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31/07/2021 06:00:00

Caso Denise, Angioni a giudizio insieme ad una turista romana. Accuse e repliche 

 Due rinvii a giudizio per il caso della scomparsa di Denise Pipitone. Come abbiamo raccontato ieri su Tp24 l’ex pm del caso Maria Angioni sarà a processo, che inizierà il 23 dicembre: comparirà davanti al giudice monocratico del Tribunale di Marsala. Tuttavia ci sarebbe anche un altro rinvio a giudizio: si tratterebbe della turista romana che aveva affermato di aver visto Denise il giorno della scomparsa, mentre la posizione del marito di questa parrebbe archiviata. Per entrambe le donne l’accusa è di false dichiarazioni ai pm.

Denise Pipitone è scomparsa il 1 luglio 2004 da Mazara del Vallo. Era un giorno di mercato, un giorno normalmente affollato, e quindi sono state seguite diverse piste e diversi indizi. Le strade finora percorse per la maggiore dagli inquirenti sono state due. La prima è quella del rapimento da parte dalla primogenita del padre naturale di Denise Jessica Pulizzi - che è stata assolta in tre gradi di giudizio, nonostante i giudici avessero riconosciuto la potenzialità di un suo movente. La seconda è la cosiddetta “pista rom”: nell’ottobre 2004, la guardia giurata Felice Grieco avvistò e filmò con il telefonino a Milano una bambina molto somigliante a Denise in compagnia di una presunta famiglia rom o sinti.

La scorsa primavera le indagini su Denise erano riprese sull’onda della curiosità suscitata dalla partecipante a un reality russo, Olesya Rostova, che si è pensato inizialmente essere Denise, ma il suo gruppo sanguigno non coincideva con quello della bimba scomparsa. Intanto pare siano state poste sotto indagine - ma non c’è ufficialità - anche due altre persone: la madre di Jessica Anna Corona e Giuseppe Della Chiave, il nipote di un testimone audioleso della prima indagine. Tuttavia non si conosce né se i due siano effettivamente sotto indagine né se ci siano stati ulteriori sviluppi intanto. Ma perché Angioni e la turista romana andranno a giudizio?

Perché è stata rinviata a giudizio Maria Angioni
Angioni è stata pm del caso Denise all’ottobre 2004 fino al luglio 2005. All’inizio di maggio scorso si era recata dagli attuali pm di Marsala per rivelare alcuni dettagli della passata indagine. Presumibilmente, stando ad alcune velate rivelazioni rese in diverse trasmissioni tv, l’ex pm potrebbe aver raccontato di depistaggi, di minacce ricevute, di inesattezze e di errori.

Ma nel nuovo racconto di Angioni gli attuali pm avrebbero riscontrato a loro volta inesattezze. “Io ho detto - ha spiegato l’ex pm a ‘Chi l’ha visto?’ lo scorso giugno - che era stata installata una telecamera e che poi non funzionava più e che ne ho dovuto attivare un’altra. Loro mi hanno fatto vedere i documenti relativi alla seconda telecamera. […] Anche un’altra cosa che io avrei detto, che avevamo sentito a sommarie informazioni uno. […] E loro invece mi hanno trovato dei documenti che non contengono quelle dichiarazioni”.

L’ex pm Maria Angioni replica con un post sul suo profilo Fb alla notizia della sua citazione diretta a giudizio ad opera della Procura di Marsala, che ha fissato la prima udienza del processo per il prossimo 23 dicembre. “Per spirito di leale collaborazione con la Procura della Repubblica di Marsala – scrive la Angioni, attualmente giudice del lavoro a Sassari - ho chiesto di essere sottoposta a un nuovo interrogatorio, in data successiva ai giorni in cui avrò avuto la materiale disponibilità degli atti del corposo fascicolo relativo al processo per il sequestro di Denise Pipitone, e diversi altri fascicoli rilevanti; la Procura ha fissato date che non mi avrebbero permesso di rendere dichiarazioni suffragate dagli atti, ho chiesto un rinvio, e come immediata reazione la Procura ha scelto di esercitare l'azione penale nei miei confronti”. Nel settembre 2004, la Angioni, insieme all’allora procuratore capo di Marsala Antonino Silvio Sciuto e al collega Luigi Bocca, è stata uno dei primi pm a coordinare le indagini sulla scomparsa della bambina mazarese. A seguito delle dichiarazioni rese in tv della Angioni (il magistrato ha parlato di tentativi di depistaggio e intralcio alle indagini), la Procura di Marsala convocò l’ex pm come “persona informata dei fatti” lo scorso 3 maggio. Ai pm di Marsala, la Angioni avrebbe parlato di una rete di protezione intorno alla famiglia allargata Pulizzi-Corona. Ma alcune circostanze riferite dall’ex pm non sono state riscontrate negli atti dell’inchiesta e per questo il 4 giugno è stato emesso l’avviso di garanzia nei suoi confronti, con invito a comparire di nuovo, il 23, a Marsala in veste di indagata. Tre sarebbero gli episodi contestati alla Angioni, ma il suo legale, l’avvocato Stefano Pellegrino ha dichiarato che si tratta di “cattivi ricordi in buona fede”, che sarebbero dovuti a semplice confusione determinata dalla complessità del caso e dalla distanza temporale dai fatti, oltre 17 anni. Nel suo ultimo post, la Angioni continua: “Ho tempo a questo punto fino alla chiusura del dibattimento per eventualmente precisare e spiegare le mie dichiarazioni, con consapevole e ragionata valutazione degli atti. Interrogatori al buio niente da fare, mi dispiace, non ho iniziato e portato avanti tutta questa cosa per perdere tempo, e sprecare importanti occasioni per ristabilire verità utili. Non ho certo paura”. E intervenendo nei commenti ha aggiunto: “I PM di Marsala saranno sicuramente convinti delle buone ragioni dell'accusa, io d'altra parte ho il diritto non solo di difendermi, ma anche di portare ogni situazione problematica, nell'ambito dei fatti che mi sono stati contestati, davanti al giudice, in un processo pubblico. All'epoca delle indagini per il sequestro di Denise Pipitone ho incontrato tanti problemi, e ritengo che sia inutile e dannoso andare avanti nel tentativo di capire cosa avvenne alla bambina, se prima non si viene a capo di quei problemi”. Poi, un invito a quanti commentano il suo post: “Non scrivete accuse contro nessuno, non ce n'e' bisogno, mi basta la vostra amicizia e il vostro sostegno”.

Perché sarebbe stata rinviata a giudizio la turista romana
Il presunto rinvio a giudizio della turista romana riguarda tutt’altra questione. Una donna, che era stata a Mazara alla fine dell’estate 2004, aveva dichiarato di aver visto Denise quel 1 settembre. L’avrebbe vista in un luogo ben preciso: l’hotel Ruggero II, dove la donna soggiornava e dove al tempo lavorava Anna Corona. Gli inquirenti hanno dovuto fare un grosso lavoro di ricostruzione, perché nell’immediato era impossibile risalire con certezza che la turista fosse stata lì e in quei giorni: i registri dell’albergo erano stati ormai distrutti, così come la documentazione bancaria relativa ai pagamenti con carta di credito che viene solitamente eliminata dopo 10 anni. Tuttavia gli inquirenti sono riusciti a risalire al fatto che la donna, insieme al marito, era stata sì a Mazara, ma alla data del 1 settembre 2004 era già tornata a Roma.



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