in Sicilia, con i nuovi casi giornalieri che si mantengono sopra i 1800. Ma il tasso di positività registrato ieri è il più alto in Italia. La situazione è preoccupante, rilevano le autorità. E domani, infatti, entra in vigore la zona arancione “rinforzata” prevista nell’ordinanza del Governo regionale. Nel frattempo a Roma si discute sul nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 16 gennaio. La provincia di Trapani ieri ha registrato oltre i 200 casi di Covid 19 ieri, mentre si assiste ancora una volta a scene di assembramenti e non rispetto delle regole anti contagio.
I dati siciliani
La Sicilia oggi ha il tasso di positività più alto d'Italia, 17,6%, più alto rispetto al 17.4 di ieri. Sono 1.839 i nuovi positivi al Coronavirus in Sicilia su 10.427 tamponi processati. Le vittime sono state 31 nelle ultime 24 ore che portano a 2.695 deceduti dall'inizio della pandemia.
I positivi sono 40.398 con un aumento di 726 casi. Negli ospedali i ricoveri sono 1.461, 15 in più rispetto a ieri. I ricoveri in regime ordinario sono 1256, 10 in più rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 205, 4 in più rispetto a ieri. I guariti sono 1.082.
La distribuzione nelle province vede a Catania con 438 nuovi casi, Palermo 317, Messina 283, Ragusa 41, Trapani 254, Siracusa 197, Caltanissetta 92, Agrigento 157, Enna 60.
Da domani zona arancione
Alle consuete regole previste dal Protocollo nazionale per la “zona arancione”, nell’ordinanza firmata dal presidente Musumeci, d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, sono state aggiunte delle misure ancora più restrittive che saranno in vigore da domani, lunedì 11. . Ecco quali.
Controlli per chi arriva in Sicilia - Vengono mantenuti i controlli per i passeggeri in arrivo nell’Isola (registrazione obbligatorio sul sito dedicato e tampone rapido), così come la riduzione dei voli da e per la Sicilia.
Misure per gli esercizi commerciali - Previste misure di distanziamento interpersonale negli esercizi commerciali, con la previsione di screening per gli operatori. I sindaci hanno la facoltà di regolamentare l’accesso nelle zone commerciali per evitare gli assembramenti.
Sospensione attività didattiche - Prevista la sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 16 gennaio per le scuole elementari e medie inferiori e fino al 30 gennaio per gli istituti superiori. Analoghe disposizioni potranno essere adottate da parte della Conferenza dei rettori. Prosegue normalmente, invece, l’attività in presenza per nidi, asili e scuole dell’infanzia.
Zona arancione, i siciliani sono d’accordo
«Accolgo con soddisfazione l'esito del sondaggio di Demopolis che conferma come la stragrande maggioranza dei siciliani sia favorevole alle misure restrittive che abbiamo dovuto adottare nelle ultime ore. Un terzo dei siciliani, addirittura, vorrebbe misure più stringenti. Certo, se non ci fosse stata durante le festività la indisciplina di una ristretta minoranza, che impone a tutti gli altri enormi costi sociali ed economici, non avremmo avuto necessità di chiedere a Roma di diventare "zona arancione". Auspico che i prefetti ed i sindaci diano disposizioni più rigorose alle Forze dell'ordine ed alla polizia municipale affinché la vigilanza, soprattutto nei luoghi della movida, sia diffusa e più efficace. Al tempo stesso, vorrei assicurare i nostri operatori economici di avere già inoltrato al presidente Conte una lettera, firmata assieme ai colleghi delle altre quattro Regioni arancione, per chiedere che il Governo ci fornisca doverose e puntuali rassicurazioni circa un'immediata messa in campo di ristori e della loro quantificazione, come previsto per le zone rosse, onde evitare ulteriori penalizzazioni alle categorie operanti nelle attività produttive, commerciali, ricettive, turistiche, gastronomiche, sportive e ricreative, affinché venga scongiurato il rischio, assai concreto, che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia delle nostre Regioni». Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci commentando i risultati del sondaggio Demopolis sull'apprezzamento, da parte del 70% dei siciliani, delle misure relative alla "zona arancione".
Vaccini
Sono 51.558 le persone che in Sicilia sono state sottoposte a vaccino dall'avvio della campagna vaccinale (dato estratto dalla piattaforma nazionale e in aggiornamento).
In Sicilia anche i medici libero professionisti e odontoiatri iscritti ai rispettivi albi saranno chiamati su base volontaria alla somministrazione del vaccino anti Covid e a riceverlo in via prioritaria. Il via libera è arrivato stamattina dalla Regione grazie ad un protocollo siglato dall’assessore regionale della Salute Ruggero Razza e il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, in rappresentanza degli Omceo siciliani. Presente alla firma anche il presidente Cao Messina Giuseppe Renzo, coordinatore regionale delle Commissioni albo odontoiatri.
L’intesa stabilisce le modalità di vaccinazione e di reclutamento dei professionisti vaccinatori.
