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06/08/2021 06:00:00

  Damiani condannato. Le sue confessioni, dalle mazzette agli agganci in politica

Ha confessato di aver ricevuto mazzette. Di aver fatto pilotare gare d’appalto milionarie. Ha confessato che i politici lo informavano sulle nomine nella sanità siciliana. Queste confessioni hanno portato ad uno sconto di pena per Fabio Damiani, ex manager dell’Asp di Trapani, condannato a 6 anni e mezzo per corruzione nel processo sullo scandalo della corruzione nella sanità siciliana.


Per Damiani i pm avevano invocato una condanna più pesante, oltre 9 anni di reclusione. Il processo è quello scaturito dall’inchiesta “Sorella Sanità”, che ha scoperchiato un milionario giro di mazzette nella sanità siciliana (qui ricostruiamo i fatti). Un processo che si è concluso ieri, con rito abbreviato, davanti il gup di Palermo. E l’Asp di Trapani, oggi guidata dal commissario straordinario Paolo Zappalà, non si è costituita parte civile nel procedimento all’ex manager arrestato proprio mentre era alla guida dell’azienda.

Condannato anche l’ex paladino della legalità
Sono pesanti, infatti, le condanne inflitte nel processo con rito abbreviato dal Gup di Palermo Clelia Maltese. Sette le persone condannate. Il nome più noto è quello di di Antonio Candela, l'ex paladino della legalità, colpevole di corruzione e condannato a 6 anni e 8 mesi. L'inchiesta condotta dalla Procura di Palermo e dalla guardia di finanza, riguarda una serie di appalti ritenuti truccati negli ospedali e nelle aziende sanitarie siciliane: gare che avevano importi complessivi per oltre 600 milioni di euro e che sarebbero state aggiustate in parte anche da Candela.
A Fabio Damiani, ex presidente della Cuc, centrale unica di committenza della regione Sicilia e poi direttore generale dell’azienda sanitaria di Trapani è stata riconosciuta l’attenuante della collaborazione che invece i pm non volevano concedergli.
Le altre condanne: Francesco Zanzi di Tecnologie sanitarie, 7 anni e 2 mesi; Roberto Satta 5 anni e sei mesi; Giuseppe Taibbi 5 anni. Salvatore Manganaro, che aveva reso una serie di dichiarazioni contro se stesso e contro altri imputati, 4 anni e 4 mesi; Salvatore Navarra 5 anni e 10 mesi. Unico assolto Angelo Montisanti.

La confessione
"Ho intenzione di dire la verità e ammetto i fatti che mi sono contestati", così dice l'ex direttore dell'Asp di Trapani, nonché responsabile della Centrale unica per l'affidamento degli appalti, Damiani, cominciava le sue dichiarazioni davanti ai pm nel novembre scorso. Il suo arresto, circa un anno fa, quando era ai vertici dell’Asp di Trapani, creò scalpore. La confessione arriva dopo esser stato messo alle strette dalla decisione del suo "faccendiere", Salvatore Manganaro, anche lui condannato, di collaborare con i Pm.



Le mazzette
Fabio Damiani, dopo aver ammesso alcune responsabilità, parla anche del ruolo del faccendiere Salvatore Manganaro.
Damiani racconta ai magistrati di aver già trovato Manganaro ben inserito nei meccanismi della corruzione nel mondo sanitario siciliano affermando peraltro di essere stato ricattato – tra il 2015 ed il 2016 – proprio da Manganaro con alcune foto scattate a Dusseldorf. Damiani fa anche i nomi (omissati) di agganci politici e burocrati in grado di poter intervenire sulle gare d’appalto pubbliche.

 

Le gare truccate
“Non lo feci materialmente io ma misi Manganaro nelle condizioni di farlo. Una sera lo accompagnai in Asp e gli feci vedere dove era la chiave della cassaforte e gli feci vedere quali erano i plichi ove erano contenute le offerte economiche. Poi lui in almeno altre due occasioni si è recato in Asp, mi ha detto con altre persone, e prima ha sottratto la busta, poi l’ha sostituita. L’accordo di Manganaro con Zanzi per questa gara prevedeva corresponsione di somme all’aggiudicazione, alla sottoscrizione del contratto e alla consegna dei lavori, una parte di queste somme era destinato a me”, raccontò Damiani nel suo interrogatorio ammettendo che faceva truccare gare milionarie.

Gli agganci politici
Nella sua confessione fa i nomi anche di politici, omissati, e racconta delle sue entrature fin dentro il governo regionale. Damiani era sicuro della sua nomina all'Asp di Trapani. E addirittura seguì in "diretta" la giunta convocata a Catania, il 18 novembre 2018, per guidare l’Asp di Trapani: “Io avevo una persona che mi faceva la cronaca di quello che stava avvenendo fin tanto che la mia conferma alla Asp di Trapani era stata ratificata”.