Scontro tra il presidente della Regione, Nello Musumeci, e i medici di base, che si riconoscono nella sigla Federazione Italiana Medici di Famiglia, il cui segretario regionale è Luigi Galvano.
Durante la conferenza stampa di martedì il governatore ha sottolineato che dai medici di famiglia si aspetta di più, una maggiore disponibilità alla vaccinazione contro il Covid-19.
C’è un corto circuito di comunicazione, leggendo i comunicati e le dichiarazioni delle varie ASP pare che tutto vada bene, che i centri vaccinali lavorino a pieno ritmo. Sono, invece, tantissime le segnalazioni che arrivano dove il cittadino non solo si lamenta delle lunghe attese, soprattuto per i soggetti anziani, ma anche per la grande scortesia del personale, una mancanza di sensibilità e rispetto, ci dicono, che fa rabbrividire: “Gentili sono solo i volontari”, chiosa un signore che ha fatto dopo ore la prima dose di vaccino.
L’isola felice che ci raccontano le ASP ha delle falle, le criticità sono tante, al di là dell’organizzazione la maleducazione e la scortesia non sono giustificabili.
Sui medici di base la dichiarazione di Musumeci non è stata gradita agli addetti ai lavori: “Finora, infatti, sono troppo pochi quelli che hanno accettato di somministrare i vaccini anti-Covid. Li aspettiamo al nostro fianco, loro conoscono meglio di ogni altro i soggetti fragili, gli ultra ottantenni in particolare, sono in condizioni di poterli contattare e vaccinare. In molti lo fanno già, ma si tratta di una minoranza”.
I medici di famiglia, nella loro organizzazione regionale, hanno risposto con una lunga lettera, nero su bianco hanno elencato le problematiche e fornito delle soluzioni: “Abbiamo vaccinato in meno di due mesi (da Ottobre a Dicembre 2020) oltre 1.200.000 cittadini siciliani per l’influenza e la polmonite. Ce ne siamo dimenticati? Siamo diventati nel giro di pochi mesi imperiti e impediti?
Oggi i Medici di medicina generale sono offesi dopo tutto l’impegno e il sacrificio che hanno profuso per i siciliani sentendosi dire che vaccinerebbero poco per il Covid, è facile per Lei scaricare su una categoria l’ulteriore criticità della sanità siciliana”.
I medici parlano di fallimento: “E’ fallito il sistema di tracciamento dei pazienti Covid positivi e dei loro contatti stretti, per insufficienza operativa dei Dipartimenti di Igiene pubblica, che costringevano i soggetti guariti a rimanere in quarantena a casa per mancata emissione del provvedimento di liberazione. Con cinque ordinanze, l’ultima ieri, successive da Dicembre 2020 ha affidato ai Medici di famiglia tale compito investendoli del ruolo di operatori di sanità pubblica (ruolo non negoziato) e la medicina generale con grande impegno e con molto sacrificio con ore ed ore di lavoro al giorno da allora ha emesso i provvedimenti di Contumacia e di liberazione, risolvendo un grande problema sociale”.
E poi inchioda il presidente alla responsabilità della sua delega: “L’Assessorato per la vaccinazione ci ha chiamati al tavolo con molto ritardo (mesi) rispetto alle altre Regioni per organizzare il nostro contributo per entrare in campo nella vaccinazione anti-covid pubblicando il relativo decreto sulla GURS in data 26 Marzo con notevole ritardo e ha inviato alle ASP la circolare esplicativa all’accordo solo dopo che il sottoscritto ha sollecitato l’Istituzione attraverso i media. La Maggioranza dei medici hanno aderito all’Accordo regionale nelle sue varie articolazioni, adesione che è in crescita, nonostante siamo arrivati per ultimi e non per nostra causa”.
Infine la categoria, dopo lo sfogo e la denuncia delle responsabilità, lancia delle soluzioni: “Si applichi, piuttosto in maniera diffusa e prioritaria il nostro accordo in tutte le ASP non ancora interamente applicato.
Cosa ancora più importante dati ai Medici di medicina generale dei vaccini per tutelare i soggetti fragili, visto che allo stato attuale i medici vaccinano spesso con le dosi residue, spesso rimandati indietro nonostante avere prenotato almeno 48 prima. Se non si invertiranno tali dinamiche a poco a poco i medici si allontaneranno dalla vaccinazione anziché aderire sempre più come sta avvenendo ora”.
Lo chiedono con un’unica voce: prima vanno riforniti i medici i base e poi gli hub e sulla questione vaccini non hanno dubbi: “In ultimo ai medici di famiglia vanno dati i vaccini che possono stare in frigo almeno 30 giorni e non quelli che scadono dopo 5 giorni costringendoli a onerosi andirivieni dalla farmacie aziendali distanti anche 30-40 chilometri dal loro studio e spesso sentendosi dire che i vaccini non ci sono o ne possono dare meno”.