Tanto grano, molta grana, alcune grane. Valerio Antonini, il nuovo re di Trapani / 1
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La realtà è liquida, la vita è scivolosa, le relazioni una photo - opportunity. Gli affari come il surf, bisogna essere bravi a cavalcare l’onda.
Prendiamo l’uomo del giorno, l’uomo di cui tutta la città parla.
Lo chiamano il nuovo re di Trapani e fino ad un anno fa per la città falcata e i dintorni era uno sconosciuto.
Adesso gli dedicano canzoni e poesie, gli hanno fatto anche il carro a Carnevale.
Il suo nome è Valerio Antonini ed in pochi mesi ha comprato quasi tutto quello che a Trapani era in vendita: il calcio, il basket e l’emittente televisiva locale, Telesud. Punta all’aeroporto. Poi, chissà. Un inizio col botto.
La realtà è liquida, come i suoi investimenti (tutti rigorosamente cash, dice lui).
La vità è scivolosa, come il pallone nel campo bagnato, come alcune delle sue avventure nel mondo del calcio, l’ultima poche settimane prima di sbarcare a Trapani.
La galleria fotografica delle sua vita davvero curiosa, fuori le righe: dai regimi comunisti latinoamericani a Silvio Berlusconi. Insomma, il re di Trapani ha una doppia natura, coltiva amori agli antipodi. Uomo di frontiera, verrebbe da dire, che le frontiere oltrepassa. E’ l’unico che mette insieme i regimi comunisti del Sudamerica e il lobbista Luigi Bisignani, ex della P2.
Come il Cavaliere ha costruito la sua fortuna politica sulla “battaglia” ai comunisti, così Antonini con i “comunisti” ha costruito i suoi affari a Cuba e in Venezuela lucrando contratti milionari dai suoi uffici di Zurigo e Miami, prima, di Londra poi. Di regime in regime, da Cuba è arrivato all’Iran, primo importatore di grano al mondo ed al regime degli ayatollah (dove, per inciso, continuano la repressione, la negazione dei più elementari diritti di uomini e donne, ed i crimini contro l’umanità).
Basterebbe questo per coltivare l’esigenza di accendere un faro sul suo sbarco a Trapani che nella prosopopea dei tifosi già oscura quello di Giuseppe Garibaldi a Marsala, l’eterna rivale.
Con una domanda che tracima da ogni conciliabolo cittadino, nei palazzi borghesi come nei quartieri popolari: non solo chi è Valerio Antonini (qui, da oggi e nei prossimi giorni, su Tp24, si proverà a rispondere) ma: qual è il suo obiettivo? Cosa davvero vuole diventare “da grande” l’uomo che in pochi mesi ha conquistato Trapani? Da dove vengono i suoi soldi?
Siamo di fronte ad una nuova avventura imprenditoriale o tutto questo è solo l’inizio, la piattaforma di altre e ben più scoscese scalate? E con quali alleanze, con quali obiettivi?
Il nuovo re è arrivato in città, impossibile far finta di niente.
Anche perché, il personaggio, è tutto tranne che riservato. Dunque, chi è Valerio Antonini? “Non ho nulla da nascondere - racconta a Tp24 - e la mia storia è molto semplice. Ho fatto prima il broker di grano e mais per una grande azienda italiana, il gruppo Casillo, per cui ho lavorato per quasi nove anni. Di fatto ho trasformato l'azienda: quando sono entrato fatturava 350 milioni nel 2011, nel 2018 fatturava quasi 2 miliardi e mezzo di euro”. Come? “Con una serie di attività ed operazioni” spiega Antonini, in quello che lui chiama “il mondo latino - americano di sinistra”.
La chiave di volta è la sua amicizia con Diego Armando Maradona: “Ho avuto dei contatti grazie a lui, ed ho potuto conoscere personaggi come Fidel Castro, Ugo Chavez, Evo Morales, Rafael Correa. Fu Maradona nel 2000 a presentarmi Fidel, quando era a Cuba per disintossicarsi. Tutto questo mi ha chiaramente agevolato e mi ha permesso di vendere nel corso degli anni per il gruppo Casillo quasi 10 milioni di tonnellate di merce nel mondo. Ecco perché abbiamo generato più di sei miliardi di euro di fatturato”. Numeri importanti. “Spaventosi” li definisce lui. “Su questi avevo non solo una commissione come broker, ma avevo anche una percentuale sugli utili attraverso le mie società”. Ma come nasce l’idea di esportare grano a Cuba? “Da un’intervista in tv di Fidel Castro, che si lamentava che a Cuba mancava il grano. Da lì la mia idea: convincere Maradona a presentarmi Castro, e il gruppo Casillo a lavorare con me. E’ cambiata la mia vita e quella di Maradona”.
