Il maltempo mette in ginocchio l’agricoltura siciliana. Le richieste della CIA
“Dare disposizioni alle strutture periferiche dell’assessorato regionale dell’Agricoltura per fare una ricognizione puntuale dei danni effettivi subiti dalle imprese e attivare tutte le misure legislative ed i fondi per il ristoro dei danni, provenienti dalle nuove misure della Gestione del Rischio in agricoltura o dalla protezione civile”.
In sintesi, sono queste le richieste fatte tramite una lettera che il presidente della CIA Sicilia, Graziano Scardino, ha inviato all’assessore regionale all’Agricoltura Luca Sammartino. Nella lettera il presidente Scardino evidenzia “la grave situazione in cui versano tantissime aziende agricole della nostra regione, in modo particolare del comprensorio orientale e sud-orientale. Il ciclone mediterraneo Helios ha provocato danni strutturali ed infrastrutturali, oltre a danni ad alcune produzioni”. “L’esondazione di alcuni corsi d’acqua, fiumi, torrenti e scoline - aggiunge Scardino - ripropongono in maniere preponderante il problema della regimazione delle acque, della pulizia dei fiumi e dei torrenti che producono danni alle strutture, alle piante ed alle produzioni quante ne può produrre la mancanza di acqua d’irrigazione nei periodi caldi e siccitosi. Dobbiamo invasare l’acqua in eccesso e dobbiamo saperla distribuire in estate. Il riordino dei consorzi di bonifica, in questo contesto, è una necessità dell’agricoltura siciliana non più rinviabile. La CIA è disponibile, assieme agli altri corpi intermedi, a dare il proprio contributo affinché si possano risolvere i problemi storici dell’acqua in Sicilia”.
In relazione alla Finanziaria approvata con 35 voti favorevoli e 22 contrari, Scardino tuona: “E’ stata resuscitata la tabella H per dare contributi a pioggia senza una visione organica di sviluppo, in assenza di una strategia lungimirante che valorizzi un settore di vitale importanza come l’agricoltura”. “Dalle informazioni avute - evidenzia Scardino - emerge un quadro in cui non vi sono fondi rilevanti per l’agricoltura siciliana. Pochi gli interventi strutturali, molti i fondi destinati a misure spot, la pioggia di emendamenti ha permesso piccoli contentini ai singoli parlamentari e ad assegnare contributi a pioggia senza un serio piano di sviluppo dell’economia siciliana. L’agricoltura paga un prezzo alto poiché non vi sono misure di rilievo per essa che viene interessata solo da interventi indiretti. Quanto deciso dall’assemblea regionale, dopo venti ore di discussione ed emendamenti, non è in sintonia con quanto dichiarato dal premier Giorgia Meloni alla IX Conferenza Economica della CIA, difatti nel suo messaggio ha dichiarato l’assoluta volontà del governo nazionale di “difendere e rafforzare la solidità del sistema agroalimentare italiano che vuol dire difendere un patrimonio di inestimabile valore che affonda le sue radici nel rapporto millenario tra territori, cultura e produzioni…l’agroalimentare“ è un pilastro del sistema Italia. Un pilastro economico, sociale e culturale”.
Anche il ministro del MASAF Francesco Lollobrigida ha sottolineato che “non possiamo abbandonare i territori, la presenza degli agricoltori permette di controllare i territori e prevenire disastri idrogeologici. Il mondo agricolo “è centrale nello sviluppo della nostra economia e gli eventi ultimi lo hanno evidenziato”.“Confidiamo - conclude il presidente di Cia Sicilia - negli interventi che vorrà predisporre l’assessore Luca Sammartino attraverso fondi disponibili anche per l’agricoltura (Fondo di Coesione, PNRR) oltre all’applicazione corretta, con procedure snelle, certezza degli investimenti, coerenza dei prezziari, tempestività dei bandi e delle istruttorie del Piano Strategico Nazionale, per riportare al centro dell’agenda politica regionale la nostra agricoltura”.
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