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01/03/2024 06:00:00

Berlusconi e Bisignani, la politica e i conti delle società. Valerio Antonini, il nuovo re di Trapani / 5

 Continua la nostra inchiesta giornalistica sull'uomo del momento a Trapani, l'imprenditore Valerio Antonini. Nelle precedenti puntate abbiamo raccontato di come abbia rilevato le società di calcio e basket del capoluogo, poi l'emittente televisiva locale, Telesud e di come ora stia puntando all'aeroporto.

Grazie anche al suo contributo e alla lunga intervista che ci ha concesso, abbiamo raccontato gli affari dell'imprenditore tra Venezuela e Iran, il suo rapporto speciale con Maradona, i suoi tentativi passati di entrare nel mondo del calcio, le sue ambizioni a Trapani.

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In Italia Valerio Antonini sveste i panni del compañero per indossare esclusivamente quelli del self made man: addio quindi alla retorica castrista e antioccidentale - che rimane blindata nella photogallery aziendale e in molte sue interessanti analisi- et voilà, arrivano le foto con Silvio Berlusconi, l’avvicinamento a settori della destra più o meno moderata e ad uno dei lobbisti più famosi, Luigi Bisignani raffinato cantore del potere italiano, dalla P2 di Licio Gelli (alla quale era iscritto) alla tangente Enimont (per la quale è stato condannato), una sorta di mister Wolf, un facilitatore di grandi affari, quello che in siciliano si direbbe “spicciafaccende”, di altissimo livello, ovvio. Per chi non sapesse chi è Bisignani, qui c'è un ritratto di qualche anno fa. 

Con Bisignani, l'uomo che sussurra ai potenti, Antonini ha un rapporto speciale. E non ne fa mistero: “Bisignani è uno dei miei più fidati consiglieri, ci siamo conosciuti nel 2016 e sarà mio testimone di nozze, a Giugno” rivela per la prima volta a Tp24.

È un uomo delle istituzioni - spiega Antonini- che conosce benissimo i rischi di fare l’imprenditore in Italia, mi consiglia sempre massima trasparenza e rispetto delle regole”. Proprio perchè amico di Bisignani, Antonini dice di sentirsi "molto vicino" al mondo dei giornalisti (per inciso, però, va ricordato che dopo la condanna  per la tangente Enimont, Bisignani è stato cancellato dall'ordine dei giornalisti). Vede "favorevolmente" la stampa, ma fino ad un certo punto. Fa bene, mai fidarsi: "Ho una stanza con dieci computer aperti - ci racconta - Si legge tutto quello che arriva. Appena c’è una virgola fuori posto, prendo il mio avvocato e denuncio. Ho dato quest’ordine".

 

 

E di certo Antonini ha coltivato un altro rapporto, quello con l’altro “regnante” di Trapani, il sindaco Giacomo Tranchida. Il primo cittadino ha parole di miele per l’imprenditore: “E’ uno concreto che passa dalle parole ai fatti, mettendo capitali suoi” dice.

In campagna elettorale, nel Maggio 2023, Tranchida utilizza molto Antonini, che diventa, inconsapevolmente, testimonial del Sindaco uscente per la sua rielezione. Ad esempio, qualche giorno prima del voto, il 26 Maggio, Tranchida pubblica un video sulla sua pagina Facebook con Antonini, di supporto alla sua impresa sportiva.
 


Tranchida dice che è stato lui, nel 2023 a convincere Antonini ad investire non solo sul calcio, ma anche sul basket. I video realizzati insieme in campagna elettorale sono diversi, nella frenetica attività social del Sindaco uscente.

L’amministrazione Tranchida, tra l’altro, è stata sanzionata dall’Agcom (qui la delibera) per l’uso improprio dei canali di comunicazione istituzionale durante la campagna elettorale, con l’ordine di cancellare 17 post.

