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03/08/2021 07:00:00

Traffico di droga sull'asse Palermo-Trapani. Cadono le accuse più pesanti per due pacecoti

 Successo difensivo nel Riesame di due posizioni nell’ambito del procedimento “Pars iniqua” (traffico di droga sull’asse Palermo-Trapani).

Cadono, infatti, le accuse più pesanti per due pacecoti arrestati lo scorso 5 luglio nella maxi-operazione antidroga condotta da carabinieri e Dia, con il coordinamento della Dda nelle province di Palermo, Trapani, Latina, Napoli, Roma e Nuoro con 85 provvedimenti cautelari: 63 persone in carcere, 18 ai domiciliari e 4 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

L’indagine ha acceso i riflettori sulla marijuana prodotta in Sicilia e sulla cocaina importata dalla Calabria. E nella rete sono rimpasti impigliati anche i pacecoti Giuseppe Accardo, classe ’93, e Antonino Tranchida, classe ’86. Per loro, adesso, in fase di Riesame, sono cadute le accuse di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e agevolazione alla mafia. Entrambi, comunque, rimangono in stato di detenzione per altre accuse.

“Con Ordinanza emessa in data 24 giugno 2021 dal Gip del Tribunale di Palermo (dott. Conti) – dice l’avvocato Natale Pietrafitta, uno dei difensori - in data 5 luglio 2021, venivano tratti in arresto, tra gli altri, Accardo Giuseppe (difeso da me e dal collega Luigi Pipitone) e Tranchida Antonino (anche lui difeso da me e dal collega Raffaele Bonsignore), nell'ambito dell'operazione PARS INIQUA. Ai predetti, assieme ad altri 4 indagati, erano stati contestati l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravato dell'agevolazione della associazione mafiosa denominata cosa nostra, oltre che taluni episodi specifici di traffico di stupefacente. In data 29 luglio 2021 si è tenuta l'udienza di riesame e il Tribunale, accogliendo le istanze difensive, ha parzialmente annullato l'ordinanza del Gip, limitatamente al capo 2 dell’imputazione provvisoria, escludendo, quindi, che Tranchida e Accardo avessero mai fatto parte della associazione finalizzata al traffico di stupefacenti né tantomeno che abbiano mai agevolato la consorteria mafiosa cosa nostra”.