Parallelamente Antonini però gestiva il brokeraggio per altre società di vertice nel mondo dei cereali, in particolare americane, che non possono vendere direttamente per ragioni di embargo a paesi come Cuba, per fare un esempio, e utilizzano allora l’imprenditore romano come intermediario. “Nessuno ha mai avuto niente da dire” racconta.
Antonini è da Giugno residente in Italia. E’stato residente in Svizzera, dove ha altre due società. Secondo l'Associazione svizzera del commercio di materie prime, l'80% dei cereali prodotti nel mondo è negoziato nella regione di Ginevra dalle cinque principali aziende di materie prime: Archer Daniel Midlands (ADM), Bunge, Cargill, Cofco e Louis Dreyfus. Valerio Antonini fa anche il broker per alcune di loro. Prima ha vissuto a Miami, fino al 2020. “In sette anni avrò pagato in tasse quasi tre milioni di euro di franchi svizzeri”. Fortunati loro, gli svizzeri. Nel 2020 crea una sua propria società: “Il 2022 è stato un anno particolare. Ho fatto oltre 120 milioni di euro di fatturato sull’Iran, operazioni non portate a bilancio, perché l'Iran non mi ha ancora pagato buona parte di questa merce. E per non incorrere in tassazione sugli utili abbiamo differito al 2023”.
Ci ritorneremo.
Dal 2017 è il principale fornitore di grano ed orzo e mais anche per il governo iraniano “a cui tutt’ora vendo importanti quantità di grano, sia per il gruppo Casillo che per il mio gruppo a Londra” continua.
“Questi beni -racconta Antonini- li compro ovunque: dalla Russia come dall’Ucraina”. Il broker è quello che mette in comunicazione gli opposti. “Avevo trovato un sistema che mi permetteva di comprare da società americane e io come intermediario vendevo a paesi ai quali loro direttamente non potevano vendere”.
E ancora: “Ho lavorato con Venezuela e Iran, nemici giurati degli Stati Uniti, ma non ho mai avuto problemi. Anzi, mi sono trovato molto meglio con Paesi del genere che in altri, anche in termini di profitto”.
Anche l'Iran è sottoposto a sanzioni internazionali dal 1979. L'ultima serie di sanzioni è stata imposta nel 2006, dopo che il Paese si era rifiutato di porre fine al suo programma di arricchimento dell'uranio. Il commercio di prodotti agricoli è esente da sanzioni internazionali per motivi umanitari. Secondo alcune testate internazionali, non tutto è chiaro nell’esportazione di grano in Iran, perché si pongono questioni delicate sui rapporti con la Russia. Qui un approfondimento.
Il broker ha una “sua” geopolitica, meccanismi assai delicati che svelano una diplomazia parallela. Antonini racconta come “l’Iran vende sottobanco alla Cina il suo petrolio attraverso delle fiduciarie della Malesia, non controllabili” e con il ricavato acquista beni primari alimentari non sottoposti ad embargo. Il broker è il vettore, il trait d’union, l’uomo giusto al posto giusto, il facilitatore di questi scambi.
Un business che ha rischi “politici”, non solo economici. “Le immagini di un incontro tra Maduro e Maradona finirono sulla CNN. Io ero lì e vivendo a Miami molti mi accusarono di fare affari con un dittatore..”, ci racconta Antonini. Che aggiunge: “Lui non è un dittatore. Lo è stato dichiarato a tavolino dagli Stati Uniti”. La realta è un oggetto scivoloso: secondo un report delle Nazioni Unite nell’ultimo anno l’elenco delle violazioni dei diritti umani in Venezuela è lunghissimo: 362 imputazioni di tortura mentre presso l’ufficio dell’Alto commissario ci sono al momento altre 91 denunce di torture. Sono stati denunciati 21 casi di minaccia contro i diritti delle donne, la comunità Lgbtqi+ e le comunità indigene. Infine, è stata denunciata la censura ai media e la chiusura di 16 emittenti radio e 44 siti web di informazione. Qui un approfondimento.
Ma ritorniamo al nostro protagonista. Come spesso capita nelle più interessanti storie imprenditoriali, il successo arriva dopo un fallimento. Riavvolgiamo allora il nastro e facciamo un salto all’indietro di 20 anni esatti.
(1 - CONTINUA)
Giacomo Di Girolamo
Nicola Biondo
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