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30/05/2021 10:00:00

La satira, un modo per conoscere i "potenti"

La satira. È un genere della letteratura, delle arti e, più in generale, di comunicazione, caratterizzata dall'attenzione critica ai vari aspetti della società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.

Essa mira a far ridere criticando i personaggi e deridendoli in argomenti politici, sociali e morali. Sin dall'Antica Grecia ha sempre avuto una fortissima impronta politica, occupandosi degli eventi di stretta attualità per la città, e avendo una notevole influenza sull'opinione pubblica proprio a ridosso delle elezioni.Per questo motivo, è sempre stata soggetta a violenti attacchi da parte dei potenti.

La satira si differenzia dalla comicità, umorismo, ironia e sarcasmo, anche se ne condivide molti aspetti.Con il sarcasmo il ricorso a modalità amare e scherzose con cui mette in discussione ogni autorità costituita. La sua comunicazione è "border line", ha in genere un contenuto etico e morale, normalmente riferibile all'autore, ma invoca e ottiene generalmente la condivisione generale, facendo appello alle inclinazioni popolari; anche per questo spesso ne sono oggetto privilegiato personaggi della vita pubblica che occupano posizioni di potere.Le caratteristiche della stessa sono state sottolineate dalla Corte di Cassazione che si è sentita in dovere di dare una definizione giuridica di cosa debba intendersi per satira: «È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene.»

(Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006)
La satira è un diritto costituzionale, che in Italia è garantito dagli articoli 21 e 33 della Carta. Nel belpaese nel secondo dopoguerra uno su tutti il target: il Divo Giulio Andreotti, quasi 500 le vignette di Forattini, mai una querela, fu soprannominato anche il Grande Belzebù, dotato di grande senso dell'umorismo. Diversamente dall'altro bersaglio dell'epoca, Bettino Craxi icona con il democristiano della scena politica italiana degli anni '80 è stato uno dei preferiti dagli autori di satira. Un confronto che non è stato esente da spine con lei, un rapporto quanto meno conflittuale. L'esponente dello scudo crociato, sul legame con le sue prese in giro costruì un personaggio sornione e furbo, Craxi non ha mai dato l'idea di amare molto le sue parodie. D'altra parte sarebbe stato difficile visto l'immagine pubblica del leader socialista: forte, autorevole, fisicamente imponente. Un'immagine che lasciava poco spazio all'autoironia. Forattini fu anche querelato da Craxi. Dopo di loro nell'ultimo quarto di secolo protagonista assoluto Silvio Berlusconi, nomignolo il Caimano. Da uomo della comunicazione più avvezzo al filone, del suo amico detto il Cinghialone. Nell'ultimo lustro a Capo Boeo l'obiettivo preferito è stato l'ex sindaco Di Girolamo per le sue gaffe linguistiche, non certamente un oratore. Sicuramente un retore ecclesiastico M. Grillo. Indubbiamente l'altro potente di Lilibeo il pluri presidente del consiglio Sturiano è un "animale politico" nell'accezione Aristotelica. Può servire a conoscere i potenti, la Satira.

Vittorio Alfieri



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