"Se l’obiettivo è incrementare il numero di hub vaccinali e distribuire prima possibile in modo capillare il vaccino da destinare alla collettività - ha spiegato il presidente Amato - era necessario un riscontro formale che includesse tutti i medici iscritti e gli odontoiatri. Grazie al lavoro sinergico con gli altri Ordini provinciali le dosi vaccinali disponibili saranno ridistribuiti secondo un unico criterio in tutta la Sicilia. Senza disparità, le modalità saranno commisurate al rischio concreto di esposizione al contagio”.
Ogni Ordine provinciale provvederà a stilare due elenchi (albo medici e albo odontoiatri) di prenotazione degli iscritti per ricevere o somministrare il vaccino. Le due liste saranno pubblicate nei rispettivi siti istituzionali e inviate all’Asp di competenza.
“La professione odontoiatrica è tra quelle più a rischio contagio per la natura stessa dell’attività. Pur adottando ogni cautela e protezione, difficile eliminare del tutto il pericolo di infezione”, ha sottolineato il presidente Renzo ringraziando poi i presidenti di tutte le Cao provinciali per il loro supporto e l’assessore Razza “per aver compreso tale rischio e accolto le richieste degli odontoiatri con la firma di questo protocollo”.
Per accelerare la campagna vaccinale anti-Covid e arrivare alla piena copertura della popolazione il prima possibile raggiungendo la cosiddetta “immunità di gregge”, occorre, come fatto in Israele e in altri Paesi, che la vaccinazione avvenga non solo presso i presìdi pubblici, ma anche in qualsiasi altro luogo idoneo. Per questo motivo la legge di Bilancio 2021 riconosce in tal senso il ruolo fondamentale della farmacia e dei farmacisti, quali operatori sanitari da subito in prima linea rischiando la vita per affrontare l’emergenza a servizio dei cittadini. La legge stabilisce che i vaccini potranno essere inoculati anche presso le farmacie, con la supervisione di medici, assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato.
I farmacisti, in linea con il loro costante impegno contro la pandemia, si sono preparati per tempo attraverso la frequenza di corsi professionalizzanti per la somministrazione dei vaccini e sono pronti, se autorizzati dal ministro della Salute, all’inoculazione dei vaccini contribuendo pienamente ad incrementare la campagna vaccinale anti-Covid grazie alla rete delle 19mila farmacie presenti in Italia.
Ma è necessario, ovviamente, che loro stessi siano vaccinati in via prioritaria in questa prima fase, alla stessa stregua degli altri operatori sanitari. Purtroppo in alcune Regioni ciò non è stato previsto, discriminando i farmacisti rispetto ad altre categorie di operatori sanitari. Un disallineamento che sta comportando disagi e rischi a tanti farmacisti quotidianamente esposti al contatto con i pazienti, al pari degli altri colleghi che vengono invece vaccinati.
Ad esempio, in Sicilia i farmacisti non sono stati ricompresi fra gli operatori sanitari da vaccinare nella prima fase, mentre lo sono i medici, gli odontoiatri e il personale amministrativo delle Asp. Ma, paradossalmente, in alcune province i farmacisti vengono chiamati a vaccinarsi e, addirittura, all’interno della stessa Asp di Palermo, il distretto 35 lo ha già fatto e gli altri no.
Tre nuove zone rosse in Sicilia
I Comuni di Messina, Ramacca e Castel di Iudica da lunedì 11 gennaio saranno "zona rossa". Lo prevede un'ordinanza del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, appena pubblicata. Il provvedimento, preso d'intesa con l'assessore alla Salute Ruggero Razza - viste le relazioni delle Asp di Messina e Catania e sentiti i sindaci - serve a salvaguardare la salute pubblica e contrastare la diffusione del Coronavirus. Le misure restrittive resteranno in vigore fino a domenica 31 gennaio.
Previsto il divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale, con mezzi pubblici o privati, da parte di ogni soggetto ivi presente, fatta eccezione per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
Sarà sempre consentito il transito, in ingresso e in uscita, per il
rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, per gli operatori sanitari e socio-sanitari, per il personale impegnato nell'assistenza alle attività inerenti l’emergenza, nonché per l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, sanitari e di beni o servizi essenziali. Inoltre, rimane consentito il transito esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l’allevamento degli animali, nonché per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante.
Una misura particolare riguarderà Messina: dato il ruolo strategico nei collegamenti, sarà sempre consentito il transito attraverso il territorio comunale a quanti dovranno raggiungere altre località all’interno o fuori dalla Sicilia. Nella zona degli imbarcaderi, inoltre, restano operativi i drive-in di controllo per poter effettuare i tamponi rapidi su chi farà ingresso nella Città dello Stretto e, più in generale, nell'Isola.
Disposto il divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico o privato, ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria, per stato di necessità imprevisto e non procrastinabile o per usufruire di servizi o attività non sospese.
Sospese tutte le attività: didattiche e scolastiche, di ogni ordine e grado; degli uffici pubblici (fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità); commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, anche se esercitate nelle medie e grandi strutture di vendita (compresi i centri commerciali);
Chiusi i centri commerciali e gli outlet a eccezione delle attività commerciali al dettaglio (generi alimentari e di prima necessità).