“Non ho finanziato la campagna elettorale di Tranchida, ci tengo a sottolinearlo - dice a Tp24 l’imprenditore- né lui me lo ha chiesto". E aggiunge, “prima di venire a Trapani non lo conoscevo. Fosse stato sindaco Maurizio Miceli (il competitor sconfitto) avrei avuto rapporti con lui, ovvio".

Perchè tutti lo cercano, tutti lo vogliono. I rumor di una sua possibile "discesa in campo" sono tanti. A Trapani stiamo assistendo alla costruzione di una nuova leadership i cui caratteri imprenditoriali sono del tutto nuovi. Leadership alla quale fino ad oggi hanno dato la loro "benedizione" big della politica locale e regionale ma chissà cosa potrebbe accadere da domani, viste le ambizioni.

 

 

Alla domanda se questo sia l’inizio di una scalata politica solo Antonini può rispondere. Lui, nella lunga intervista, risponde seccamente:"Non ho come Berlusconi -aggiunge - l’urgenza di entrare in politica; io, grazie a Dio, non ho questi motivi” alludendo ai debiti maturati fino alla candidatura dalle aziende del fu Cavaliere. “Lo considero il più grande imprenditore italiano, ha pagato un prezzo altissimo, centinaia di processi, problemi inenarrabili. Io non ho la sua struttura e la sua forza per affrontare tutto questo”.

E rivela anche un particolare inedito, di aver rifiutato l’offerta di una candidatura nel collegio estero “nordamerica” proprio da Forza Italia in vista delle elezioni 2018.

 

 

Infine, l'ultima domanda. Dove si trova la cassaforte del nuovo re di Trapani, come vanno i suoi affari sparsi per il mondo?
La principale azienda del Nostro ha sede a Londra, si chiama Quanton Commodities LTD ed è controllata da una società con sede in Lussemburgo, Leold Sarls. Fondata nell’agosto 2020, si occupa di commercio di materie prime alimentari.

Il commercio del grano, core business dell'imprenditore, può essere assai redditizio ma anche molto pericoloso, esposto ad una serie di variabili, alcune delle quali poco controllabili: dal mercato della valuta alla stabilità del Paese con il quale si commercia. Rischi che lo stesso Antonini ci conferma.
Il fatturato della Quanton, l’ultimo reperibile si riferisce al 2022, racconta di un’azienda che ha subito una perdita secca di 709mila sterline. Ciò si desume dalla somma dei ricavi delle vendite con i costi per gli acquisti: per i primi risultano 143 milioni, per i secondi 144 circa. Da qui il segno meno.
Antonini, nella già citata intervista a Riviera Oggi nel periodo in cui fervevano le trattative per l’acquisto della Samb, affermava che il suo fatturato si aggirava intorno ai 400 milioni.
Una cifra che si avvicina alla somma tra il prodotto venduto e i crediti maturati che ammontano a 236 milioni. Ma per completezza va riportato anche l’entità del debito, 235 milioni, una cifra quasi pari ai crediti (il report completo, realizzato da Studio Belluzzo e controfirmato da Antonini, è rintracciabile qui).

 

 

La Quanton, raccontano i documenti ufficiali, ha un bilancio al limite: un modesto disavanzo tra costi e ricavi, un rapporto quasi pari tra debiti e crediti. Di certo la società non ha una forte capacità finanziaria di cassa, non ha debiti con le banche ma non gode di un capitale sociale all’altezza dell’entità del suo business, appena 5 milioni dichiarati ma non interamente versati.
Curioso infine è il rapporto tra l’ultimo bilancio e quello dell’anno precedente: il volume di affari è più che raddoppiato nel 2022 rispetto all’anno prima quando però il profitto netto era di segno positivo per 2 milioni di sterline.

