Quantcast
×
 
 
29/05/2021 20:00:00

"A Marsala un seme germoglia dopo 15 anni"

 Il Regolamento per la partecipazione dei cittadini alla cura e tutela dei beni pubblici comuni è nato da poche settimane grazie all’approvazione unanime del Consiglio Comunale. Ho atteso quindici anni questo evento e ne sono ben lieto.


Ricordo, infatti, che alle due precedenti elezioni comunali ho consegnato ai candidati più “papabili” per conseguire la carica di sindaco o assessore il regolamento lab-suss redatto dall’ Università di Trento, fatto proprio, con adeguamenti alle situazioni locali, da numerose città piccole e grandi, tra queste ultime Bologna.


Ci tenevo molto a sollecitare i concittadini di buona volontà a fare qualcosa per la cura, tutela e valorizzazione dei beni comuni: parchi, giardini, monumenti, aree libere demaniali. Avevo letto cronache e commenti all’ attuazione concreta del movimento che pian piano andava prendendo piede in tutta Italia. Ed alla domanda che gl’indifferenti rivolgevano a chi aveva voglia di partecipare senza alcun compenso ma soltanto per amore della città, la risposta era : “ Lo faccio perché mi piace farlo”.
E nel raggio di cento metri dalla mia dimora in via Curatolo, mi è piaciuto fare qualcosa riguardante i beni comuni.
1) Dopo l’inaugurazione dell’area archeologica di San Girolamo, ho dedicato un articolo su Il Vomere in cui descrivevo la complessa vicenda che aveva dato origine all’ area archeologica appena inaugurata. Pochi sanno che essa è nata dalla disperazione del direttore didattico della scuola elementare Garibaldi per la mancanza di aule dell’edificio, nato nel secolo XVII come monastero agostiniano di clausura. Si, nel 1971-72 , non sapevo dove sistemare le numerose classi già funzionanti in orario anti e pomeridiano.


Le insistenze inarrestabili perché si costruissero aule nell’area risultante dalla chiesa di San Girolamo, distrutta dagli angloamericani l’ XI maggio del 1943, produssero il varo del cantiere per la costruzione delle aule. Ma, affiorati i reperti del IV secolo a.C. e, nel lungo volgere degli anni, venuta meno la necessità delle aule per la progressiva diminuzione degli alunni, ecco che nel dicembre del 2007 la nostra Città si è arricchita di un bene archeologico meritevole di tutela. L’area è stata oggetto di ripetuti atti vandalici e di scarsa manutenzione, specialmente dell’arredo urbano.


2) Ben presto una delle quattro piante di arancio selvatico messe a dimora nelle mini aiuole ha cessato di vegetare e tutti i tentativi di piantumarne altre sono falliti. Volendo fare qualcosa di utile per l’assetto del piazzale, ho messo a dimora una pianta di alloro che ora è rigogliosa ai piedi della lapide che ricorda i partigiani marsalesi. Ovviamente è stato necessario irrigarla periodicamente e concimarla con la cenere proveniente dal forno Ingoglia.


3) Sulla via San Lorenzo, nell’intersezione con la via Generale Leonardi, un giorno ho notato dei pezzi di marmo sull’asfalto sotto l’edicola votiva dedicata alla Madonna Addolorata. Incuriosito, li ho raccolti e mi sono accorto che erano tre frammenti del fregio con la scritta SPQL, SenatusPopulusQueLilibetanus.
Li ho ricomposti con della sindolite e fatti ricollocare dal Comune, senza alcuna lungaggine burocratica, sotto il timpano dell’edicola dove tuttora si trova il fregio marmoreo.
4) Notando lo squallore delle pareti rimaste nude presso il forno predetto, ho lanciato l’idea di realizzarvi un murale. Ebbene, l’idea condivisa dall’Associazione OTIUM, che ha bandito un concorso apposito, ha prodotto il murale che si può oggi ammirare.


Per quel poco che ho fatto, non mi attendo riconoscimenti e medaglie, mi soddisfa abbastanza il piacere di aver fatto qualcosa perché “ mi è piaciuto farlo” per la mia Città.

 Elio Piazza