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11/05/2021 12:17:00

Abrignani: "A Giugno in Italia solo dieci morti al giorno ..."

 L’Italia come il Regno Unito, che ieri come annunciato dal primo ministro Boris Johnson ha registrato zero decessi per Coronavirus? Non nell’immediato, ma secondo l’immunologo del Comitato tecnico scientifico (Cts), il marsalese Sergio Abrignani, l’andamento dei contagi e della campagna di vaccinazione porterà il Paese ad avere un drastico calo dei decessi a partire dal prossimo mese di giugno.

Abrignani in una intervista al Corriere della Sera mostra ottimismo e spiega che già oggi si registra nel Paese “un deciso miglioramento”. Dopo settimane di lenta discesa finalmente l’epidemia in Italia mostra “chiari segni di debolezza”, afferma l’immunologo. “La strategia delle riaperture graduali è stata premiante e da giugno l’andamento sarà molto simile a quello dell’Inghilterra con circa 10 morti al giorno di Covid rispetto ai 400 che abbiamo pianto nell’ultimo mese”.

Il fattore chiave, ovviamente, è l’andamento della campagna vaccinale. Per Abrignani se i numeri delle somministrazioni giornaliere continueranno a salire “tutto lascia intendere che, sorprese escluse, a fine maggio la popolazione di età superiore a 60 anni sarà immunizzata. Significa che avremo messo al sicuro il 97% dei soggetti che rischierebbero di morire di Covid se fossero contagiati. Il numero delle vittime si abbasserà all’improvviso”.

Quanto al coprifuoco, madre di tutte le polemiche politiche nello scontro tra aperturisti e rigoristi nell’eterogenea maggioranza che regge il governo Draghi, per Abrignani si tratta di “scelte politiche”. Da immunologo, spiega il membro del Cts, “prolungare il contatto tra persone di due ore può peggiorare la situazione”, ma “è chiaro verso altre riaperture. Il governo intende mitigare il rischio del rialzo dei contagi e a noi scienziati chiede gli strumenti per riuscirci”.

Sui vaccini Abrignani evoca invece la possibilità di un richiamo il prossimo anno in caso di due circostanze: “La comparsa una variante non riconosciuta dai vaccini oppure l’evidenza che la risposta immunitaria prodotta dalle prime due dosi si sta affievolendo”.