Ne abbiamo parlato con Antonini: “Il 2022 è stato un anno particolare. Ho fatto oltre 120 milioni di euro di fatturato sull’Iran, operazioni non portate a bilancio, perché l'Iran non mi ha ancora pagato buona parte di questa merce. E per non incorrere in tassazione sugli utili abbiamo differito al 2023. Quindi, se si aggiunge questa cifra al mio fatturato ecco che arriviamo a 300 milioni di euro. Questo profitto importante si vedrà nel bilancio 2023, insieme a 70 milioni di euro per danni collaterali dovuti ai ritardi di pagamento dell’Iran. Sarà un utile non tassabile, secondo la legge inglese, un capitale per la società”.
Un ultimo dato sulla liquidità dell’azienda lo fornisce lo stesso presidente del Trapani: “ Quanton ha una liquidità in Bper Italia per 33 milioni di euro. Sarà visibile nel bilancio 2023”.

 

 

 Altri dati interessanti: Quanton ha due direttori, oltre allo stesso Antonini (proprietario e fondatore) c’è Benjamin Mancroft, Lord di sua Maestà. 
Non compare invece in nessun documento ufficiale il noto banchiere italiano Riccardo Orcel, fratello dell’AD di Unicredit Andrea: una stranezza perché nella primavera 2022 la sua nomina a “chairman”, (che indica la carica di Presidente) era stata battuta da tutte le agenzie e riportata nelle pagine finanziarie dei quotidiani.

 Spiega Antonini: “Riccardo Orcel doveva entrare come Chairman esecutivo, poi per motivi suoi personali legati al suo divorzio, ha preferito mantenersi come consulente Chairman esterno. Persona di straordinaria conoscenza bancaria e persona di grande rispetto. Un mio amico sincero che ancora oggi collabora con me in tante cose”.

 

Alla fondazione e per pochi mesi il direttore è stato Alfredo Camalò, legato all’entourage del broker italiano Gianluca Torzi, finito nella bufera per la compravendita di un palazzo del Vaticano a Londra. Camalò, che oggi vive a Londra, è stato indagato per fatture false per la stessa vicenda. Antonini ne parla come di un pericolo “scampato”: “Conobbi Torzi nel 2020 e mi indicò Camalò per la costituzione della società ed è rimasto solamente fino a che la società non ha cominciato ad operare. Torzi ha cercato di darmi una delle sue fregature che ha dato a tanti ma dopo qualche mese ho capito che mi avrebbe fatto perdere soldi e tempo e me ne sono allontanato, per usare un eufemismo. Un vero delinquente mascalzone di primo livello”.

Infine la Quanton ha una associata in Italia e controlla due piccole società svizzere e ha rapporti con una terza ad Hong Kong, ma il giro di società legate alla Quanton e gestite da Antonini è davvero veloce: nel dicembre scorso è nata l’ultima, Q caffe e cacao LTD.

Con questa giostra di numeri, di società che chiudono e aprono, di cifre milionarie che attraversano i continenti, ci fermiamo qui.

Il nostro viaggio - inchiesta intorno alla figura di Valerio Antonini si chiude, per ora.  Siamo partiti da un piccolo paese del napoletano per arrivare ai Caraibi, siamo entrati dentro gli affari opachi di un manager cinese e quelli dei regimi sudamericani. Abbiamo raccontato di grano e di lingotti d’oro. Del più grande calciatore di ogni tempo e della sua altrettanto grande solitudine. Ci siamo anche noi persi nel dedalo di società che aprono e chiudono, così come è facile perdersi nelle alleanze che si consumano all’ombra della falce trapanese dove la luce, spesso, abbaglia invece di rischiarare.

È rimasto sullo sfondo l’aspetto più genuino e sincero, quello dei tifosi trapanesi. Quelli che vedono acquisti fuori scala di giocatori prestigiosi, enormi ambizioni, grandi promesse. Quei tifosi a cui il Re ha fatto la più retorica delle domande mentre prometteva loro il paradiso: "Io ci credo, e tu?”.

Alla fine,  la storia che abbiamo raccontato, ci costringe a rispondere alla domanda di Antonini con un’altra, retorica anch’essa, ma più concreta. Alla quale solo Trapani può rispondere: come cambierà la città sotto il regno del suo nuovo Re?

 
(5 - FINE)

Giacomo Di Girolamo
Nicola Biondo