Rimangono aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie secondo gli ordinari orari di lavoro. Nei giorni festivi è vietato l’esercizio di ogni attività commerciale, ad eccezione di edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie. Consentita sempre la vendita, con consegna a domicilio, dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.
La situazione in provincia di Trapani
In base al bollettino diramato ieri dalla Regione la provincia di Trapani conta oltre 250 nuovi casi di Covid, anche se non è stato fornito il dato città per città.
Preoccupano alcuni focolai. A Marsala negli ultimo giorni i casi sono aumentati vertiginosamente, tanto che il sindaco Massimo Grillo aveva disposto la chiusura delle scuole di primo grado, prima che intervenisse l’ordinanza di Musumeci.
“Come tutti sappiamo a Marsala e in Sicilia negli ultimi giorni si è verificata una nuova consistente ondata di contagi da virus Covid-19 – precisa il Sindaco Massimo Grillo. Questo ci ha spinti a chiudere le scuole nella giornata di ieri, in attesa di avere risposta dall’Asp di Trapani per effettuare uno screening di massa sulla popolazione scolastica nel dopo festività. Riteniamo, infatti, che ciò possa essere conducente per rientrare in classe con maggiore tranquillità sia per i docenti, che per alunni, amministrativi e personale Ata. Nel frattempo sempre ieri è intervenuta questa ordinanza del Presidente Musumeci che accogliamo favorevolmente anche se non possiamo non essere d’accordo con la posizione delle Uil Scuola Trapani che chiede l’estensione della chiusura ai nidi, agli Asili e alle Scuole dell’Infanzia. Anche i più piccoli e gli operatori di queste strutture educative possono infatti contrarre il virus e, inoltre, fare da vettore verso i loro familiari più anziani e/o più a rischio”.
Un focolaio a Castellammare del Golfo crea preoccupazione. Sono 15, tra lavoratori e clienti di un bar, positivi al Covid, su 47 in totale nella città.
A Castelvetrano si sono verificati dei casi all’interno dell’ospedale, nel reparto di Medicina, in particolare, dove ci sono tre operatori sanitari positivi al Covid.
.Mentre la Sicilia deve fare i conti con l'impennata di contagi e vengono attuate misure più restrittive, a Trapani continuano gli assembramenti. Di giovani particolare.
Venerdì, in via Cuba nella zona del centro storico ragazzi e ragazze sostavano davanti ad un locale pubblico senza rispettare la distanza di sicurezza. Alcuni addirittura conversavano tra di loro senza mascherina. Un comportamento irresponsabile che fa arrabbiare chi le regole le rispetta.
E proprio per l’inosservanza delle norme anti-Covid in una palestra di Marsala sono scattate le prime sanzioni, anche per chi la frequentava.
La situazione in Italia
Sono 19.978 i nuovi casi di coronavirus registrati in Italia ieri. Lo rende noto il bollettino del Ministero della Salute. I guariti o dimessi sono 17.040, mentre i deceduti sono 483, per un totale da inizio pandemia di 78.394. Venerdì c'erano stati 17.533 nuovi casi su 140.267 tamponi effettuati, 620 i morti
Ieri, Sabato, i tamponi eseguiti sono stati 172.119. Il tasso di positività è sceso all'11,6% (-0,9%) rispetto a ieri.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva in Italia sono aumentati di 6 unità con 183 nuovi ingressi giornalieri, mentre i ricoverati con sintomi sono scesi di 53. Gli attualmente positivi in Italia sono 572.842, i guariti o dimessi 1.606.630.
Verso il nuovo Dpcm
Il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia ha convocato per lunedì mattina una riunione con Regioni, Anci e Upi con all'ordine del giorno le misure per il nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 16 gennaio. All'incontro, in programma alle 10.30, parteciperà in video conferenza anche il ministro della Salute Roberto Speranza.
I presidenti delle 5 Regioni che da lunedì entreranno nella zona di rischio arancione - Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Calabria, Sicilia - chiedono con una lettera al Governo "di fornire doverose e puntuali rassicurazioni circa un'immediata messa in campo di ristori e la loro quantificazione". Questo per evitare, scrivono Zaia, Bonaccini, Fontana, Spirlì e Musumeci - "ulteriori penalizzazioni alle categorie colpite e per scongiurare il rischio che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni".
Nel nuovo dpcm con le misure antipandemiche è prevista la conferma delle attuali misure mentre si stanno valutando nuove restrizioni, anche se al momento non sembrerebbero essere già state definite le nuove misure.
Dopo l'abbassamento della soglia dell'Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, il governo sta pensando di introdurre un'ulteriore stretta: se l'incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100mila abitanti scatta in automatico la zona rossa. La proposta, avanzata dall'Istituto superiore di Sanità, è stata condivisa dal Cts e dovrà essere concordata con le Regioni. Un incontro tra il governo e le regioni non è ancora stato fissato ma è probabile che si tenga all'inizio della prossima settimana in vista della scadenza del Dpcm il 15 gennaio.