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03/10/2023 07:20:00

Marsala, il bidello accusato di stalking verso una ragazzina. Ecco le parti civili 

  E’ stata avanzata richiesta di costituzione di parte civile, tramite l’avvocato Vincenzo Forti, nella prima udienza preliminare, davanti al gup del Tribunale di Marsala, tenuta per decidere sulla richiesta della Procura di Marsala di rinviare a giudizio, per atti persecutori (“stalking”) e violenza privata aggravata, un bidello marsalese di 63 anni (C.M.), già condannato, sia in primo grado che in appello, a 5 anni e 8 mesi di carcere per tentata violenza sessuale su una ragazzina di 12 anni e corruzione di minorenne.

I reati per i quali si chiede il processo sarebbero stati commessi ai danni della stessa minore. Per falsa testimonianza e calunnia, invece, il rinvio a giudizio è stato chiesto per la moglie (M.B., di 50 anni) del collaboratore scolastico. Questo a seguito delle dichiarazioni rese dalla donna nel processo di primo grado che ha visto il marito imputato davanti il Tribunale di Marsala.

L’avvocato Forti rappresenta la vittima e i suoi familiari. Tramite l’avvocato Roberta Anselmi, invece, si costituirà parte civile l’associazione “La Casa di Venere”. Su entrambe le richieste il giudice dell’udienza preliminare si dovrebbe pronunciare il prossimo 23 ottobre.

Pm titolare del procedimento è Marina Filingeri, che ha già sostenuto l’accusa nel primo processo. In questo secondo procedimento, al bidello si contesta di avere ripetutamente molestato telefonicamente, pedinato e seguito in bicicletta la ragazzina. Tutto questo nella primavera del 2020, subito dopo l’approccio sessuale. La giovane ne sarebbe rimasta terrorizzata. Non riusciva a dormire, aveva crisi di pianto e meditava il suicidio, come poi confidò alla sorella, dopo avere rivelato ad una zia dell’approccio sessuale del bidello, accusato anche di violenza privata in quanto avrebbe minacciato di uccidere la ragazzina se questa avesse raccontato quanto accaduto nel vecchio casolare di campagna, nell’agro tra Marsala e Mazara del Vallo. Qui, il bidello avrebbe condotto la ragazzina, per altro figlia di “amici di famiglia” (all’epoca, ovviamente), con la scusa di andare a raccogliere funghi. Davanti al casolare, però, l’avrebbe invitata a fare sesso con lui, tentando di abbassarle i pantaloni. Quindi, al rifiuto della giovane, impaurita e sotto choc, si sarebbe prodotto in atti di autoerotismo. L’indagine, condotta dai carabinieri, è scattata ai primi del 2020, dopo la denuncia presentata dai genitori. Oltre alla pena detentiva, lo scorso anno il Tribunale ha inflitto all’uomo anche una serie di pene accessorie: interdizione perpetua dai pubblici uffici, con divieto di avvicinamento per due anni, dopo avere scontato la pena, ai luoghi frequentati da minori, e al risarcimento danni in favore della vittima e dei suoi familiari da quantificare davanti al giudice civile. A difenderlo è stato l’avvocato Alessandro Carollo (in questo secondo procedimento, invece, lo difende l’avvocato Salvatore Giorgi), mentre legali di parte civile, per la vittima e i suoi familiari, sono stati gli avvocati Vincenzo Forti e Tommaso Massimo Maggio. Al loro fianco anche il Centro antiviolenza “Casa di Venere” (avv. Roberta Anselmi). Alla moglie del bidello, difesa da Antonino Salvatore Giustiniano, si contesta la falsa testimonianza per avere detto, in Tribunale, il 16 febbraio 2022, che il giorno in cui la ragazzina aveva subito la molestia sessuale lei e il marito erano andati insieme a far visita ai genitori della giovane e che quest’ultima e il bidello si erano allontanati con l’autorizzazione dei genitori. Ma per l’accusa, il collaboratore scolastico andò da solo a casa della vittima, chiedendole di fargli compagnia nei campi, e quando la ragazza chiese telefonicamente il permesso alla madre, questa glielo negò. Nella stessa udienza, inoltre, M.B. accusò i genitori della 12enne di maltrattamenti alle figlie, ma la Procura evidenzia che è stata smentita dalle testimonianze delle giovani e dalla consulenza di tre psicologhe.



Giudiziaria | 2024-12-11 08:21:00
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