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14/06/2022 10:58:00

Trovato il cadavere della bambina rapita ieri a Catania. Uccisa dalla mamma 

21,10 -  Confessa davanti ai carabinieri e alla Procura: «L'ho uccisa io Elena». Con una serie di coltellate al collo e alla schiena. Poi questa madre di 23 anni ha preso il corpicino, lo ha messo in dei sacchi neri e lo ha seppellito nel terreno vicino casa. È crollata dopo un'intera notte d'interrogatorio Martina Patti.

Ma non ha spiegato il folle gesto né la dinamica esatta dell'omicidio. Appare «assente e distante» dice chi indaga dopo aver ascoltato la donna ammettere di aver assassinato la bambina dopo averla presa ieri all'asilo a Tremestieri Etneo ed avere simulato il suo rapimento da parte di un commando armato.

La giovane madre ammette dunque le sue colpe e dice avere agito da sola, versione confermata dagli inquirenti che parlano di un «orrendo crimine commesso in maniera solitaria» ma che non hanno ancora chiuso le indagini. Ma sul movente fa scena muta. «È rimasta sul vago - spiegano i carabinieri - come se non si fosse resa conto di quello che ha fatto. È come se avesse detto: "l'ho fatto ma non so perché"».

 

 16,50 -   La piccola Elena è stata uccisa in casa e poi sepolta dalla madre in un terreno, in campagna. La Procura di Catania sta predisponendo il fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere per Martina Patti, la madre di Elena, la bambina di quasi 5 anni, trovata morta nelle campagne di Mascalucia, dopo la segnalazione della stessa madre. Dopo l'interrogatorio la Patti ha confessato. E' stata lei ad aver ucciso la figlia. Ancora però non è chiaro il movente.

Dalle prime ricostruzioni, la bambina sarebbe stata uccisa nell'appartamento e poi la madre avrebbe portato il corpo senza vita della piccola nella campagna dove l'ha poi sepolta. Per prendere tempo, avrebbe inscenato il rapimento della bambina, "sfruttando" i precedenti penali dell'ex compagno. Come raccontato dalla nonna paterna di Elena: "Mio figlio ha avuto una storia legata a degli spinelli tanti anni fa, è stato preso per errore. È stato in carcere per circa 7 mesi, poi è stato ai domiciliari. Lei sapeva di questo precedente, ne ha approfittato". Martina Patti, avrebbe quindi cercato di far cadere le colpe sull'ex compagno Alessandro Del Pozzo. Ma l'interrogatorio pressante, nella notte, l'ha fatta crollare portandola ad indicare il luogo preciso dove aveva lasciato il corpo senza vita della figlia. Il cadavere di Elena è stato trovato a 200 metri dall'abitazione dove viveva con la madre, semisotterrato con terra e cenere lavica.

A Mascalucia, intanto, comunità sconvolta da questo triste fatto di cronaca, sono stai annullati i festeggiamenti in onore del patrono San Vito, previsti proprio per domani, 15 giugno. A dare la notizia il sindaco Magra che chiede ai suoi concittadini un momento di preghiera e raccoglimento per la piccola vittima.

 

15,15 - La storia del rapimento fin da subito non aveva convinto. Martina Patti, la madre di Elena Del Pozzo si era presentata alla caserma dei carabinieri di Mascalucia per denunciare il sequestro della figlia. "La bambina è stata rapita da tre uomini armati", la versione fornita dalla donna ai militari ieri pomeriggio. Il commando, aveva spiegato, era entrato in azione mentre lei si trovava con la piccola in località Piano Tremestieri. Era andata da poco a prenderla all'asilo, quando - diceva - era avvenuto il blitz.

Già da ieri sera gli inquirenti avevano escluso la pista del riscatto, concentrandosi su in ambito famigliare. Un particolare importante lo aveva aggiunto il sindaco di Catania, Enzo Magra. "Mi sono messo a disposizione per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile, ma mi è stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga bensì di altro, probabilmente, dinamiche familiari". Parole che seguivano l'appello diventato virale in poche ore sui social. Era girata una foto della bambina in calce a un post dove si leggeva che Elena era "stata rapita zona Piano Tremestieri verso le 15" e che "i probabili autori" sarebbero stati "tre persone incappucciate a bordo di auto" di cui "non si conosce modello colore e targa". Resta ora da capire, ed è il prossimo passo su cui si concentreranno gli indagini, se e come altre persone siano intervenute nella vicenda. "Martina Patti voleva incastrare mio fratello", si sfoga oggi Martina Vanessa Del Pozzo, zia paterna di Elena. "Abbiamo creduto alla versione di Martina, perché non avremmo dovuto?", dice ai giornalisti Rosaria Testa, la nonna paterna di Elena. La madre ha confessato di aver ucciso la figlia, ma non ha spiegato come. Il racconto del rapimento era una messa in scena per coprire l'omicidio. La donna è stata sentita ancora questa mattina, dopo l'interrogatorio di questa notte. E ha confermato la confessione. Nuovi, drammatici, particolari potrebbero emergere a breve.

