Trapani. E' la volta buona per la Colombaia? Arrivano 27 milioni dal Pnrr
Nel 2020 un monumento di Trapani ha festeggiato i suoi 2500 anni: stiamo parlando della Colombaia. Ben 2500 anni di storia che sembrano essere finiti nel dimenticatoio. Proprio così, della Colombaia pochi si ricordano, siano essi politici o privati cittadini. Finora. Perché, come in tutte le storie che si rispettino, la speranza è l’ultima a morire.
Infatti, grazie ai fondi stanziati dal PNRR, l’antico Castello di mare potrebbe tornare a rivivere. Ma prima di soffermarci sul recente stanziamento delle somme per il suo restauro, proviamo a ripercorrere la storia della Colombaia degli ultimi 20 anni per capire quanto sia stato complicato arrivare sin qui.
Nel 2002 viene formata un’associazione con la denominazione “Salviamo la Colombaia” che si costituisce ufficialmente nel 2003, con atto del notaio Luigi Manzo, e la cui prerogativa è il recupero del Castello posto sull’isola Peliade. Il gruppo pone in atto una serie di iniziative volte a sensibilizzare in primis i trapanesi e la Regione Sicilia. Vengono organizzati convegni, mostre fotografiche finalizzati a sovvertire quell’idea radicata secondo cui la Colombaia sia soltanto un luogo di punizione, dal quale è bene stare debitamente lontani.
Tra momenti difficili, ve n’è uno in cui vi è il riconoscimento, a livello nazionale, della Colombaia come monumento più votato dal FAI. Da ciò si origina lo stanziamento di una somma per la sua messa in sicurezza. Finalmente si rileva anche un particolare interesse da parte della Regione Sicilia, che concede una somma per un suo parziale restauro. Questo consente innanzitutto di poter effettuare delle visite presso il Castello.
Si rileva sempre più l’esigenza di una vera ristrutturazione per migliorarne la fruibilità in favore non solo dei cittadini ma anche di studiosi e per la sua esibizione come polo di attrazione turistica di tutto rispetto.
Altro tassello importante di questa storia dei nostri giorni è l’emissione di un francobollo ufficiale e il suo relativo annullo lo stesso giorno della messa in circolazione, precisamente il 27 maggio 2015. Il francobollo raffigura l’immagine della Colombaia stilizzata, e appartiene alla serie tematica “Patrimonio artistico e culturale italiano”.
A un certo punto, la Regione Sicilia, non potendo gestire l’immobile, ritiene opportuno affidarne l’amministrazione a enti pubblici o a privati. Emana, dunque, un bando al quale partecipano soltanto tre organismi privati, tra cui lo Studio Castellinaria di Marsala. Ma a causa della mancanza di un requisito, il progetto dello Studio non viene approvato. E quindi la Colombaia viene, ancora una volta, dimenticata.
Arriviamo alla Pandemia: le molteplici iniziative dell’associazione Salviamo la Colombaia, quali ad esempio visite guidate, giornate di studio con l’intervento di storici e archeologi, subiscono un arresto.
Ma ecco che grazie al PNRR intravediamo la luce in fondo al tunnel. Come anticipato in apertura, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina 27 milioni di euro per il restauro, la fruizione e la valorizzazione della Colombaia. Il nostro Castello di mare rientra, infatti, tra i 14 progetti strategici inseriti dal Governo nel Piano per i grandi attrattori culturali del valore di 1,460 miliardi di euro. Il progetto del Castello della Colombaia mira anche allo sviluppo della ricerca scientifica, attraverso la creazione di centri d'eccellenza, attività didattiche divulgative e un centro convegnistico.
Il restauro dovrebbe concludersi nel 2026, con la messa a disposizione dell’ultima tranche, pari a 9,5 milioni di euro, della cifra totale stanziata.
Nel frattempo, siamo certi che l’associazione Salviamo la Colombaia continuerà a diffondere conoscenza e consapevolezza sul monumento simbolo della città.
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