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05/02/2023 06:00:00

  Il flop del testamento biologico in provincia di Trapani. Cos’è e perchè non si conosce

Sono passati cinque anni dall’introduzione della legge sul testamento biologico. Uno strumento arrivato in ritardo in Italia, ma ancora oggi boicottato.

Dopo anni di battaglie nel 2018 è stata data ad ogni cittadino italiano - dunque non soltanto i malati, ma anche le persone oggi sane - la possibilità di esprimere in maniera cosciente la volontà di essere curato o meno, quando sarà necessario. Ricordiamo tutti le vicende di Eluana Englaro, Piero Welby, dj Fabo, e di tutte quelle persone alle quali la legge non consentiva, finchè ne avevano le facoltà, di scegliere.
Parlare di fine vita, di accanimento terapeutico, o ancora di suicidio assistito, in Italia è ancora complicato. E in Sicilia ancora di più. Infatti il testamento biologico non solo non è molto conosciuto in Sicilia, ma spesso gli stessi Comuni ostacolano la trasmissione alle banche dati.


Cosa prevede la legge sul testamento biologico
Ogni persona maggiorenne può esprimere le proprie volontà in tema di assistenza sanitaria. Questa opportunità - rivolta dunque non solo ai malati, ma sopratutto alle persone oggi sane: rivedibile comunque in qualsiasi momento - consente al medico che un giorno eventualmente ci prenderà in cura di assecondare le nostre intenzioni. Le disposizioni anticipate di trattamento fanno parte della nuova legge (articolo 4), in cui si parla anche di consenso informato alle cure (articolo 1) e di rifiuto all'accanimento terapeutico (articolo 2). In quest'ultimo punto rientrano anche la nutrizione e l'idratazione artificiale, un complesso di procedure mediante le quali è possibile soddisfare i fabbisogni nutrizionali di pazienti non in grado di alimentarsi sufficientemente per la via naturale. In questa guida dell’Associazione Luca Coscioni, che da anni si batte sull’argomento, tutte le informazioni su come fare il Biotestamento. 


I numeri in Sicilia e in provincia di Trapani
Grazie a un accesso agli atti generalizzato, l’Associazione Luca Coscioni ha avviato nei mesi scorsi un’indagine, condotta da Matteo Mainardi e Alessandro De Luca, in collaborazione con le Cellule Coscioni di tutta Italia, per richiedere a 6500 comuni quante DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) sono state ricevute dall’entrata in vigore della legge ( il 31 gennaio 2018) a oggi e quante di queste sono state trasferite alla Banca dati nazionale.
Solo lo 0,4% degli italiani (186.235) ha depositato le disposizioni anticipate di trattamento. Un vuoto determinato innanzitutto dalla mancanza di conoscenza dello strumento entrato in vigore esattamente cinque anni fa, il 31 gennaio del 2018.
Pochi sanno. Anche in Sicilia e in provincia di Trapani. Solo 10.364 siciliani hanno scritto le Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento che permettono di dire come si vuole essere accompagnati alla morte. Di queste, solo 67 su cento — 6.951 — sono state trasmesse dagli uffici comunali alla banca dati del ministero alla Salute, a fronte dell’88 per cento nazionale.
La stessa percentuale si registra in provincia di Trapani, dove sono state scritte 926 Dat, di cui 298 non ancora trasmesse dai Comuni. Ci sono quasi 300 persone, cioè, alle quali i Comuni stanno negando il diritto di scegliere come morire. Diritto previsto dalla legge. In provincia di Trapani, inoltre, tre comuni non hanno fornito le informazioni per lo studio all’associazione Luca Coscioni che ha curato il dossier.
Tra le grandi città, a Trapani sono state depositate 115 Dat, a Marsala 142, ad Alcamo 167, a Castelvetrano 164, a Mazara del Vallo 110.

 


La Sicilia è all'ottavo posto in Italia per adesioni e in fondo alla classifica per dichiarazioni trasmesse. Su 391 comuni, solo 141 hanno attivato il servizio.


La campagna informativa
Da parte del Ministero della Salute infatti non è mai stata condotta alcuna campagna informativa a beneficio delle persone, come invece dovrebbe avvenire e indicato nella legge stessa.
E proprio a 5 anni dalla entrata in vigore delle legge 219 del 2017, l’Associazione lancia una campagna informativa attraverso i propri strumenti di comunicazione suddivisa in due principali iniziative: un’iniziativa stampa/social che farà leva su un video narrato da Giobbe Covatta dal titolo “Il biotestamento spiegato agli adulti”, un contenuto animato realizzato da Simona Angioni e Giovanni di Modica con la direzione creativa di Avy Candeli, per illustrare l’importanza del testamento biologico e offrire tutte le informazioni per poterlo fare subito.

 

 

 


“Ci sostituiamo ancora una volta allo Stato, coi mezzi a nostra disposizione, nel realizzare una campagna di informazione su uno strumento di libertà fondamentale, ma finora tenuto nascosto dal Ministero della Salute dei Governi che si sono succeduti in questi 5 anni. Abbiamo chiesto ufficialmente un incontro anche all’attuale Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per parlare di questo e altri temi cruciali legati alle libertà fondamentali e al diritto alla salute,” dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria e tesoriere Associazione Luca Coscioni.
 



Sanità | 2024-04-15 10:02:00
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