 13,15 -  Il padre di Elena, il 24enne Alessandro Nicodemo Del Pozzo, si è subito recato sul luogo dove è stato ritrovato il corpo senza vita della bimba. Disperato è stato consolato dai parenti. L'uomo era stato arrestato per rapina nel 2020, ma poi assolto. Lui e la madre di Elena, Martina Patti, non stavano più insieme da tempo. Nel luogo dove è stato ritrovato il corpo della bambina, in via Turati, a Mascalucia, infatti, Alessandro Nicodemo si è recato in compagnia della sua nuova compagna.

La mamma avrebbe confessato.

 Il padre e la madre della bambina non stavano più insieme da un po' di tempo. L'uomo era stato arrestato per rapina nel 2020, ma poi assolto. Dopo la notizia, si è recato in preda alla disperazione, con la nuova compagna, sul luogo del ritrovamento del cadavere, che è stato sepolto, solo in parte, in un terreno a 400 metri dalla casa dove abitava la coppia prima di separarsi. In corso rilievi da parte del reparto scientifico.

La donna in un primo momento aveva raccontato di un rapimento della piccola, avvenuto per mano di tre uomini incappucciati, di cui uno armato. Dopo una notte di interrogatori di familiari e conoscenti, stamani l'epilogo con la donna che in lacrime ha condotto gli investigatori nel posto in cui si trovava il cadavere della figlia, un terreno incolto, in via Turati, a Mascalucia, in provincia di Catania.

Nell'interrogatorio della notte scorsa "la madre era stata lungamente sentita" e "le erano state contestate varie incongruenze". Lo ha affermato il procuratore Carmelo Zuccaro, spiegando: "Stamattina ha fatto ritrovare il cadavere e adesso stiamo raccogliendo le sue dichiarazioni, presumibilmente confessorie".

La ricostruzione del rapimento della bimba di 5 anni era apparso "poco credibile" sin dalle prime fasi dell'inchiesta, viene spiegato in Procura. Alcune "anomalie" sono infatti emerse subito agli investigatori: nessun testimone, oltre lei; nessuna telefonata al 112 subito dopo l'aggressione (solo dopo si è recata con i familiari in caserma per presentare la denuncia). Anomalie che hanno portato carabinieri e Procura a fare pressioni sulla donna, che infine ha ceduto ed è scoppiata in lacrime indicando dove trovare il cadavere della figlia.

 

 11,40 - Non c'è stato alcun rapimento. La piccola Elena è stata uccisa dalla madre.

La madre aveva denunciato ai carabinieri di essere stata aggredita da tre uomini, poco dopo le 15, all'uscita dall'asilo. Questa mattina, nel corso del sopralluogo nella casa di famiglia, a Mascalucia, la donna è crollata in un lungo pianto e poco dopo ha portato i militari nel campo dove aveva nascosto il corpo della bambina. Non 'era stato alcun rapimento, alcuna aggressione da parte di uomini armati, una denuncia che aveva subito lasciati perplessi gli investigatori del comando provinciale dei carabinieri.

La notizia è confermata dal procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro: "Purtroppo, è stato trovato il cadavere della piccola Elena, su indicazione della madre".

Questa notte, investigatori e magistrati avevano sentito a lungo la donna: "Nel corso di un lungo interrogatorio le avevamo contestato molte incongruenze", dice ancora il procuratore Zuccaro a Repubblica.  Ma la donna aveva comunque sempre confermato la tesi dell'aggressione fatta da tre uomini incappucciati "di cui uno armato di pistola". Una versione smentita dalle telecamere della zona, che non avevano registrato alcuna presenza sospetta. 

 

10,00 -   È stato trovato il cadavere di Elena, la bambina di cinque anni rapita ieri a Tremestieri Etneo. Carabinieri del comando provinciale di Catania si stanno recando sul posto. Il ritrovamento sarebbe stato possibile grazie alle "pressioni esercitate durante gli interrogatori" dagli investigatori. Nessun altro dato è al momento reso noto. La notizia è stata confermata dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro.

E' stata una notte di raccolta di prove, verifiche e ricerche per i carabinieri e la Procura di Catania impegnati nell'inchiesta sulla scomparsa di Elena. Ai militari dell'Arma della tenenza di Mascalucia, paese dove vive, la madre ha raccontato, disperata in lacrime, che stava rientrando a casa, dopo avere preso la figlia all'asilo, quando tre persone incappucciate e una armata di pistola hanno aperto la portiera della sua vettura prelevando e portando via Elena.

Una ricostruzione che è stata più volte analizzata dagli investigatori. Anche stamani i carabinieri hanno sentito diverse persone. E la Procura di Catania ha autorizzato la diffusione di due foto di Elena. Una scattata proprio ieri: si vede la piccola in un'immagine riflessa sfocata, indossare una maglietta a maniche corte bianca e un paio di pantaloncini gialli. L'altra è dell'8 maggio: la piccola indossa il sopra di una tuta e, sorridente, mostra un biglietto con in basso la parte finale della scritta "auguri mamma".

Procura e carabinieri escludono la mano della criminalità organizzata. I genitori, che sembra non siano conviventi, e i familiari della piccola sono stati sentiti nuovamente dai militari dell'Arma.

Il sindaco di Mascalucia, Enzo Magra, ha detto: "Mi sono messo a disposizione dei carabinieri per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile, i volontari, ma mi è stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga, ma di altro, probabilmente di dinamiche familiari".



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