Incendi, la conta dei primi danni ad Erice. I problemi di sempre, e come al solito ...
Il cambiamento climatico porta estati sempre più torride in Sicilia. Non solo: il caldo afoso comincia prima, come si vede in questi giorni. E comincia anche la stagione degli incendi. E come ogni anno, si fa poco o nulla per una seria politica di contrasto degli incendi, nonostante ormai siano chiare le inefficenze del sistema di prevenzione, di controllo, e di spegnimento, come denunciato a diverse associazioni ambientaliste e come raccontato da Tp24.
La prima ondata di scirocco è stata la miccia che ha devastato, nei giorni scorsi, la montagna di Erice, mandando in fumo più di 200 ettari di bosco e sottobosco sul versante di Martogna, da Sant'Anna fino al Castellazzo. E' il lato del monte, per intenderci, che guarda Trapani, ed anche per questo l'incendio è stato più impressionante, perché migliaia di persone lo hanno visto in tempo reale, con la montagna tristemente illuminata per tutta la notte dalle fiamme. Il bosco di Martogna è stato distrutto per metà. Un danno enorme, se si pensa che si tratta di un parco urbano attrezzato molto frequentato dai trapanesi. Inceneriti alberi che avevano anche mezzo secolo di vita, oltre al danno enorme per il terreno, sempre più esposto, adesso, al rischio di frane.
Ogni anno si ripete la stessa telenovela. Prepariamoci. Gli incendi, lo spegnimento, la conta dei danni, la caccia ai piromani, l'ombra della mafia, le riunioni straordinarie alla Regione Siciliana come nelle Prefetture.
L'anno scorso addirittura il presidente della Regione ad un certo punto ha chiesto inviare l’esercito in Sicilia, come nell’operazione “Vespri siciliani”, dopo le grandi stragi di mafia del 1992. Nel frattempo, la Regione ha ideato anche uno spot televisivo: “Se avvisti un incendio chiama il 1515”.
L'anno scorso associazioni e cittadini del comitato “Salviamo i boschi”, ha avviato delle indagini, incrociando fonti, chiedendo documenti, facendo accesso agli atti, raccogliendo in giro testimonianze, filmati, foto.
I punti deboli sono noti, ormai. I "forestali", cioè i dipendenti dell’Azienda regionale delle foreste demaniali e del Corpo Forestale della Regione hanno un organico al minimo: 500 unità. Quindi la Regione ogni anno emana dei bandi, per trovare personale stagionale in più. I ruoli sono tre: pronto intervento, autisti di autobotti o di mezzi speciali, addetti alle torrette di avvistamento e alle sale operative. Solo in provincia di Trapani servono 320 persone per il pronto intervento, 92 autisti, 11o torrettisti. Cioè, 522 persone.
Gli autisti hanno un’età media di 60 anni. Alcuni non hanno l’abilitazione CAIB (Conduttore Automezzi Incendio Boschivo). I mezzi che guidano sono molto vecchi. I siti di avvistamento degli incendi non sono curati.
Poi c’è il grande affare dei Canadair. A ogni richiesta di intervento (anche nel caso dovesse andare a vuoto) la ditta riceve un rimborso di 10mila euro, mentre i lanci sono pagati 1300 euro. Il pagamento può avvenire anche a ore: 15.000 euro l’ora. Ma perché rivolgersi ai privati? Perché i Vigili del Fuoco hanno i mezzi (la flotta nazionale comprende per 19 Canadair), ma non hanno né le strutture logistiche, né i piloti abilitati. E così si ricorre, a caro prezzo, ai privati.
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